Beauty

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Ho riflettuto tanto sul concetto di bellezza. Cos'è la bellezza? La risposta che mi balza subito in mente è che la bellezza non sia altro se non una serie di convenzioni sociali, delle regole dettate da una società protagonista di una continua evoluzione meccanicistica e alienata. Cosa rende bella una persona? Siamo noi a decidere che gli occhi azzurri sono meglio di quelli marroni, che i capelli biondi sono più belli di quelli scuri e via dicendo. Questo però prescinde dal concetto di simmetria che un po' avevano accennato i pitagorici, coloro che avevano rivisto in tutti gli elementi del mondo un antenato geometrico. Perché la nostra società è plasmata nella concezione che il corpo magro è meglio di quello formoso? Ecco, qui ritroviamo la simmetria, l'armonia di un corpo con le forme "giuste".

Cos'è che mi suscita questo sentimento, ora che sono seduta in riva al mare a New York? La bellezza sono i palazzi sullo sfondo, le luci che li colorano e che decorano il ponte di Brooklyn che diventa il protagonista del panorama di fronte a me. Tuttavia, il concetto di bellezza è troppo ampio per fermarsi solo a questo.

La bellezza è la pace dei sensi del mare che s'infrange sulla scogliera, è il rumore del treno che passa sopra di me, la bellezza è un decimo di secondo in cui sei nel mondo e fuori di esso, in cui non vorresti essere da nessun'altra parte se non quella.

La bellezza però è fugace, e non sempre si ha la fortuna di riconoscere il momento. E non so dirvi nemmeno se sia un male o no. Semplicemente si vive. Schopenhauer diceva che il genio, colui che capisce sempre tutto, soffre di più. Quindi chissà, forse è meglio non sapere.

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