Capitolo 6

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Era passato del tempo da quando i due avevano fatto quella strana e significativa conoscenza.
Anche se ormai Hinata aveva acquisito parte dell'oscurità, non aveva avuto nessuna intenzione di accettarla. Ripudiava quella natura oscura, continuando ad incolpare l'altro per quello sventurato destino.
D'altro canto, Kageyama aveva cominciato a comportarsi in maniera sempre meno distaccata e apatica, manifestando comportamenti dovuti alle sensazioni che provava con quel ragazzo. Non era abituato a tutto quello, e non aveva alcuna intenzione di convincerci a lungo.
Aveva chiaro il suo obbiettivo, e avrebbe fatto di tutto per portarlo a termine, con o senza il favore del più piccolo.
«Perché vuoi distruggere la razza umana? Cosa ha fatto per meritarsi questo?»
Hinata camminava dietro al corvino, tentando di mantenere il suo stesso passo.
«Te l'ho già detto. È il mio compito, sono nato per questo.»
Kageyama continuava a procedere, intento a rendere l'aria circostante ancora più malsana con il proprio potere.
«Non puoi farlo!» Hinata finalmente lo raggiunse, fermandosi di fronte a lui. «Vuoi davvero condannare tutto il mondo ad una fine così brutale?»
«Sì, se questo è il volere dell'oscurità.»
«Be'... io non te lo lascerò fare.»
Ora Hinata teneva le braccia spalancate, come a bloccare il passaggio all'altro.
Kageyama lo fissava serio, incrociando le braccia al petto. «E come penseresti di fermarmi?» si limitò a chiedere.
Hinata non rispose, confermando così il pensiero del corvino.
«Come pensavo.» disse, superando il ragazzo e riprendendo il cammino.
Hinata rimase immobile, sentendosi nuovamente sconfitto. Possibile che non potesse fare nulla per impedire quel destino?
«Perché mi hai salvato, allora?!»
Si voltò di scatto, con un'espressione furiosa in viso.
Kageyama si fermò, abbassando lo sguardo sul terreno scuro, senza girarsi.
«Potevi tranquillamente lasciarmi morire, ma non l'hai fatto. Perché?»
Il corvino rimase in silenzio, soppesando attentamente quella domanda.
«In tutta onestà, non lo so. Ho solo sentito di doverlo fare, tutto qui.»
Per qualche minuto si udì solamente il rumore emesso dal vento che scompigliava con forza i capelli dei due.
«Forse ero solo curioso.» continuò. «E volevo sapere chi tu fossi.»
Hinata non rispose, teneva lo sguardo fisso sulla schiena bianca dell'altro.
Quelle parole lo avevano lasciato scosso, e il tono in cui l'alato le aveva pronunciate gli aveva provocato un brivido lungo tutto il corpo.
«Tuttavia, non ha più importanza. Tu sei vivo, ed io ho la mia missione da compiere.» concluse Kageyama, voltandosi finalmente a guardarlo. «Sei libero di venire con me, o di andare ovunque tu voglia. La scelta è tua, non ti obbligherò.»
E detto ciò riprese a camminare, stavolta senza alcuna intenzione di fermarsi.
Hinata rimase a guardarlo, percependo ancora addosso quegli occhi azzurri e magnetici che, per un attimo, lo avevano fatto sentire inerme, senza forze.
Perché questo ragazzo mi fa sentire così? Io... Non voglio essere come lui.
E con un sospirò abbassò le spalle, seguendo il giovane dai capelli neri lungo quella fredda strada desolata.

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