Dramma nella cittadina di Timeville nel Kentucky, Ellie Thompson è stata ritrovata morta nel cortile della sua scuola, avrebbe compiuto quattordici anni tra poco
-e… era in preda alle convulsioni come come se fosse bloccata in un loop poi improvvisamente si è fermata e io ho provato ma…-
Questa è stata la dichiarazione del suo migliore amico il quattordicenne…La voce del giornalista sparì lentamente mentre Eva abbassava il volume
-Ma… come è potuto accadere?-
-La conoscevi?-
-No…cioè di vista era una primina e spesso la vedevo nei corridoi è… è sempre stata sorridente, era amica con tutti… tutti… nessuno può aver voluto…-
-in realtà non penso sia stato qualcuno della tua scuola probabilmente un adulto -
-ora vado in camera okay?-
-certo-
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Naomi cammina per la strada del suo quartiere fra poco la scuola finirà è arriverà l'estate, oggi è una giornata particolarmente calda quindi indossa solo un top nero e dei jeans corti. Ovunque guardi ci sono foto di quella ragazzina con frasi come “giustizia per Ellie” le strade sono vuote, tutti hanno paura ad uscire, sente, puntati su di lei, gli occhi dei vicini che la guardano dalla finestra.
È abituata a sentirsi osservata e giudicata, è da una vita che si sente dire che è sbagliata
“La figlia di Allen si è tatuata il braccio e ha solo quindici anni”
"un sindaco come lui così rispettoso, non si vergogna ad avere una figlia così?"
“Ma come si è vestita quella, non è degna di vivere qui se non fosse per il padre starebbe già in un cassonetto a fare la delinquente”
Da tutta la vita.
-ehi Allen che fai, vai ad un appuntamento con l’assassino di Ellie?- le gridò un ragazzo dalla finestra
Accettava le occhiatacce dei vecchi ma questo era troppo, l’avevano paragonata ad un assassino e per giunta era stato Philip Edward il più grande cretino della storia, è stato bocciato così tante volte che ormai potrebbe aver finito il college invece è ancora all'ultimo anno delle superiori e verrà bocciato anche quest'anno considerando le molteplici assenze
- Io non rimarrò chiusa in casa a girarmi i pollici perché ho paura come voi , è una bella giornata, c’è il sole e io voglio passeggiare se a voi da fastidio che una ragazzina riesca ad uscire di casa e voi no beh allora non è un mio problema-
-hai ragione c’è il sole ma… lasciami fare una domanda voi vampiri mostruosi potete starci al sole?- ridacchiò poi sparì, non era più dietro il vetro della finestra e dopo poco uscì dalla porta della casa, indossava una maglia larga di una band e dei jeans strappati.
Naomi voleva dargli uno schiaffo, lo voleva davvero ma non lo fece girò i piedi e proseguì la sua camminata alzando il dito medio verso di lui.
Afferrò una foto di Ellie attaccata ad un albero le dispiaceva per quella ragazza, moltissimo guardò il suo viso sorridente nella foto e pensó a quanto debba aver sofferto prima che la morte la portò via, nel frattempo vide il telefono pubblico posizionato sul muro, prese la cornetta e digitò il numero
-ehi…hai sentito?... una tragedia…si…si è terribile…mio padre?...lui è nel suo ufficio neanche sa che sono uscita…ti dispiace se…oh grazie-
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-Mamma! Viene Naomi qui per te va bene?- urlò Eva dopo aver posizionato la cornetta sulla base del telefono
-ehm… certo ma… suo padre la lascia andare in giro così da sola dopo quello che è successo?-
-proprio per quello che è successo il sindaco Allen è molto impegnato non credi?-
-dovresti smetterla di parlare così del sindaco Allen scommetto che è un buon padre-
-mamma ti rendi conto che Naomi deve nascondersi qui per disegnare da quando ha 6 anni-
-siete solo due adolescenti in cerca di drammi... sono così preoccupata che le succeda qualcosa, dovrebbe essere meno impulsiva-
toc toc toc
Eva esce dalla cucina
-hey ciao mimi-
-ciao Eva-
-visto mamma, è viva…mamma aveva paura che ti uccidessero nel tragitto-
-stia tranquilla signora Wilson so cavarmela anche da sola-
-Naomi vieni qui, abbracciami, non dare retta a Eva so quanto tu sia indipendente-
-davvero mamma?-
Naomi rise a questa esclamazione di Eva, Naomi amava stare a casa loro solo qui poteva ridere ed essere davvero felice, forse loro non lo sapevano ma, certe volte, erano le uniche a farla sorridere
Salirono le scale e si chiusero in camera
-dovresti smetterla di sembrare una brava ragazza con mia madre lo sai?-
-tu dovresti smetterla di chiamarmi mimi invece-
risero, di cuore, e per un attimo il mondo sembrò fermarsi, come se una ragazza non fosse appena stata uccisa, come se il signor Wilson non fosse mai morto, come se loro fossero ancora delle bambine che giocano insieme senza il peso dell’essere grandi, senza doversi preoccupare, senza le responsabilità, come se fossero ancora nel tempo in cui la vita era leggera, spensierata. Si abbracciarono cercando di eliminare il male e i problemi, schiacciandoli tra i loro corpi, insieme, per riuscire a sentirsi libere come erano state qualche anno prima. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo.
-dobbiamo parlare- era stata Eva ad interrompere quel momento, Eva odiava il silenzio e ogni volta che tutto era calmo lei si sentiva a disagio, ma in quel momento era diverso, era come se qualcosa la volesse trascinare via dal suo corpo. Doveva assolutamente spezzare quel momento, doveva fermare il silenzio, doveva allontanare quella sensazione che la stava lacerando, come se qualcuno cercasse di dividere il suo corpo dalla sua anima, ma nonostante la brutalità della cosa Eva si sentiva bene come se qualcosa stava cambiando lentamente in lei, capì dalla faccia dell'amica che anche lei stava provando le stesse emozioni, poi Eva disse due semplici parole
dobbiamo parlare
e appena le pronunciò, tutto quanto si dissolse, la lacerazione, il passato e la sensazione che le tormentava.
ma rimaneva ancora il presente da affrontare e si chiesero entrambe se non fosse stato meglio lasciarsi trasportare, cosa sarebbe successo se Eva non avesse parlato?
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è solo questione di tempo
Mystery / ThrillerDopo la misteriosa morte di Ellie Thompson, Eva e i suoi amici cercano di trovare un senso a quello che sta accadendo nella loro città. I demoni del passato perseguitano ancora l'intera popolazione di Timeville? State attenti perché niente è come se...