Chapter 1: Declino al Sapore di Nicotina

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Izuku sospirò quando consegnò il quattordicesimo Villain-teppista alla polizia, allo scoccare delle cinque di un pomeriggio piuttosto caldo. Luglio si era impossessato di Musutafu con una rapidità tale che in pochi giorni le temperature erano schizzate da calde e sopportabili a roventi ed infernali.

Il suo costume iniziava a essere completamente appiccicoso di sudore ma era in fondo il Number One Hero, di solamente venti anni e doveva sopportare oltre che essere devoto ai cittadini. Anche se questo voleva dire rinunciare o mettere da parte la propria vita quotidiana e la propria intimità.

"Hero Deku, la ringrazio per il suo lavoro. Da qui in poi ci pensiamo noi". 

Izuku sorrise al poliziotto che gli si era inchinato rispettosamente dinanzi; doveva avere almeno venticinque-trent'anni.

Fece un cenno con il capo e se ne andò, passeggiando attentamente in pattuglia. Era davvero stancante ma dopotutto aveva studiato alla U.A. proprio per questo ed era ancora per lo stesso motivo che All Might gli aveva concesso l'One for All.

Il suo cellulare si illuminò nella tasca del costume poi vibrò pochi secondi dopo; Izuku non smise di camminare ma si concesse di leggere il messaggio di Katsuki.


Dove cazzo sei?


"Kacchan... si preoccupa sempre per me" sorrise addolcito, rispondendogli che era ancora di pattuglia.

Il suo ragazzo da circa quattro anni e mezzo gli scrisse che lo avrebbe aspettato per altri dieci minuti, dopodiché sarebbe venuto a prenderlo. Izuku non comprese esattamente, si limitò a fissare la data sul display e l'ora: era il quindici luglio, quasi le cinque e trenta del pomeriggio. Un'altra mezz'ora, incredibilmente era volata.

"Forse potrei anche tornarmene a casa" rifletté incerto, fissando il cielo ancora azzurrato.

A pochi passi da lui, in un piccolo ristorante, la vetrata esplose e tra le urla delle persone spaventate e i camerieri che imploravano a qualcuno di acciuffare l'ennesimo teppista con il registratore di cassa sottobraccio Izuku sospirò, accantonando definitivamente l'idea di andare a riposare.

"Scusami, Kacchan... ma dovrai aspettare ancora un po'" disse.

Contrasse tutte i muscoli, caricò il braccio destro e quando l'uomo dai folti capelli neri gli fu vicino lo stordì con un Detroit Smash in pieno ventre, scagliandolo ironicamente nel camion della nettezza urbana, tra gli applausi delle persone. Prese il registratore di cassa dal marciapiede e lo andò a consegnare al proprietario del ristorante, sorridendogli.

"Grazie, Hero Deku! E' stato davvero tempestivo!" sorrise l'uomo, gentilmente. "Dov'è DynaMight? Di solito si ferma sempre a mangiare qui ed è un cliente di tutto rispetto".

Izuku contrasse leggermente le sopracciglia ma non smise di sorridere.

"Ah, sì... viene sempre con il ragazzo dal corpo indistruttibile".

"Intende, Red Riot?" marcò Izuku con uno sguardo vivido di tante emozioni differenti.

"Sì, proprio lui! In giro si mormora che sono proprio intimi ma... non voglio farle perdere tempo, Deku! La ringrazio di cuore a nome dei miei dipendenti e dei miei affezionati clienti!". L'uomo gli si inchinò rispettosamente, poi gli sorrise ancora più gentilmente. "La prossima volta venga a mangiare nel mio ristorante. Haruki e Hachiro, i miei figli, sono suoi grandissimi fan! E ovviamente anche la mia cara moglie Ai-chan!".

"Oh, lo farò senz'altro. Abbia cura di lei, signor...?".

"Tsukishima. Sono Daichi Tsukishima, Deku" si affrettò a spiegare l'uomo, salutandolo ancora una volta.

Izuku annuì poi con la Black Whip si lanciò verso il tetto di alcuni edifici per poter dare ancora una controllata alla città vista dall'alto. In realtà, oltre quello, avrebbe semplicemente analizzato le parole di Tsukishima-san nella speranza di cancellare quel picco di slealtà che aveva percepito verso Katsuki. 

Perché non gliel'aveva mai detto? 

Per un secondo si sentì perfino in colpa per essere saltato, sperava, a conclusioni affrettate.

Red Riot e DynaMight, però, erano stati piuttosto amici ai tempi della U.A., oltretutto Eijiro era compagno fedele di Denki, quindi perché si era già come preoccupato?

Izuku scosse il capo, pizzicandosi il divario tra gli occhi. Era davvero stanco ed era sicuro che il caldo gli avesse fatto, sebbene per un secondo, dubitare del suo Kacchan.

I suoi sensi lo allarmarono: si inchinò rapidamente verso l'esterno per evitare un improvviso mattone che si schiantò contro la cabina dell'ascensore del palazzo, incrinandosi in diversi pezzi più piccoli.

Izuku si voltò prontamente, la Black Whip serpeggiò fuori il suo corpo ma il biondo lì dinanzi a sé ebbe il potere di congelarlo sul posto e fargli abbassare la guardia. Tutto con un solo sguardo furente e senza nemmeno il costume da Hero addosso!

"Kacchan...".

"Kacchan un cazzo, Deku! Mi hai fatto scomodare per venirti a prendere!" sbuffò il biondo, raggiungendolo ad ampie falcate. Lo afferrò per un braccio e se lo spinse in avanti per baciarlo famelicamente. "Sai che ore sono? Ti avevo detto dieci minuti!".

"Quasi le sei?" azzardò il verdino, ridacchiando un po'.

Katsuki si ritrasse, staccando la mano intorno al braccio ma dopo qualche istante scoprì i denti e bofonchiò una mezza imprecazione.

"Mi stai prendendo per il culo? Sapevi che erano le sei in punto e non sei venuto lo stesso?!".

BAKUDEKU - KIRIKAMI : Tra Amore e RealtàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora