~Pago io.

4 0 0
                                    


23 marzo 2022

Quella mattina, ero troppo stanca e quindi non andai in università.

Avevo parlato tutta la notte con takumi e in poco tempo sapevo molte cose su di lui.
Come avevo sospettato, aveva vent'anni anche lui e aveva origini giapponesi, nato a Tokyo.

Il negozio era suo e ci lavorava la mattina, il pomeriggio invece andava all'università.

Così gli chiesi perché era così nervoso all'idea di dirmelo e mi rispose con: "bhe.. non è proprio bello dire di fare i corsi nel pomeriggio quando da piccolo volevi andare in una delle università più belle al mondo"

Anch'io avevo un amico che voleva andare in un'università fantastica, quindi in parte lo capivo.

Passai tutta la mattinata a mettere in ordine e quando arrivò il pomeriggio mi sedetti sul piccolo divano rosa del salone.

Avevo le braccia incrociate e fissavo l'orologio.
Sfidandomi, rimasi seduta per un paio di minuti con aria insistente, quando mi arresi.
Sospirai e presi una maglietta celeste e un jeans.

In quel momento, potevo trovarmi a leggere sul divano in pigiama e invece ero in università, a cercare la classe di Takumi.

Quando la trovai entrai e lo fissai: era seduto in terza fila vicino alla finestra, aveva uno sguardo annoiato e non faceva che toccare i petali del fiore che si trovava sul davanzale.

Silenziosamente, mi sedetti al banco vicino al suo.

"Maxine?! che fai qui?" chiese con un finto tono allarmato.
"Oggi ho saltato le lezioni, quindi le recupero."
dissi girandomi verso di lui.

Takumi mi fissò per un po', cercando di leggermi dentro: ma io non lasciavo trasparire nulla.

A quel punto arrivó il professore e ci zittimmo.
Spesso, mi giravo per vederlo. Aveva uno sguardo concentrato e ascoltava con attenzione. Ogni tanto lo vedevo appuntare qualche parola in modo schematico.

Mi piaceva come studiava.

Si vedeva che prendeva le cose sul serio, e che per lui non fosse una perdita di tempo.

Non facevo altro che sorridere come una scema.

Contieniti, Max.

Dopo le lezioni, mi venne un'idea tanto improvvisa che mi avrebbe cambiato la vita, lo sapevo.

"Takumi... ieri al negozio ho notato che lo spazio in cui lavori è molto grande.. mi piace dove lavori. volevo chiederti se bhe.. avessi bisogno di una mano durante i weekend e le feste?" Chiesi guardandolo negli occhi.

Lui rimase scioccato, aprì la bocca a forma di o e alzò le sopracciglia "Durante le feste e nei weekend Max? ne sei sicura? Hai la tua vita e non voglio caricarti di tutte queste responsabilità. Dopotutto hai una vita, degli amici è una famiglia."

"No invece. Non mi dispiacerebbe, ti prego fammi lavorare con te. Ne so molto di fiori, ho letto tanti libri a riguardo; mia madre ci teneva."

Avevo detto la verità, solo che avevo omesso il fatto che 1) amici non ne avevo 2)i weekend li passavo davanti ai cartoni 3) non sarei tornata dalla mia famiglia per le vacanze.

"Per me va bene Maxine. Ma se non c'è la fai dimmelo e-"
"Ti ho detto che va bene, te lo stó chiedendo io" dissi seria, sperando che avrebbe capito.

"Va bene, allora lavorerai ogni pomeriggio del weekend e nei giorni di festa." disse, arrendendosi.
"grazie grazie grazie!" urlai mettendo le braccia intorno al suo collo e abbracciandolo.

Dopo qualche secondo, mi fu ricambiato.

Erano le 20:00 ed era il momento di tornare a casa, ma io non me la sentivo.
E probabilmente nemmeno Takumi perché mi chiese: "Ti va se andiamo a mangiare una pizza? Io a casa non ho niente da mangiare e mi scoccio di cucinare.

Subito accettai, tutto per una pizza.

Takumi mi trascinó in un posto e io mi fidai, perché non avevo altro da fare.

Entrammo in un locale piccolo, ma che mi piaceva particolarmente: le pareti erano piene di disegni, tipo i graffiti che spesso osservavo per strada. I tavoli erano piccolo e le sedie avevano un cuscino da sopra. La musica che riempiva la stanza era classica e rilassante.

Ha davvero un buon gusto il ragazzo, Pensai.

Probabilmente lui ci era già stato parecchie volte perché appena vide quello che penso era il cuoco lo salutó calorosamente.

Ci accompagnó a un tavolo, dissi: "Takumi non fare niente di esagerato perché questo non è un appuntamento" e lui guardandomi mi ripose "ovvio."

Probabilmente non afferrò bene il concetto perché il cameriere ci fece sedere in un terrazza che dava su tutta firenze.

Gli lanciai un'occhiataccia e lui, quando colse di che stavo parlando disse: "mi piace mangiare bene. Non c'entra con chi sto"

Allora ordinammo due margherite.

Lui non l'aveva mai assaggiata e quindi iniziai a insultarlo per tutto il tempo per non aver mai provato qualcosa di tanto buono.

Quando arrivarono, fissai per infiniti minuti Takumi è che degustava la pizza: aveva gli occhi socchiusi e la saliva che gli scendeva dal letto destro della bocca,

Sembrava un bambino che dormiva.

E pensai che fosse la cosa più meravigliosa che avessi mai visto.

"Non mangi?"

Li scoppiai a ridere e dissi: "Scusa.. ma vedere una persona mangiare per la prima volta la pizza margherita è ancora meglio che mangiarla."

Piano piano finimmo entrambi quando decisi di alzarmi e dissi "vado a pagare" subito qualcosa mi fermò il polso e disse "no! devo pagare io!"
"Assolutamente no, al massimo dividiamo."
"No"
"Si"
"No"
"Senti, decidiamo dopo. ora devo andare in bagno e non permetterti di pagare o non ci vedremo mai più"

E, fingendo di esser andata in bagno, pagai.

Quando tornai, lui si offrì di pagare il conto e si avvicinó alla cassa.
"Oh lo ha già pagato la sua compagna!" disse l'uomo sorridendo.

Takumi mi guardò arrabbiato, con lo sguardo tipo <<come ho fatto a non accorgermi?>>
Io sorridevo, e indicavo con la testa l'uscita.

Lui mi riaccompagnò a casa e non disse niente.

Quando ci ritrovammo alla porta dissi: "Oddio spero che tu non sia arrabbiato, ma tu non volevi condividerlo e io-"
"no, va bene grazie. non ho mai avuto una ragazza che mi offrisse una cena" disse ridendo.

Risi anch'io, cercando di non concentrarmi sul fatto che io fossi la ragazza in questione.

"Buonanotte Takumi."
"Buonanotte Max."

Poi lo guardai pensando che avrebbe voluto aggiungere qualcosa, infine aprì la bocca, ma la richiude subito.

Li se ne andò, senza voltarsi.

il simbolo dei tulipani🌷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora