La scogliera

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Trascorrono i giorni, tra libri e lezioni universitarie.

Nel fine settimana, venerdi in realtà dopo le lezioni decido di rientrare a casa dai miei, sia perchè da una vita sto a Catania e ho voglia di rivedere i miei genitori, sia perchè ho bisogno di staccare la spina.

Il venerdi sera dopo la classica cena con i miei, esco con gli amici del paese, una serata tranquilla tra alcol e musica dal vivo.

Sabato esco presto in auto, ho voglia di vagare senza meta.

Non ricordo nemmeno come sono arrivato li in spiaggia. 

Forse la stanchezza, forse la noia, forse la mia eterna voglia di scoprire angoli nuovi. 

Mi ritrovai praticamente li sopra la scogliera: quando da piccolo passavo in auto con mio padre e vedevo il costone di roccia che si buttava a mare e una parvenza di calette, mi veniva la voglia di fare l'esploratore e andare alle scoperta di quei luoghi.
Oggi, ho deciso che era il momento di esplorare.

Lascio l'auto al parcheggio del museo archeologico, e da li attraverso un varco nel muretto a secco e un sentiero tracciato mi accingo a raggiungere il mare.
Mi incammino con il mio zainetto, maglietta bianca e costume a boxer corto, cui ho prontamente tagliato la retina.
Dopo un centinaio di metri in discesa, passo attraverso un buco in una siepe di canne molto fitta, e, quasi arrivato dall'altra parte, sento un rumore in mezzo alle canne, mi volto e trovo un tipo alto, asciutto molto palestrato che si tocca il pacco, chiuso in un costume a slip bianco e nero.

Dopo un reciproco scambio di sguardi, il tipo abbassa il costume tirando fuori un pisello, che più che essere un pene, sembra un tubo, non lungo in realtà ma veramente grosso.
Rimango bloccato, quasi ipnotizzato; avevo visto uomini nudi e piselli di varie dimensioni ma quella situazione mi inebriava, mi sentivo frastornato da quella situazione, quasi sotto effetto di sostanze.

Il tizio spavaldamente si avvicina e mi tocca, io rimango ancora una volta bloccato, e lui, per tutta risposta, mi fa segno di abbassare il boxer, io ubbidisco, lo sfilo, lo tolgo.
Lui me lo tira via dalla mano e lo tira lontano, mi fa capire di segarmelo e io come un burattino eseguo.

Poi mi prende la mano e me la avvicina al suo pisello.

Io rimango per l'ennesima volta interdetto, ma la cosa comincia a stuzzicarmi: alla fine mi sblocco e comincio a ritornare alla realtà e prendere coscienza di ciò che sta succedendo: lo prendo in mano, lo risveglio e glielo sego.

Purtroppo ci rimango male quando se ne viene quasi subito. Il seme esce quasi subito, molto denso, mi cola sulla mano e sul braccio, io non riesco a staccarmi: quell'affare enorme mi ha drogato. Continuo a palparlo finchè non si rilassa e si sgonfia...

Faccio spallucce e me ne vado lasciandolo li, solo, che mi guarda mentre me ne vado. Uscendo dalle canne, trovo i miei boxer rossi abbandonati, li raccolgo, li uso per asciugarmi la mano dal seme del tizio e proseguo nudo verso il mare...
Non mi importa nulla, sto bene e chi se ne frega se mi vedono!

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