Capitolo 4

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Erano passate ore, da quando il giovane alato aveva trasferito parte della sua energia nel corpo del ragazzo.
Gli era venuto semplice farlo, ma nel compiere quel processo si era sentito come svuotato, risucchiato da qualcosa che, per poco, non gli aveva fatto perdere il controllo.
Non comprendeva se fosse a causa di quel ragazzo, quell'essere su cui si stava ancora interrogando, ma alla fine ci era riuscito.
Nonostante ci fosse dell'oscurità dentro quel corpo caldo, non sembravano esserci stati cambiamenti estetici. Era rimasto identico a come l'aveva trovato, eccetto per...
«Chi sei?»
L'arancione aveva aperto gli occhi, e ora scrutava la figura alata che lo osservava da sopra il tronco annerito di un albero. Pareva stare all'erta, e l'arancione lo imitò, fissandolo attentamente.
«È la seconda volta che mi poni questa domanda, ma vedrò di accontentarti.» il tono del corvino non traspariva nessuna emozione. «Vengo dagli abissi dell'oscurità, sono colui che porterà l'umanità all'estinzione. Può bastare?»
Il ragazzo lo fissava, lasciando al corvino una sensazione strana. Il giovane non pareva spaventato o terrorizzato dalle sue parole. Sembrava... confuso?
«Tu chi sei, invece?»
L'arancione si guardò attorno, accorgendosi solo in quel momento del posto in cui si trovava.
«Io non vengo dall'oscurità, come te.»
«Quindi sei un mortale?»
Il giovane scosse il capo, accarezzando il terreno secco e frantumato.
«Vivevo in un posto, un posto magnifico e puro. Io... aiutavo gli esseri umani a vivere in pace, donavo loro la vita...»
Il corvino non smetteva di fissarlo, cercando di cogliere un senso logico in quello che stava dicendo.
«Non ti seguo.»
«Ho combattuto per secoli contro le tenebre, per mantenere l'equilibrio del mondo. Ma... ormai loro hanno vinto.» sussurrò, spostando nuovamente lo sguardo sull'alato.
Il corvino finalmente capì, ritrovandosi a spalancare le ali di scatto per allontanarsi da quella figura.
«Tu provieni...»
«Dalla luce, sì.»
I due rimasero in silenzio, scambiandosi solamente degli sguardi indecifrabili. Ora capiva il perché di quelle sensazioni, la debolezza che aveva provato mentre tentava di salvarlo.
«Ma la luce è stata sconfitta, come puoi...»
L'arancione si era messo in piedi con fatica, distogliendo lo sguardo dall'altro.
«Non lo so. So solo di essere parte di essa. Non ricordo nient'altro. Sono finito qui e...»
«Stavi morendo.» il corvino lo guardava intensamente. «Io ti ho salvato.»
Il più basso spalancò gli occhi, bloccandosi.«Cosa?»
«Ormai dentro di te non esiste più la luce. Se davvero eri l'unica cosa rimanente di essa, ora non lo sei più.»
«N-Non capisco...»
L'arancione arretrò leggermente mentre il corvino si faceva avanti, in tutta la sua altezza.
«Ormai tu non sei più parte della luce. Dentro di te c'è un parte della mia oscurità. Tu sei parte dell'oscurità.»

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