(+1) On the water

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tw: accenni a peso e ansia sparsa

Il rumore del motore gli rimbomba nelle orecchie.

Forte, pure se attutito dal casco imbottito di tessuto che gli circonda la testa.

Si sistema nuovamente sulla sella della moto, stringendo ancora di più le braccia attorno al busto del ragazzo davanti a se.

Con le mani sul suo petto, percepisce l'altro perdersi in una risata, e si sporge un poco per guardare dallo specchietto retrovisore.

Sta sorridendo.

«Siamo quasi arrivati» Gli dice a voce un po' più alta, per farsi sentire al di sopra del rombo del motore.

L'altro annuisce, riprendendosi la posizione iniziale con la testa accucciata alla sua schiena. Prende un respiro a pieni polmoni, come con tutta probabilità non aveva mai fatto.

Chiude gli occhi.

Forse è un po' nervoso, forse solo tanto emozionato.

Ma d'altronde, da sta notte comincia a vivere, no?

Il freddo notturno li avvolge, guardandoli sgusciare via sulle strade vuote.

Manuel, decide di osare un po', lasciando ondeggiare la moto su larghe e sporadiche curve su tutta la lunghezza della strada, dimenticandosi di dover stare solo nella propria corsia.

Ride, lancia un urlo.

Si gira per guardare Simone, che dal canto suo non sa bene come reagire.

Eppure, le opzioni sono poche.

Non fare niente o urlare a sua volta.

Facile.

Eppure, la paura di entrambe lo lascia senza fiato.

E allora ci pensa Manuel, che con una mano raggiunge le sue sul proprio petto, afferrandole insieme, e avvicinandosele alla bocca quanto basta per baciarle entrambe.

«Da stanotte Simò» Gli dice, osservandolo dallo specchietto retrovisore.

Simone respira di nuovo, stringendo le mani, ancora bloccate in una morsa tra le dita dell'altro.

Manuel, vivo da sempre, urla per la seconda volta.

Simone, che lo deve ancora un po' imparare, lo segue.

«Libertà» Gli sembra di sentire tra quei versi inarticolati.

Libertà.

Forse, per la prima volta, lo urla pure il suo cuore.





















«Fa piano»
«Ma sto a fa piano!»
«Seh, più piano!»

Simone sbuffa un po', in piedi dietro all'altro ragazzo intento ad aprire la porta di casa.

Stringe forte una mano sulla tracolla del borsone della piscina, mentre l'altra sul sacchetto di carta che lui e Manuel avevano recuperato dal fast food.

Forse, ora che ci pensa, il contenuto di quella busta gli fa ancora più paura di entrare in una casa altrui nel cuore della notte.

«Eccoci qua» Sussurra Manuel, lasciando le chiavi su un mobiletto lì accanto alla porta.

Simone entra cauto, con i passi che paiono quasi non far rumore — che un po' in effetti lo vorrebbe davvero.

Non osa immaginare l'imbarazzo che potrebbe provare nel trovarsi davanti alla madre dell'altro ragazzo.

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