𝐌𝐈𝐍𝐇𝐎

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come ogni altro giorno,minho tornò a casa dopo aver passato due ore ad allenarsi per dare il meglio di sé quando farà lo spettacolo di danza alla sua scuola — si era unito al corso di danza perché era la sua più grande passione.

arrivato davanti la porta di casa,aveva quasi paura di entrare:sua madre gli avrebbe ripetuto che lui é il fallimento della famiglia,che probabilmente senza di lui il mondo sarebbe stato migliore e si sarebbe preso il medesimo pugno di troppo. ma non poteva rimanere là fuori al freddo — era una fredda sera di dicembre,ci mancava poco che nevicasse —,quindi entrò.

sua madre era ovviamente posizionata sul divano,aspettando con quasi trepidazione che suo figlio tornasse per vedere che inutili cose avesse fatto,perlomeno secondo lei.

<<sei tornato eh>>
<<mhm>> minho aveva quasi paura a rispondere:sembrava più innervosita del solito quella sera.
<<sentiamo,cos'hai fatto di "bello","utile" e "produttivo" stasera?>> e sua madre aveva mimato ogni virgoletta,giusto per farlo sentire peggio di come lo faceva sentire gli altri giorni.
<<ho ripassato la parte centrale e finale della coreografia,dato che sono le parti più difficili,
e poi—>>
<<credi davvero mi interessi?>> sua madre si alzò e  minho indietreggiò,intimidito da come si poneva sua madre quella sera.
<<per me qualsiasi cosa che fai é ridicola,insulsa,inutile!c'é tuo cugino che lavora e tu che fai?provi coreografie e basta!come se fossero la tua ragione di vita!>>
minho non rispose,ma questo peggiorò solo la situazione.
<<spiccicale due parole dio mio!>>
<<lo faccio perché mi piace e perché vorrei fare della danza il mio futuro lavoro>>
sua madre iniziò a ridere ininterrottamente,e a minho veniva sempre più l'istinto di piangere.
<<tu e la danza?lavoro?!minho,caro!non farmi ridere!fai letteralmente schifo ad ogni passo che fai e TU vuoi fare dea DANZA il tuo LAVORO?ma fammi il piacere!>>
minho stava iniziando a stancarsi di quello che gli ripeteva sua madre — perché non sapete quante volte si era sentito dire quella frase — ,e qualcosa nella sua testa gli diceva di rispondere a tono. e così fece.

<<se solo tu sapessi quanto é importante per me magari staresti zitta una volta per tutte>> ed é qui che minho realizzò l'orrore che aveva fatto:aveva riposto a sua madre,e già questo gli sarebbe costato uno schiaffo,ma aveva anche alzato i toni con lei?non c'era nessun dubbio:lui da quella conversazione non sarebbe uscito.
la madre di minho si avvicinò sempre di più a lui,lasciando suo figlio senza scampo dato che dietro di lui c'era il muro,e non una via di fuga.
<<lee minho,come hai osato rispondere a tua madre?sopratutto con questo tono?!>> la mano della madre di minho si poggiò su una cinghia,mentre le lacrime uscivano dagli occhi di minho come se piovessero.
<<m..mi dispiace,lo giuro!non so cosa mi sia preso!per favore,posala!mamma?mamma!>>

e da lì,iniziò la peggiore mezz'ora della sua vita,piena di violenza e insulti. appena finita,minho si precipitò in camera sua per piangere.

solo dio sapeva di quanto si era stancato di quella situazione,di quanto volesse scomparire o di quanto volesse che scomparisse sua madre,ma ahimé nulla succedeva.

<<minho>> sua madre entrò in camera,più seria che mai. minho,ancora colmo di paura,si limitò ad annuire con la testa.
<<ti ho levato l'iscrizione a quel corso di danza,magari inizi a fare qualcosa di utile>> così,la madre di minho se ne andò insieme ai suoi sogni.

si sentì il mondo crollare:la danza era veramente tutto per lui,non aveva mai avuto hobby più bello di quello. era l'unica cosa che gli faceva avere obbiettivi,l'unica cosa per cui lottava un po' di più.

ma ora,tutto il suo futuro era andato in frantumi,quindi che senso aveva continuare?prese delle lettere che aveva scritto qualche mese prima per i suoi amici — ovvero chan,changbin,hyunjin,han,felix,seungmin e jeongin — e uscì di casa per l'ultima volta.

<<minho!oi,minho!dove cazzo vai?>>
minho ignorò sua madre e si diresse verso la posta più vicina per spedire quelle lettere che aveva preso.

una volta spedite,si diresse verso un edificio abbastanza alto;entrò nell'edificio e salì,salì e salì rampe di scale che sembravano infinite. ma poi si rese conto che mancavano poche rampe,cinque o sei,per arrivare alla libertà tanto attesa e mai datagli.

arrivato sul tetto dell'edificio,dopo tanti sforzi,ammirò la fantastica vista che avrebbe accolto tutte le lacrime che sua madre non ha raccolto e asciugato con la sua manica. pensò a quanto sarebbe stato bello portare han lì e,chissà,magari dichiararsi,ma quello solo in un'altra vita.

si mise in piedi sul bordo guardando in basso:era piuttosto alto e le sue vertigini gli stavano dicendo di ritornare indietro,di non buttarsi,ma chi gli avrebbe negato quella libertà che mai ha avuto?di sicuro non sarebbe stato lui stesso.

mise prima un piede nel vuoto,e la paura riempì il suo cuore;si sporse un po' nel vuoto e poi cadde,sentendo una sensazione di libertà nel suo corpo.

ora nessuno poteva impedire a minho di non raggiungere i suoi sogni,dato che in paradiso nessuno lo avrebbe fermato.

MINHO - THE END.

𝐒𝐔!𝐂𝐈𝐃𝐀𝐋 𝐋𝐄𝐓𝐓𝐄𝐑𝐒 | 𝐌𝐈𝐍𝐒𝐔𝐍𝐆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora