4. Danneggiato

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Quella mattina mi svegliai avvertendo un calore, ormai stranamente familiare, al mio fianco che aveva caratterizzato le mie notti fin da quella sera passata in piscina.

Quella mattina però era diverso.

Svegliandomi lentamente, riuscii ad avvertire con più profondità la situazione che mi circondava, sentendo delle braccia legarmi la vita.

Non avevo mai dormito tra le braccia di qualcuno fino a quel momento, e la cosa era assolutamente strana nonostante fosse inspiegabilmente piacevole avvertire quella stretta, percependola quasi come un tentativo di protezione.

Rimasi a bearmi di quel profumo dolce che si era impossessato del cuscino, delle lenzuola, del copriletto e di tutta la camera, che avevo scoperto riuscisse a rilassarmi quando avvertivo l'ansia prendere piede alcune sere, e prevenirla la maggior parte delle volte.

Aprii appena gli occhi, venendo subito colpito dalla luce del sole che penetrava dalla finestra, concentrando poi lo sguardo sul ragazzo dormiente al mio fianco.

Ero stato fortunato: avevo del buon sesso tutte le sere, qualcuno con cui parlare in extremis, un profumo che riuscisse a distrarmi dall'ansia facendomi rilassare e rinunciare qualche volta alle gocce delle quali ormai ero quasi dipendente, qualcuno che si impegnasse a portarmi la colazione quando era libero la mattina e rimaneva a dormire in camera mia dalla notte... E tutto ciò per del patetico sesso. Era un bel compromesso.

«Mattia mollami»

Pronunciai con la voce roca della mattina, avvertendo dei mugolii contrariati

«Mattia»

Provai nuovamente ottenendo l'effetto contrario di far stringere quella sorta di abbraccio nel quale mi ritrovavo

«Ma non devi lavorare?»

«Sono libero» Si lasciò sfuggire in un mormorio buffo che fu in grado di farmi accennare un sorriso divertito

«Allora alza il culo perché ho fame e ho le prove»

Non senza qualche altro mugolio di protesta, finalmente mi lasciò andare e, ancora con gli occhi chiusi, si voltò su di un lato, riservandomi la vista delle sue spalle.

«Tu non devi fare colazione?»

Chiesi quando mi alzai da quel comodissimo materasso, prendendo dai miei bagagli una tuta che avrei indossato dopo una doccia estremamente veloce, spaventato dal perdermi la colazione

«Non ho fame»

«Non hai mangiato neanche ieri per cena»

«Affari miei»

Roteai gli occhi, odiando quando delle mattina si comportava in quel modo strano che, sicuramente, faceva a pugni con i suoi modi dolci abituali che, per quanto fastidiosi delle volte, erano sicuramente più accettabili.

Non dissi nient'altro, dirigendomi verso il bagno per fare quella decantata doccia fresca.

Quando fui pronto e uscii dal bagno, trovai il ragazzo nell'esatta posizione nella quale lo avevo lasciato, ma non indagai ulteriormente, alla fine lo aveva detto lui: "Affari miei".

Uscii da quella camera dopo aver preso il consueto borsone, scendendo velocemente le scale per poter raggiungere l'esterno come ogni mattina, facendo tappa al buffet.

Prendendo il solito latte e biscotti, mi bloccai quando il mio sguardo finì sulla torta, che il ragazzo che avevo in camera mi aveva accennato mezza volta fosse la sua preferita e, sospirando, decisi di prendere qualcosa anche a lui.

Eclissi |Zenzonelli| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora