Capitolo 1

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Da qualche giorno Monarch stava giocando al gatto e al topo: compariva ovunque ad ogni ora del giorno e della notte, creava un po' di scompiglio e poi spariva attraverso il portale del cavallo.
Chat Noir era sfinito da questo andirivieni insensato ed ogni volta che il cattivo svaniva sotto i suoi occhi la rabbia aumentava. Quella sera si era persino messo a gridare al cielo sul tetto di un palazzo per la frustrazione mente Ladybug cercava di calmarlo.
Era scappato da lei senza rivolgerle nemmeno un saluto, saltando da un edificio all'altro, digrignando i denti ed inveendo contro il nemico.
Era scivolato dentro la sua camera da pochi istanti e stava ancora cercando di sbollire la rabbia prendendo a calci l'aria prima di ritrasformarsi quando una luce verdastra apparve dinnanzi a lui sorprendendolo.
Da quel cerchio luminoso uscì una trafelata Bunnix che gli afferrò le spalle.
"Minichat, devi venire con me nel futuro" disse la supereroina fissando nei suoi occhi uno sguardo allarmato.
"Wow wow wow" rispose Chat Noir alzando le braccia e allontanandosi di un passo da lei "Credo tu abbia sbagliato supereroe, coniglietta. Cerchi quella vestita in rosso"
"No, zuccone, cerco quello che si fa le unghie sul divano"
"Ehi" riprese con fare da finto offeso "sono educato, non distruggo i mobili. Al massimo li polverizzo quando Milady lo richiede, ma del resto sono prrrrfetto"
Bunnix alzò gli occhi al cielo e gli agguantò un polso trascinandolo all'interno della sua tana mentre il gatto continuava a protestare.
L'interno della tana era sempre una meraviglia per gli occhi: centinaia di oblò luminosi presentavo altrettante immagini di passato, presente e futuro e Chat Noir non potè fare a meno di spalancare la bocca in un'espressione di stupore.
Bunnix intanto gli aveva lasciato il braccio e si era fiondata contro un'immagine per regolarne il tempo.
"Casa tua è l'apoteosi della fantascenza" disse il gatto ammirando ogni singolo centimetro della stanza sferica "se l'affitti fammelo sapere"
"Non ora, Minichat" rispose turbata la supereoina.
Il ragazzo alzò le spalle e si avvicinò alla coniglietta la quale, senza preavviso, lo spinse dentro al portale che aveva appena attivato.
"Và, trova Ladybug e sistema tutto"
"Trovare Ladybug?" Chiese perplesso "Che significa? Non è lei che aggiusta sempre i guai temporali?"
"Non questa volta"
Il portale si richiuse in faccia al gatto ed egli si ritrovò a chiedere informazioni al comignolo innanzi a lui.
Chat Noir si grattò la nuca con la mano destra mente osservava perplesso i dintorni: Parigi era tranquilla, troppo tranquilla. Sorpreso dall'assenza di rumore il gatto guardò verso il basso e notò una nuvola di fumo rosso che viaggiava bassa per ogni strada, vicolo e piazza e che sembrava aver immobilizzato la città.
Perplesso, l'eroe cominciò a saltare da un tetto all'altro alla ricerca di un indizio sull'accaduto quando, sull' Arc du Triomphe vide una ben nota figura color fuoco rannicchiata su se stessa. Con pochi balzi il gatto la raggiunse e si portò alle sue spalle.
"Ciao Chaton"
"Milady" fece di rimando l'eroe con un inchino "che è successo qua? E perché stai piangendo?"
La ragazza si asciugò le lacrime col palmo della mano e gli fece segno di sedersi accanto a lei. Chat Noir la guardò preoccupato, ma obbedì e si portò al fianco della sua amica.
"Immagino tu venga dal passato" sospirò la ragazza. Il gatto annuì senza toglierle gli occhi di dosso. "Era logico, Bunnix non avrebbe potuto fare altrimenti. Tutto ciò che vedi è... è colpa mia." Ladybug sospirò mentre il suo sguardo vagava tra l'immobilità della metropoli. " Ho scoperto qualcosa che sapevo di non dover scoprire, ed ora eccoci quà, intrappolati nella staticità di un mondo sbagliato"
"Cos'hai scoperto di così atroce?"
"Che sei Adrien Agreste"
Al ragazzo si fermò il cuore. Il fiato gli era morto in gola e dopo un attimo d' indecisione per valutare se negare o affermare la cosa, optò per il silenzio e prese la mano dell'eroina nella sua. Gli occhi di lei si riempirono nuovamente di lacrime ed un singulto le uscì dalla gola.
"Sapevo che era sbagliato, ma l'ho scoperto e speravo di poter far finta di nulla. Cercavo con tutte le mie forze di ignorarlo, di andare avanti, ma quando... quando mi hai detto che amavi un'altra, ecco, qualcosa si è rotto"
Chat Noir fece scattare le orecchie all'indietro.
" È impossibile, Milady, io amo solo te. Dovresti saperlo ormai; ogni mia dichiarazione, ogni mio romantico gesto, ogni mio sguardo erano, sono e saranno sempre e solo per te"
" Non è quello che mi hai detto" urlò lei con la voce rotta dal pianto soffocato "Non è ciò che mi hai detto poco prima che le vespe ci raggiungessero. Io non so più cosa pensare, non so più a cosa credere" ed affondò il viso nelle mani mentre i singhiozzi le scuotevano il corpo.
La trasformazione di Chat Noir avvenne mentre erano lì, sul tetto della città ed un Plagg stanco ed affamato scivolò sulle gambe del suo padrone col pancino brontolante. Adrien gli porse un pezzo di camembert stagionato 36 mesi gli diede un buffetto sulla testa.
"Credevo non ti interessasse quello che provavo per te, credevo che i miei sentimenti fossero solo un peso"
"Perché non sapevo che il ragazzo che ho sempre amato fossi tu!" Esclamò la coccinella quasi urlandogli in faccia. Ad Adrien prese un colpo, non per la dichiarazione, ma per il modo in cui la sua lady glielo stava dicendo. Ladybug amava da sempre Adrien e Chat Noir amava da sempre Ladybug, solo che Ladybug non sapeva che Adrien fosse Chat Noir e Chat Noir non sapeva che in realtà Ladybug amasse Adrien e che...
"Ma che casino" esclamò Adrien spalancando gli occhi.
"Mylady, mi spiace dirlo ma in questo frangente sei davvero tonta"
L'eroina strabuzzò gli occhi dalla sorprese e stava per replicare quando il ragazzo la zittì con un gesto.
"Sei davvero, davvero cieca. Hai sempre amato me che ti ho sempre ricambiata, ma mentre io decantavo sonetti sulla profondità dei tuoi occhi tu sei sempre rimasta a guardare e basta? No, dico, ragazza mia, ma scherziamo?"
Ladybug si alzò in piedi stizzita da questa sua affermazione e battè le scarpe alquanto scocciata.
"Ma come avrei mai potuto dirti qualcosa se nessuno dei due avrebbe dovuto conoscere l'identità dell'altro? E quando finalmente scopro che il ragazzo che ho sempre amato in realtà mi ha sempre ricambiato tu che fai? Vai dietro ad un'altra, cambi obiettivo. Ma prego, gattaccio randagio che noi sei altro, vai a bere il latte in un altra casa!"
Adrien si coprì gli occhi per qualche istante, poi si massaggiò le tempie per cercare di far ordine nella mole di informazioni che all'improvviso gli era piombata addosso, un macigno di idee confuse lo stava schiacciano ed un non indifferente mal di testa gli stava già bussando sulla fronte.
"Azzeriamo tutto, Milady!" Disse dopo qualche di riflessione. "Tu mi hai detto che ti ho confessato di amare un'altra poco prima che le vespe ci raggiungessero. Questo vuol dire che Chloè è riuscita a recuperare nuovamente il pettine dell'ape ed è tornata ad essere Queen Wasp. Monarch deve averla contattata in privato e..."
"Chi?"
"Monarch." Riprese Adrien.
"E chi sarebbe?"
Il ragazzo la guardò perplesso "Hai battuto la testa Milady? Monarch... Papillombre o Papillon degli esordi."
Ladybug scosse la testa. Queste informazioni non le dicevano nulla.
"Ma non è possibile! Dopo che Papillon ti ha preso la Miracle box ha cambiato nome e aumentato i suoi poteri."
"Ma che stai dicendo? Maestro Fu ha la miracle box, non io. Ommioddio, vuoi dire che Papillon ha preso Maestro Fu?"
Adrien rimase senza parole: qualcosa non andava. Ladybug sembrava realmente all'oscuro di tutto e non riusciva a seguire il suo discorso, anzi, era riuscito a confonderla ancora di più.
Adrien si ritrasformò, si alzò in piedi e si portò innanzi all'eroina. La guardò fissa negli occhi e la vide arrossire violentemente, poi abbassare lo sguardo e spostarsi una ciocca dei capelli corvini dietro l'orecchio.
"Ommamma" esclamò l'eroe "Non sono nel futuro, sono nel passato! E non nel nostro passato, tu non sei la mia Ladybug."
La ragazza alzò gli occhi infastidita "Cosa stai cercando d'insinuare?"
Ma il ragazzo ormai era partito per la tangente ed i suoi pensieri volavano attraverso le sue parole. "Non ero con te in riva alla Senna nei miei ricordi, ero con Katami, e so per certo che tu non sei Katami visto che lei è Ryuko, questo vuol dire che in questa linea temporale il gelato lo stavo mangiando con un'altra ragazza!"
Ladybug era totalmente confusa ora: nei sui ricordi quando Andrè gli aveva proposto i gelati, lei aveva scelto mora e menta piperita e Katami  si era fatta sportivamente da parte dicendole che era rimasta sorpresa dalla sua decisione, ma che era fiera di lei e di come era riuscita ad esprimere il suo volere. Ora Chat Noir le aveva fornito un'altra versione dei fatti, una versione in cui lei si era fatta da parte in favore della sua amica.
"Stai forse dicendo che.."
Il gatto sospirò e le appoggiò le mani sulle spalle.
"Sto dicendo che sono finito in una realtà alternativa."

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