La fanciulla del mare e i pescatori di madreperla.

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Sul tappeto di foglie illuminate dal chiarore lunare, vortucaza, danzando una bambina dai capelli corvini e dagli occhi perlati.
Portava appresso uno zaino, custodendo così i sogni di una vita sprecata e logorata a rincorrere una felicità che aspettava a un'altra vita.
E più lei camminava, più la Luna sembrava riavvolgere il tempo per permetterle di narrare un altra favola degna della bambina dagli occhi di madreperla.
La fanciulla portava in sé un caleidoscopio di emozioni, un danzare irrequieto di pensieri. ma nulla sembrava abbastanza forte dal fermarla dal narrare di pescatori di madreperla contenenti anime irrazionali di navigatori persi nell ardore. del futuro.
Quando narrava gli occhi le si velavano di paesaggi regnati dal chiarore lunare, la fanciulla aveva castelli di casini irrisolti fra le mani.
Spesso si sentiva un piccolo silenzio fra i rumori. ma bastava un movimento leggiadro del fogliame che la rilevava e tutto dentro lei prendeva luogo nel suo essere, un vociare di canzoni, favole prendevano vita fra le sue labbra.
E di nuovo cianciava di isole e pescatori inesistenti se non nella sua mente.
Pareva quasi che lo facesse apposta, pareva quasi che lo vesse con tutta se stessache il mondo venisse inondato dalla fantasia, un mondo puro sporcato. macchianto da favole.
Un'idea così romantica da sembrare uscita fra una lettera e l'altra d'altre epoche.
Mantenendo viva la sua fantasia la bambina dagli occhi perlati non cresceva, anzi, ringiovaniva.
La donna incastrata nel corpo stretto e fin troppo comodo della bambina restava con gli occhi di madreperla e il sorriso di spine.
Non voleva morire e non morirà mai.
Non poteva.
Le favole non muoiono, si dimenticano ma poi si ricordan,le favole esistono finché si raccontano.
Esse sono eterne.
E la favola dei pescatori di madreperla e del tappeto di foglie è eterna come la giovane del mare.

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