24 - Louis, sei stato mio da quando ti sei presentato al Maniero

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Siedo alla mia scrivania con la testa tra le nuvole, la mente attraversata da pensieri a proposito di The One e immagini di scopate varie. Se per caso, nel mondo dei sogni, finisco in una relazione stabile con Harry, continuerà a essere così per tutto il tempo? Lui che ordina e io che obbedisco? A essere trombato in un certo modo, a essere ricattato con qualche tipo di conto alla rovescia e tortura finché non cedo, a essere costretto con la forza a fare come vuole lui?

Non nego un certo divertimento nella parte che comprende il sesso, ma dev'essere un rapporto di dare e avere. E non credo che lui sappia come si fa a dare – tranne quando si scopa, naturalmente. In quello è bravo, però. Mi irrita concludere che, senza alcun dubbio, è perché ha un sacco di esperienza. Mi si spezza la matita tra le mani. Come? Guardo i frammenti di legno rimasti nella mia stretta. Oh dio.

«Louis, sei arrivato presto» dice Sally entrando. Mi viene da ridere: ieri l'ho vista sotto una luce diversa. «Sì, mi sono alzato prima» dico e vorrei aggiungere che è perché un coglione nevrotico mi ha costretto a indossare un maglione invernale, facendomi risvegliare in un bagno di sudore. Lei si sistema alla sua postazione. «Ieri ho provato a chiamarti, dopo che eri andato via». «Davvero?». Mi acciglio, ma poi mi rendo conto che probabilmente ho cancellato la sua chiamata persa insieme alle innumerevoli di Harry.

«Sì, quel tizio arrabbiato è venuto poco dopo che eri andato via».

«Sul serio?» Dovevo saperlo.

«Sul serio. E non era dell'umore migliore» commenta, asciutta. Posso immaginare. Sorrido.

«Gli hai fatto due coccole?» Sally si abbandona contro lo schienale della sedia e scoppia a ridere. Le vado dietro, senza potermi frenare, di fronte allo spettacolo di lei piegata dalle risate sulla scrivania. Patrick entra, ci guarda esasperato, e ne va nel proprio ufficio chiudendosi la porta alle spalle. "Oh, cazzo!".

«Patrick c'era?» chiedo. Lei si toglie gli occhiali e inizia a ripulirli con l'orlo della camicetta di poliestere marrone. «Che? Quando è venuto il matto? No, era andato a prendere Irene alla stazione». Faccio un sospiro di sollievo. Ma che gli era saltato in mente a Harry? È un cliente. Non può venire qui a fare casino. Mi riuscirebbe molto difficile far passare il suo brutto carattere come una normale crisi di nervi da lavori in corso. Già una volta mi ha portato di peso fuori dell'ufficio. La porta d'ingresso si apre ed entra la ragazza del fioraio,  di nuovo, con due magnifici mazzi di fiori su un carrellino.

«Consegna per Louis e Sally». Guardo la mia collega che quasi sviene sulla scrivania. Scommetto che nessuno le ha mai regalato dei fiori. Io, però, so già chi li manda. Bastardo mellifluo.

«Per me?» si entusiasma Sally, afferrando il bouquet colorato e facendo segno alla ragazza verso la mia scrivania. «Grazie» sorrido, prendo il semplice mazzo di calle e firmo per tutte e due. Sal ha l'aria di potersi perdere in sogni a occhi aperti per il resto della giornata. 

«Cosa dice il biglietto?» la richiamo, osservando i suoi occhi scorrere sulle parole. Si appoggia allo schienale una mano sul cuore. «Dice... 'La prego di accettare le mie scuse. Quell'uomo mi fa diventare matto'. Oh, Louis!». Mi guarda, deliziata. «Quanto vorrei far perdere la testa a un uomo fino a tal punto!».

Faccio una smorfia scovando il biglietto nel mio bouquet. Scommetto che a me non toccano scuse. E Sally non parlerebbe così se si trovasse dall'altra parte quando Harry si comporta nel suo modo irragionevole e pazzoide. Io lo faccio diventare matto? Bella battuta. Apro il biglietto. 'Sei quello che aspettavo da tanto... Un bacio. H'.

Il mio lato melenso è decisamente colpito, ma poi la parte razionale del mio cervello – quella non consumata completamente da Harry – si mette a strillare che in realtà The One è qualcuno che cade in ginocchio e obbedisce a ogni ordine, pretesa e istruzione. Pur consapevole che è proprio quello che ho fatto in numerose occasioni, ho anche bisogno di mantenere una presa ferma sulla mia identità e sulla mia mente. È durissima, visto l'effetto che quest'uomo ha su di me. Si è già preso il mio corpo – o meglio, lo ha rivendicato come suo. Mi squilla il telefono. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 14, 2022 ⏰

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