CAPITOLO 7

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L'interno del cottage era tanto carino quanto l'esterno.
Appena entrati Aeryn notò una piccola cucina sulla sinistra con un tavolo da pranzo con sopra una tovaglia di lino beige ricamata a mano.
Sulla destra invece c'erano un divanetto e una poltrona vicina ad un vecchio camino fatto delle stesse pietre del muro esterno.

Graziose tende ricamate a mano decoravano i lati delle finestre lasciando entrare la luce calda del tramonto.

Aeryn appoggiò le borse sul tavolo insieme a quelle che avevano i suoi amici e poi andò ad esplorare il resto della casa.
Si muoveva come se fosse in una sorta di bolla, i rumori dei suoi nuovi compagni le giungevano ovattati.
Un piccolo corridoio con quadri campagnoli alle pareti portava alla camera da letto e al bagno.
Un grande letto occupava gran parte della stanza ma restava comunque abbastanza spazio per un piccolo armadio e una toeletta anche quella in stile cottage e rigorosamente in legno lavorato a mano.

Il bagno invece era piuttosto piccolo ma funzionale.
Tornò nella sala-cucina insieme agli altri che stavano già sistemando le cose in dispensa chiacchierando piano.
O meglio, Cassandra e Daigo chiacchieravano, Daryl invece eseguiva in silenzio i compiti che gli venivano assegnati.

"È meravigliosa" disse Aeryn con un grosso sorriso.

Era la prima volta in vita sua che stava da sola in una casa tutta sua. O quasi sua.
Si era sempre arrangiata da sola a casa, certo, però non era minimamente paragonabile all'esperienza che stava vivendo in quel momento.

"Vero?" Le risposte Cassandra lanciandole una mela. "Noi qua abbiamo fatto, vuoi una mano a sistemare i vestiti?"

"Oh no, non voglio disturbarvi ancora, ci penserò da sola" li rassicurò lei.

"D'accordo, se hai bisogno però avvisaci" disse Daigo salutando con la mano e aprendo la porta per far uscire Cassandra.

Guardarono Daryl che però fece loro segno di andare.

"Sicura di non aver bisogno? " Chiese lui quasi apprensivo quando gli altri uscirono dalla porta.

"Tranquillo, non ho molta roba da sistemare, sei libero di andare dalla tua ragazza" disse sfoderando il suo miglior sorriso finto.

Lui corrucciò la fronte un istante e poi spostò una sedia per sedersi.
Aeryn lo guardò con un sopracciglio alzato come per chiedergli cosa stesse facendo.

"Non ne ho voglia di andarci... E poi posso aiutarti a finire di sistemare"

Lei non disse nulla e gli passò una pigna di vestiti da portare in stanza.
Daryl sorrise scuotendo la testa.

Era così enigmatico quel tipo...

Sembrava quasi una catena di montaggio: Daryl passava i vestiti ad Aeryn che li sistemava sulle grucce e li appendeva nell'armadio.
Si imbarazzò un po' nel far vedere a Daryl tutti i suoi vestiti, completi intimi e da notte inclusi, però lui non disse niente a riguardo e si limitò a passarle gli indumenti sempre immerso nel suo silenzio.

Quando finirono lo accompagnò alla porta di casa e lo salutò.

"Grazie mille Daryl" un velo di imbarazzo cadde su di loro mentre si guardarono negli occhi.

"Figurati. Se hai bisogno sono qua a due passi da casa tua..." Disse lui esitando prima di andarsene.

"E vedi di chiudere chiavistello e sbarra di legno, leone!"

"Sarà fatto, signor capitano. E non chiamarmi così"

"Nemmeno tu. Buonanotte, Aeryn"

"Buonanotte, Daryl"

Quando uscì chiuse la porta e seguì il consiglio di Daryl di chiudere con anche i ganci.
Entrò in quella che sarebbe stata la sua camera da letto per i prossimi tempi e passò una mano sul lenzuolo di lino pesante che rivestiva il materasso.
Mosse le dita lungo il decoro ricamato a mano e si sdraiò stanca sul letto.

I pensieri che fino a quel momento non si erano fatti sentire iniziarono ad affiorare nella sua mente.
I suoi genitori la stavano cercando?
Come avrebbe fatto a tornare a casa? E soprattutto, quando sarebbe tornata?

Un pensiero le tolse il buonumore.
Non si trattava di quando sarebbe tornata, ma se mai sarebbe tornata nel suo mondo.

Si ricordò che fino ad ora non aveva mai dormito senza il suo adorato gatto Martino.
L'unico regalo che le avevano fatto i suoi genitori di loro iniziativa.
Una lacrima le scese per la prima volta in quella lunga ed estenuante giornata.

Quella che era una lacrima si trasformò presto in un vero e proprio pianto silenzioso e senza nemmeno rendersene conto si addormentò con ancora i vestiti addosso.

Il canto di un gallo la svegliò di buon mattino.

Che ore erano?

Controllò l'orologio sul comodino che segnava le 6.30 e suo malgrado si alzò per farsi un bagno.

Accese l'acqua calda e riempì la vasca per poi immergersi fino al naso.
Abbandonato il dolce tepore della vasca da bagno si cambiò con uno dei vestiti che aveva comprato il giorno prima alla bottega e si infilò in bocca un pezzo di pane tostato prima di uscire per andare al villaggio.

Chiudendo la porta si guardò attorno per cercare il gallo che l'aveva svegliata così presto e notò non molto lontano una graziosa fattoria con delle galline che razzolavano felici in un mucchio di foglie e rametti secchi.
Passò accanto alla fattoria proseguendo lungo il sentiero per il villaggio.

Si fermò vicino ad una panetteria e il profumo di dolci e pane appena sfornato le fece venire l'acquolina in bocca.
Entrò attirata dal dolce profumo come una gazza dai gioielli e rimase sorpresa dalla quantità di dolci e pani sugli scaffali.

Avrebbe voluto tanto prendere uno di quei grossi biscotti che la "chiamavano" intensamente ma non aveva soldi con sé.

"Offro io" disse una voce a lei già fin troppo familiare.

"Buongiorno Daryl, sveglia all'alba o devi ancora dormire?" Chiese Aeryn sarcastica.

"Simpatica già di primo mattino vedo. E per tua informazione ho dormito come un sasso." Le si mise davanti per pagare la signora della bottega e poi uscì.

Le porse un biscotto e si sedettero a mangiare vicino ad una fontana.
Il biscotto era davvero delizioso e le gocce di cioccolato lo rendevano semplicemente irresistibile.

"Grazie per il biscotto" ringraziò e si pulì le mani sotto l'acqua che scorreva ritmica e vivace.

"Figurati, la bava arrivava fino a fuori dal negozio. Sarebbe stato impossibile non notarti" la prese in giro lui.

"Oh smettila, non è vero!"

Lui rise e si alzò per andarsene.

"Faresti bene ad incamminarti verso il palazzo o non arriverai in tempo"

Giusto. La regina le aveva dato appuntamento per quella mattina.
Si guardò il vestito preoccupata di aver scelto qualcosa di poco adatto alla situazione.

"Tranquilla, quello andrà benissimo" la rassicurò.

Quando Daryl la salutò lei si incamminò in una delle vie del paese.
Ad ogni passo restava sempre più incantata da quel posto magico che sembrava essersi fermato nel tempo.

Cosa le avrebbe detto la regina di così importante da non poterne parlare ieri?
Mille dubbi e incertezze iniziarono a salirle appena si incamminò su per le grandi scale che portavano al Palazzo Reale.

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