Autobus

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Decido di rientrare a Catania dopo pranzo con l'idea di sistemarmi e uscire la sera con qualche amico per vedere la partita in un pub.

Cosi subito dopo il pranzo domenicale, mio padre mi accompagna alla stazione degli autobus, faccio il biglietto, sistemo il borsone e salgo.

Metto gli auricolari e mi scravacco sul sedile ascoltando della buona musica, quando arriva un messaggino su messenger: - che fai? -

Era la mia padrona. Spiego che ero appena salito sull'autobu e ne avrei avuto per un paio d'ore.

- Mi spiace. Non sei in vacanza, lo sai che decido io quando puoi riposare e quando no. -

- Quanto è pieno l'autobus? -

Rispondo che ho contato circa 15 persone su 52 posti.

- Mettiti nudo e fai foto. Pisello e ben in vista e non farmelo vedere duro! Deve essere moscio e morto come te, altrimenti lo sai come finisce! -

Mi guardo intorno e cerco di valutare la situazione. Di fatto sono tutti nei primi posti a parte un extracomunitario seduto in fondo e una ragazza nel penultimo posto.

Spiego il posizionamento delle persone e mi dice di mettermi nell'ultimo posto in fondo e realizzare le foto.

Così prendo la mia roba e vado in fondo, cerco di studiare la situazione e capire come realizzare il tutto: il tizio è sdraiato e sta palesemente dormendo, la tipa invece è con gli auricolari e sta chattando.

Posiziono un giubbino sulla spalliera cosi da limitare lo sguardo della ragazza nel caso si fosse girata e mi posiziono proprio dietro di lei.

Ho già l'erezione in corso, immaginando di essere visto e considerata la vicinanza con una ignara persona; cerco di pensare ad altro cosi da fare le foto richieste, nel frattempo sbottono i pantaloncini e tolgo le scarpe. Sfilo i pantaloncini sotto il sedere aspettando il momento propizio, poi in un lampo a pisello moscio scatto due foto e le mando nudo alla padrona.

utilizzo i pantaloncini per coprirmi in attesa della risposta della padrona che non tarda ad arrivare.

- Bene. Ora mi fai un videochiamata. Hai gli auricolari wifi? mettili poi posiziona il telefono sull'altro lato del sedile. Attiva la videochiamata.-

Così attivo, saluto uno schermo buio e attendo.

- Togli la maglietta e tutto nudo sistema il telefono di fronte.-

Sfilo la maglietta e controllo la situazione degli altri passeggeri, poi mi allungo sul sedile sistemando il telefono.

Ritorno al mio posto, ho il cuore a palla, mi sistemo nel mio sedile e attendo.
La stronza della mia padrona tarda nella nuova richiesta, io nudo, li in fondo all'autobus, comincio a credere che la richiesta sia proprio quella! Passano i secondi e poi i minuti e io li seduto cerco di captare ogni singolo movimento degli altri passeggeri. Inizio a pensare ad un piano di salvataggio in caso dovessi rivestirmi in fretta, quando sento la voce della mia padrona:
- sali sul sedile, mostrami il culo, fai finta di guardare fuori.-
Mi volto, e mi piego mostrando il culo in cam, guardando fuori.
- bravo fai il cagnolino accucciato sul sedile!-
Obbedisco, e mi piego in posizione fetale sul sedile.
Non sono eccitato, ma proseguendo nelle posizioni l'attenzione è rivolta a tutta la gente che c'è li, alla ragazza a qualche centimetro da me. Questa volta, non sono a mio agio, qualcosa è cambiato, sto cercando di percepire le mie emozioni, stranamente mi assale una sorta di terrore.
- Basta siediti, spalanca le gambe, ora voglio una bella sega con schizzo, e stai attento a venire. Tutta la crema dovrà arrivarti sul corpo e in faccia. Fammi vedere cagnetta!-
Cosi mi risiedo, poggio i piedi sugli schienali in modo da avere la gambe spalancate e mi sego, una sega strana, senza emozioni, solo per svuotarmi e soddisfare la padrona.
Non c'è libido...(starò cambiando?) oddio mi assalgono tante domande.
Sono distratto e il pisello se ne accorge al punto che non vuole saperne di diventare duro.
Cambio posizione, abbasso le gambe e riprendo a segarmi, mi concentro su tutta quella gente e il desiderio di essere guardato rinasce cosi come il pisello che finalmente si sveglia.

Sono finalmente pronto per venire, cerco di sdraiarmi in modo da proiettare meglio gli schizzi.
Finalmente arriva il fiotto caldo e bianco: un getto unico e denso arriva sul petto-collo-faccia.
- Brava cagnetta. Non lo togliere fattelo asciugare addosso, solo allora potrai rivestirti. Buon rientro a casa. Ci sentiamo più tardi -.

Dagli auricolari sento la chiusura della chiamata, rimango un po' li fermo a rilassarmi, sentendo il seme che mi cola lungo il corpo. Mi ridesto da quel momento e decido di rivestirmi; guardo fuori per capire dove siamo arrivati e incrocio il riflesso sul vetro della ragazza davanti a me che dal vetro, rannicchiata, ha seguito la scena (da quanto tempo era li).

Mi sale un enorme imbarazzo, cerco di fare l'indifferente e cerco la maglietta che mi è finita a terra e cerco di recuperarla di tutta fretta. Quando rialzo la testa trovo la ragazza davanti a me che mi porge, ridendo, un pacchetto di fazzoletti. 

Io le sorrido, poi le rispondo che preferisco farmi asciugare il sudore addosso.

Lei sorride, si scosta e girando il sedile, recupera il mio cellulare e si siede vicino a me.

La vedo smanettare col telefono, poi me lo porge a va per alzarsi: era la sua fermata.

- La prossima volta voglio guardare in diretta.-

Sorride e va via.

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