Capitolo 2

39 6 2
                                    

Chat Noir salì su un comignolo e cominciò ad osservare con attenzione il panorama: Parigi era la stessa della sua realtà, stessi monumenti, stesse strade. Forse il punto di scissione tra i due mondi era proprio quello, un particolare del suo passato, una frase diversa aveva cambiato tutto facendo cadere nel caos quest'universo.
"Va bene" disse dopo qualche minuto di meditazione. "Abbiamo appurato che tu sei Marinette..."
"Cheeee? Cooosa? Ma no, dai, che stai dicendo, io non sono..."
Il gatto la guardò sollevando un sopracciglio.
"Come lo hai scoperto?"
Lui sorrise e balzò giù dalla sua postazione.
"Quando siamo scappati dall'hotel eravamo in tre: io, Marinette e Katami. Visto che abbiamo escluso Katami dalla lista dei sospetti, rimane solo Marinette, ovvero tu Milady"
Ladybug sbuffò, non credeva sarebbe stato possibile essere scoperta per una banalità simile, ma ormai il dado era tratto e continuare a negare sarebbe stato inutile oltre che una perdita di tempo.
"Non credevo fossi così furbo, gattino"
"Heiii" rispose lui con tono offeso.
"Comunque, tornando al perchè sei qui."
"See, see, cambia argomento."
"Gatto!" Lo sgridò lei con fare seccato.
Chat Noir si sedette incrociando le gambe, appoggiò il mento nella mano e mise il broncio.
"Ancora oggi non mi capacito del fatto che tu sia Adrien, siete troppo diversi"
Il gatto soffiò e gli voltò le spalle incurvandosi su se stesso ma, come tutti i gatti, tendendo le orecchie all'indietro per sentire eventuali suppliche o moine.
Ladybug sorrise divertita, lo raggiunse e si accucciò dietro di lui.
"Non offenderti, è che come Adrien sei calmo e riflessivo, come Chaton sei scatenato ed impulsivo" e dicendo il tutto con voce melliflua cominciò a fargli i grattini sulla nuca.
Al gatto scapparono delle fusa, ma subito avvampò e scattò in piedi cercando di nascondere l'imbarazzo.
"Anche tu cambi in maniera impressionate quando sei Marinette"
La ragazza sbuffò e si alzò facendo leva con le mani sulle ginocchia.
"Allora, Milady, cosa sappiamo su questo fumo rosso che investe Parigi?" Domandò Chat Noir imitando un binocolo con le mani mentre scrutava la città.
"Ben poco, sappiamo che è comparso quando ho rotto il mio lucky charm, che trasforma le persone in zombie e che vola basso"
"In zombie, sul serio?" Chiese preoccupato il gatto.
"Beh, non in senso letterale, ma la gente se ne va in giro barcollando, sbattendo e cadendo. Ah, e tu sei lì dentro, o meglio, l'Adrien della mia realtà è lì dentro"
"Sicuramente sarò lo zombie più carino di Parigi"
Uno yo-yo atterrò direttamente sulla sommità del suo capo e lo fece gemere, il ragazzo si voltò squadrando l'eroina mentre si grattava la testa per il dolore.
Ladybug intanto, facendo finta che non fosse successo nulla, stava cercando informazioni sul suo Bugphone per trovare un'immagine del Luckycharm, ma senza riusultati: la città intera era già sotto l'effetto delle vespe quando lei si era trasformata.
"Era una bottiglia piuttosto grande, a pois e con un'etichetta rossa e una scritta nera che diceva BREAK ME!"
"Ma dove siamo, in Alice nel paese delle meraviglie?" Chiese divertito il gatto.
"Quella ci avrebbe fatti rimpicciolire" continuò scocciata la ragazza.
Dopo qualche altro minuto, nel quale i ragazzi cercavano di capirci qualcosa di più per arrivare ad una soluzione, si tornarono a sedere sul cornicione, spalla a spalla, per scrutare l'immensa nuvola nella speranza di notare un particolare sfuggitogli.
"Di chi pensavi che parlassi?" Chiese all'improvviso Chat Noir.
Ladybug emise un gemito e non diede risposta.
"Dubito fortemente di averti detto di essere innamorato della paladina di Parigi, mi avresti preso per pazzo, ma non sapevo che tu sapevi chi ero, quindi, cosa ho detto che ti ha sconvolto così?"
Ladybug sospirò e si distese sul tetto "Hai descritto Katami"
Il ragazzo non capì e il suo sguardo si fissò sul viso pensoso della sua amica.
"Stavamo per baciarci quando ti sei fermato e mi hai detto che non potevo farlo, che il tuo cuore desiderava questo con un'altra e quando ti ho chiesto chi fosse mi hai detto che ha i capelli neri, che è forte, determinata, che non ha paura di nulla e che combatte come una ninja."
"In effetti sono stato ambiguo" rispose Chat Noir allungandosi supino accanto alla ragazza ed imitando con le mani un gatto che si stiracchia "ma io stavo parlando di te. Il mio cuore parla sempre e solo di te."
Ladybug si voltò ad incontrare quegli splendidi occhi verdi che l'avevano sempre cercata e seguita e che ora aspettavano imploranti che lei dicesse o facesse qualcosa, un segno qualunque gli sarebbe bastato. Lei alzò un braccio fino al viso del ragazzo e con il pollice gli accarezzò la guancia sinistra. Lui chiuse gli occhi e mosse la testa quel poco che bastava per andare incontro alla dolce carezza.
"Quanto sei bello" disse con un fil di voce mentre passava a sfioragli le sopracciglia, le tempie ed infine i fili d'oro che ondeggiavano lievi ad ogni suo respiro.
Chat Noir le prese la mano e le baciò il palmo, poi il polso e cominciò a risalire il braccio sfiorandolo appena con le labbra. Quando si ritrovò a pochi centimetri dal suo collo, staccò la bocca dalla sua pelle ed appoggiò la fronte contro la sua.
"Da quanto sai chi sono?"
"Da quando è comparsa Miraculer. Dopo che ti aveva cataclismizzato e ti eri ritrasformato, ho visto mentre ti trasformavi nuovamente in Chat Noir. Quel giorno stavo per perdere la bussola e tu mi continuavi a chiedere cosa non andasse perchè mi vedevi strana. È stato davvero sfiancante."
Chat Noire le accennò un bacio sulla fronte, poi le sollevò il mento con il pollice e l'indice e la guardò negli occhi. Quell'azzurro così intenso da ricordare l'oceano e così vivace da intrappolartici gli mozzò il fiato.
"Non è quello che ricordo io" gli disse a fior di labbra.
La ragazza appoggiò le dita della mano destra sulla sua bocca per bloccarlo e si allontanò leggermente da lui. Il gatto sentì una fitta al cuore ma capì anche che la sua amica era sconvolta da ciò che stava accadendo e che forse non si sentiva ancora pronta. Fece un profondo respiro e si rialzò, si stiracchiò pigramente e cominciò a roteare il bastone per farsi venire qualche idea.
"Dovremmo catturare uno di quegli zombie" disse il gatto in un lampo di genio.
"E come facciamo? Laggiù non possiamo scendere e non ci vedo abbastanza bene per poterne prendere uno con lo yo-yo senza rischiare di ferirlo.
"Ci servirà un po' di fortuna, Miledy" disse il ragazzo ammiccando.

La realtà alternativaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora