Underwater

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tw: 🔑 in luogo pubblico
violenza e ansia

Forza Simone, forza.

Non sente niente. L'acqua gli è entrata nelle orecchie e nel naso.

Non che importi, succede da quanto? Dieci, undici anni?

Da quando è nato ed è stato buttato in acqua senza possibilità di replica?

Ne è avvezzo oramai.

Mancano tre vasche esatte.

E sarà finita.

Le braccia gli dolgono, le gambe pure, mentre scivolano tra le increspature dell'acqua inquinata dal cloro.

Sente la schiena formicolare, quando riemerge per poco in superficie.

Sente il respiro venire meno.

Da quando è iniziata la gara, si è mai ricordato di respirare?

Una vasca.

Forza Simone, forza.

È quasi finita.

Le dita sfiorano il bordo, poi lo fa tutta la mano, poi è il suo corpo che piano piano decide di sollevarsi.

Riemerge.

È finita.

Sorride, rimuovendo gli occhialini oramai appiccicatogli addosso come una ventosa.

Si guarda attorno.

Il pubblico applaude.

Ce l'hai fatta Simone. Ce l'hai fatta.

Sorride, guarda il tabellone.

Ce l'hai fatta, ce l'hai fatta, ce l'hai fatta.

I nomi a neon sul tabellone si accendono, e piano piano, partendo dal basso si sollevano verso il podio.

Il suo nome non c'è, non ancora.

Ce l'hai fatta, ce l'hai fatta, ce l'hai fat—

Seconda posizione: Simone Balestra.

Cosa?

No, no, no, no.

Non è possibile.

Uno scroscio di applausi più fragoroso riempie il palazzetto, facendo rimbalzare tra le pareti la delusione nel cuore di Simone.

L'allenatore li chiama tutti fuori dall'acqua.

«Ci sono i premi! Andiamo!» Sente dire dalla corsia vicino a lui.

Se non arrivi primo... quale premio ti meriti?

Quello del perdente?

Esce dall'acqua, frattanto che la strana temperatura del palazzetto gli si appiccica addosso, come l'accappatoio in micro fibra blu, in cui si ritrova avvolto, mentre trascina i piedi fino al maestro, Dante, che vittorioso li aspetta tutti.

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