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Il resto delle lezioni le passammo ad amoreggiare come una coppietta di sedici anni, mi sentivo giovane e senza scrupoli, lei si faceva fare di tutto, tra una toccatina e l'altra mi ritrovavo sempre sopra di lei e quando non succedeva le insegnavo qualche spartito, era quello che dovevo fare oltretutto, ma il nostro amore era più forte del suono di quella vecchia pianola.

Sabato

Andai a quel famigerato appuntamento con la mamma Mary, la portai in un ristorante italiano, che casualità, ma volevo stupirla.
«Immaginavo che mi avresti portata qui sai?»
«Ma davvero?» dissi mordendo la lasagna dalla mia forchetta e lei rimase lì a fissarmi.
«Qui mio marito ci portava a mangiare, me e Rose intendo» ecco che ricomincia con le sue lagne sull'ex marito, ma chi me l'ha fatto fare, comunque continuavo ad annuire e sembravo davvero interessato, e lo sottolineo, sembravo.
«Che ne dici se andiamo a casa mia? Potrei dare delle lezioni di piano anche a te...» lei rise mentre afferravo il bicchiere con del vino rosso, volevo scoparmela, se non potevo con Rosemary che quel giorno non c'era l'avrei fatto volentieri con Mary.

Entrammo in casa e le offrii altro vino, la volevo abbastanza stordita da volermi fino all'ultimo centimetro della mia pelle «Ci accomodiamo sul divano?» sì, lo stesso divano dove ho scopato tua figlia negli ultimi due giorni, ci accomodammo l'uno affianco all'altra e non avevano nulla da dire «Ti è rimasta un po' di salsa sul labbro...» disse avvicinandosi a me con le sue dita.
«Sono andato in giro sporco di salsa?» lei annuì e iniziammo a ridere «Perché non me l'hai detto prima?»
«Perché non avrei potuto fare questo...» si avvicinò al mio volto e tolse la macchia di salsa con la lingua, mi aggrappai al bracciolo del divano, da lì cacciai la mia lingua e glie la ficcai in bocca, rimase sorpresa da quella mossa e iniziò a stendersi lentamente così che possa stendermi su di lei.

I suoi seni erano morbidi e pomposi e non mi aspettavo tutto quel entusiasmo da una donna di chiesa (dato il crocifisso che portava al collo) «Rob ti prego, scopami» di già? Ma sì, diamole questa botta e falla filare a casa.

Mi slacciai i pantaloni e lo tirai fuori dalle mutande, le palle mi facevano male così senza indugiare glie lo infilai tra le gambe facendola ansimare, era così rumorosa che dovetti attapparle la bocca, non volevo che mezzo vicinato ci sentisse, non amavo molto i suoi gemiti, non erano per niente come quelli di Rose ma me li faci bastare, cambiammo posizione, mi sedetti e lei era a cavalcioni su di me con il mio cazzo ancora dentro di lei «Sto venendo!» urlò Mary mentre si spostava i capelli dalla bocca, le afferrai i fianchi e lo strinsi il più forte che potevo, alzò la testa leggermente all'indietro, una volta ritornata con il viso difronte al mio una visione celestiale mi parve di fronte, la mia Rosemary che mi cavalcava in modo animale, spalancai gli occhi, stavo per venirle dentro «Rob sto venendo!» strinsi i denti e continuai a sbattermela fino a perdere fiato «Ro-MARY! Mary..." concentrati coglione, falla finita.
Ci fermammo, lei cadde su di me e i suoi capelli mi coprirono l'intera faccia, l'alzai e la posai di fianco a me «È stato...fantastico Rob...» iniziò ad abbracciarmi e baciarmi quel poco di petto che fuoriusciva dalla camicia fradicia, non le risposi, non volevo.

𝑩𝒐𝒄𝒄𝒂 𝑫𝒊 𝑹𝒐𝒔𝒂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora