Prologo

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Il guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro.
(Albus Silente)

Era Dicembre, la vigilia di Natale, in casa tutto ero spento, nemmeno delle lucine campeggiavano nell'aria. Nemmeno la magia del Natale persisteva in quelle scure mura.

Tutto era così triste e la donna che riposava vicino al fuoco se ne pentì amaramente, il suo bambino non avrebbe dovuto vivere e crescere in una casa così monotona e scarna di vita.

-Mamma, che cos'è? - una vicina flebile e curiosa fece sussultare la donna, che si girò velocemente e incontrò due occhi color nuvole proprio davanti ai suoi occhi.

Narcissa sorrise amorevolmente e invitò il suo bambino a sedersi sulle sue gambe, spostando momentaneamente il libro. Lo prese tra le braccia e gli diede un bacio sui suoi capelli biondi platino mentre il piccolo agitava le gambine, forse felice per tutte quelle attenzioni.

Attenzioni così rade e sempre in assenza di suo padre.

Il piccolo Malfoy sapeva che in quella casa, c'era qualcosa che non andava. Guardava i suoi amichetti maghi e li osservava mentre ricevevano carezze dai propri genitori e piccole caramelle dai padri, che le nascondevano alle mogli, sempre pronte a non dare troppi zuccheri ai propri bambini.

Però poi Draco girava lo sguardo e osservava come suo padre neanche lo guardasse, anzi, se lo guardava erano solo sguardi di aspettativa, delusione e anche un po' spazientiti. Suo padre non gli dava mai carezze sulle guance, non gli dava mai baci sui capelli, suo padre sembrava che neanche lo amasse.

Sua madre era l'unica che sembrava gli volesse bene, quando suo padre non c'era, Narcissa lo riempiva di coccole e caramelle a più non posso.

Quando non c'era l'uomo nero, Draco si sentiva amato. Poi quando l'uomo nero tornava, Draco si rinchiudeva in stanza per paura di essere sgridato.

Eppure sapeva, riconosceva che non fosse normale. Non se ne lamentò mai.

Col tempo, cercò di dare delle spiegazioni a quel comportamento, quasi a difendere suo padre. Si disse tante volte nella sua testa che lo faceva per il suo bene, che quel marchio sulla pelle, suo padre gliel'avesse fatto incrostare, vomitare, cucire su quella pelle diafana solo per il gusto di guardarlo e sentirsi orgoglioso.

Ma in cuor suo, sapeva che tutto ciò non era giusto, che suo padre se lo avesse amato veramente, non avrebbe fatto tutto ciò.

Era solo un ragazzino di sedici anni, nella famiglia sbagliata, che aveva fatto scelte sbagliate per rendere orgoglioso qualcuno che neanche l'avrebbe mai guardato in quel modo, che aveva paura di scappare, che aveva paura di chiedere aiuto, che non avrebbe fatto niente finché il Signore Oscuro avrebbe avuto tra le sue scheletriche mani, sua madre. Ma pur sempre un ragazzino.

Il giovane Malfoy si guardava allo specchio, o per meglio dire lo guardava allo specchio, il più delle volte nel bagno di camera sua e non riusciva a vedere altro che una fotocopia di lui che non voleva gli fosse stata cucita addosso.

Osservava attentamente il suo collo, il suo naso e i suoi occhi cercando di distrarsi ma il pensiero strisciava come un serpente verso il basso, verso l'avambraccio per l'esattezza che mostrava un segno di cui Draco non era per niente orgoglioso, un segno che non aveva scelto di avere lui, ma che gli era stato imposto.

Solo un mostro avrebbe potuto indossare quel segno con orgoglio e Draco non era un mostro, era solo un bambino che aveva fatto scelte sbagliate per colpa di suo padre.

-Tesoro, questo è un libro che contiene l'albero genealogico della mia famiglia-gli rispose con tono dolce la donna iniziando a sfogliare le pagine e fermandosi sul grande albero che sembrava quasi una creatura elegante che si muoveva in una danza.

Il piccolo Malfoy sapeva che la madre apparteneva alla famiglia Black ma quando raggiunse il nome del cugino di sua madre, Sirius Black, aggrottò le sopracciglia bionde a scoprire che ci fosse un'altro nome accanto a quello.

Regulus Arcturus Black.

-Mamma, chi è Regulus? - chiese allora, portando l'indice sulla figura di quel ragazzo che Draco anche se piccolo, riconosceva che fosse molto bello.

Lo sguardo di Narcissa si incupì, si morse le labbra per fermare il tremore che stava cercando di possederla. - Tesoro, lui è tuo zio, non c'è più ormai, ma era un ragazzo così buono-

La donna era sempre stata molto legata con suo cugino Regulus, erano come migliori amici e quando ricevette la notizia, passarono giorni, mesi, eppure il vuoto che gli creò la mancanza del suo migliore amico non svanì mai. Nemmeno in quel momento riuscì ad accettare quella sua prematura dipartita. Meritava così tanto quel ragazzo, avrebbe dovuto avere una possibilità.

-oh.. Mamma non essere triste dai-sussurrò il bambino ponendo le piccole mani sulle guance della donna e costringendola a guardarlo - Zio non ti vorrebbe vedere così, ne sono sicuro-Narcissa sorrise al suo bambino e fu scossa da una risata tra le lacrime, poggiando il mento sul suo capo.

-Oh tesoro mio.. - chiuse il libro e lo spostò sul tavolino prima di stringere forte tra le sue braccia, Draco - Regulus era così buono anche se è stato costretto a ricevere cose brutte-

-brutte brutte? - sussurrò il bambino con gli occhi sgranati mentre guardava gli occhi dolci di sua madre. Si sentiva così al sicuro sotto lo sguardo di lei, così bene.

-Purtroppo si amore, cose brutte. Tuo zio era un uomo forte, e se ne andò come un uomo forte -

-da grande mamma, diventerò come lui, sarò forte come lui - esclamò sorridendo felice il biondo platino accucciandosi sul petto della madre e stringendola in un abbraccio.

Narcissa sorrise ma pregò che non succedesse mai, non avrebbe resistito a rivedere gli occhi di Regulus in quelli di Draco, quel dolore privo di vita del minore dei Black nel suo bambino, quell'amore non corrisposto nel cuore di quell'angelo biondo.

La giovane donna si promise che avrebbe protetto suo figlio con tutto il cuore e con tutta la sua volontà, al costo di rinunciare alla propria magia piuttosto che veder distrutto Draco.

Non ci riuscì.

La promessa fu trasmessa al vento che se la portò via senza un briciolo di pietà.

Narcissa non riuscì a proteggere suo figlio.

E quando vide lo stesso sguardo del suo migliore amico, di suo cugino, di Regulus Arcturus Black negli occhi di Draco Lucius Malfoy, si sentì mancare il respiro. Si rinchiuse e pianse in camera sua sentendo la vitalità abbandonarla di respiro in respiro.

-Reg.. Ti prego, salvalo- una preghiera e un singhiozzo mentre suo figlio guardava apaticamente il suo braccio sinistro dove il Marchio Nero spiccava sulla pelle bianca come il latte, e dove si aggiunse una cicatrice, mille cicatrici per cancellare quel segno. Il bianco si unì al rosso. Eppure nessuno lo notò.

Spazio autrice

E niente... EH VABBE.. OKAY HAHAHAHA.. allora, questo è il prologo di questa Mini-long che sarà formata da pochissimi capitoli, per ora non so dire quanti perché mi devo organizzare. Però ho voluto fare questa storia per dare più luce al personaggio di Regulus che secondo me è un pochino sottovalutato, come il personaggio di Narcissa d'altronde. Buona lettura <3

What if.. //Drarry Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora