~Tulipani.

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22 marzo 2022

Sistemavo con estrema attenzione i miei libri più preziosi nel terzo scaffale della libreria.

Avevo sempre sognato avere una casa tutta mia, un posto dove mettere tutto ciò che più amavo.

I libri, erano fra questi.

Quando dividevo la camera con mia sorella, solo lo spazio dedicato a loro poteva degnarsi di essere chiamato mio; e ora invece avevo una casa che apparteneva solo a me.

Mi impegnavo a decorarla con il mio tocco personale, dandogli i miei odori e colori.

Ogni cosa doveva profumare di buono.
Finalmente mi sentivo di poter appartenere a un posto.

Aprii il mio libro preferito per poterne sentire l'odore, tracciando i contorni con gentilezza.
Quando arrivai a metterli tutti, notai che era rimasto un piccolo spazio mancante, che aspettava di essere riempito.

Cercai un po' fra gli scatoloni ciò che poteva colmare quello spazio quando sentii fra le mie mani un oggetto di vetro, pesante.

Tenendolo delicatamente, lo appoggiai sul tavolo di legno.

Mi diedi un secondo per guardarlo: era un vaso di ceramica bianca, abbastanza grande.
Oltre al bianco, si sovrastavano altri colori: rosa, arancione, giallo che formavano dei bei tulipani.

Rosa, arancione, giallo

Spostai una ciocca di capelli mentre cercavo di ricordare da dove venisse questo oggetto così familiare.

Lo spostai in libreria, mettendolo nel piccolo angolo vuoto.
Era davvero carino, pensai.

Però mancava qualcosa.

Presi il primo maglione dallo scatolone e con le mie nuove chiavi uscii di casa.
Anche se mi ero trasferita da poco a Firenze, conoscevo la città come le tasche del mio giubbotto preferito.

Avevo scelto di abitare qua perché la cittadina aveva qualcosa che Milano non aveva, perché per camminare nelle piccole stradine usavo qualcosa in più della vista.
Riuscivo a sentire l'odore del castagnaccio che veniva dalla pasticceria sotto casa, mentre mi fermavo ad ammirare i bellissimi graffiti che raffiguravamo Firenze e la natura.

Alla fine entrai nel negozio, facendo suonare la campanella dell'entrata.

C'erano fiori di tutti i tipi, dalle margherite alle peonie. Ma sapevo già fiori prendere.
Iniziai con i tulipani rosa, i miei preferiti.
Ne presi tre, e lo stesso feci per gli altri colori; rosa, arancione, giallo.
Nei miei pensieri mi ero persa in un campo di tulipani, e pensai che la vita lì non era mica male.

"belli, i tulipani."

Come se fossi appena stata scoperta a rubare, mi girai lentamente.
Quel che vidi era diverso rispetto al ragazzo che mi immaginavo: era abbastanza alto e sembrava della mia età, aveva delle ciocche di capelli scuri che gli ricadevano sui suoi occhi a mandorla, verdi.

Aveva dei lineamenti dolci, e mi sorrideva tendendo un lato della bocca più alto dell'altro.
La cosa che mi colpì di più però fu il suo naso, piccolo e dritto che gli rendeva il viso perfetto come un quadro.

Senza rendermene conto, mi ritrovai a sorridere "eh già. sono i miei fiori preferiti."

"La combinazione che hai fatto è particolare, mi piace." disse indicando il mazzo che avevo in mano.

"Si lo so, mi sono ispirata al vaso che avevo" dissi non riuscendo a smettere di sorridere.

"posso verderlo?"

In tutta risposta, mi avvicinai al banco e prendendolo dalla mia borsa di tela, glielo porsi.
Lo mise sul tavolo e con gesto preciso e veloce lo fece roteare su se stesso.

Dalla faccia serena che aveva, vidi un filo di incredulità nei suoi occhi. Quando finì il giro continuava a tenerlo in mano senza lasciarlo.
Lo guardavo confusa e prima che potessi dire qualcosa mi anticipò: "Bello... mai visto prima" disse cupo.

Per far ritornare quel bel sorriso gli chiesi "bhe.. qua l'è il tuo nome fioraio che gira i vasi?"

Lui rise e io pensai che fosse la cosa più bella che avevo mai visto. Può una persona far stare così bene un'altra con una semplice risata?

Probabilmente si.

Aveva dei denti perfetti e bianchi e non potevo far altro che notare le sue folte sopracciglia che si muovevano su e giù.

"Il mio nome è Takumi, qual'è il tuo, amante dei tulipani?" chiese mentre mi aiutava a metterli nel vaso.

"Maxine. uhm.. max" dissi ridendo.

"E dimmi.. Maxine uhm.. Max non ti ho mai vista qui, sei brava a nasconderti o qui non ci sei mai venuta?"
"Fissi i tuoi clienti.." dissi alzando le sopracciglia sorridendo.

Con un gesto veloce, di leccó il labbro superiore e con il mio medesimo sorriso disse: "È importante controllare la clientela ogni mattina, e non ha hai ancora risposto alla mia domanda." disse alzando le mani.

Accidenti, ma questo non si smuove.

"Si, bhe io sono di Milano, mi sono trasferita qui per l'università e ho vent'anni."

A un certo punto mi resi conto che guardandolo, aveva sicuramente venti o ventuno anni e che lui, dovrebbe andare all'università la mattina.

Probabilmente si rese conto dei miei pensieri e abbassó gli occhi, per niente rilassato come prima.

"Si.. io volevo pagare con la carta!" gli dissi agitandola.
Il suo sguardo sereno ritornó e sorrise, cosa che fece sorridere anche me.

"allora arrivederci, Maxine."
"Arrivederci, Takumi" dissi uscendo.

Quando arrivai a casa, non riuscivo a pensare a niente tranne a quel ragazzo dal naso perfetto. Che mi succede?

Mentre non facevo altro che osservare il vaso, la schermata del telefono si accese

Numero sconosciuto:
Hai messo i tulipani al loro posto?

Non ci credo.
Subito, gli scrissi.

non ci credo! come hai
avuto il mio numero??

Segreti del mestiere Maxine!

Sorrisi. Questo segnava l'inizio di una lunga conservazione.
Che duró tutta la notte.

ANGOLO MIOOO.
PRIMA PARTE, LA AMOOOO, TAKUMI HA GIÀ IL MIO CUORE 🌷🫶🏻

il simbolo dei tulipani🌷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora