Settimo Capitolo

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Everything for Our Moony
The Marauders

Harry aveva sempre convissuto con l'ansia, era una costante nella sua vita, la goccia che non poteva mai mancare nel far traboccare il vaso. La briciola che gli aveva sempre fatto instaurare la paura nei confronti di chiunque, guardava tutti con uno sguardo in più, con diffidenza.

Era stato cresciuto con questa maledizione, non riusciva mai a calmarsi, i suoi attacchi d'ansia erano asfissianti e gli facevano mancare l'aria, un ragazzo di sedici anni non dovrebbe avere queste crisi giusto? E allora cosa c'era che non andava in lui? Quale pezzo del puzzle era incompatibile? Quale era il problema?

Potter non lo sapeva, riusciva solo a guardarsi nello specchio e chiedere al riflesso "riuscirò mai a guarire da ciò?". Tutti lo vedevano come l'eroe, il bambino che è sopravvissuto, l'unica speranza. Eppure lui guardava se stesso, e vedeva solamente un ragazzino spaventato e con seri problemi, che non riusciva nemmeno ad uscire dal suo dormitorio senza che l'ansia lo assalisse.

Quando era piccolo, l'ansia crudele che aveva, gli creava solo uno scompenso con i suoi zii che lo sgridavano per le mani tremanti e il suo continuo andare in paranoia e non riuscire a fermarsi. Quando varcò i cancelli di Hogwarts l'ansia persisteva ma era poca, l'ansia si annullò e fece spazio all'incredulità e alla soddisfazione nel rispondere a Malfoy. Ma poi tornava. Quando parlava con il biondo platino, quando ci litigatava, tutto sembrava acquietarsi, silenzioso, quasi inquietante. Era in quei momenti che Harry si sentiva un ragazzino di diciassette anni, era un quei momenti che il corvino si dava un minuto per essere se stesso e togliere una maschera che sembrava, le altre persone gli avessero stampato addosso.

Per gli altri era "Il salvatore", "Il prescelto", "il bambino sopravvissuto".

Per Draco era l'idiota, il ragazzo con cui litigare, il nemico, il sedicenne con cui fare a gara e il Grifondoro altezzoso.

Draco era il sole nella tempesta, era quella parte che risvegliava in Harry il suo bambino nascosto. La curiosità di cui era intrisa prima la vita, sembrava riprendere forma quando incontrava due occhi color nuvole.

E ora volevano rubargli, estorcergli quella parte di luce, e lui non l'avrebbe mai permesso a nessuno.

Sedeva in mezzo agli altri. Pansy, Blaise, Hermione, Ron e i professori lo guardavano mentre lui a sua volta osservava il medaglione che Malfoy gli aveva mandato.

-c'è una scritta in francese-disse prima di veder storcere il naso a Piton.
-Palese che sia dei Black. Erano fissati con il francese, non che Draco non sia da meno. Ama quella lingua-

I ricordi riaffiorarono e Potter si ritrovò a sbocciare in un sorriso - si. Lui adorava il francese. Me lo disse una volta.- poi uno qguardo in più al ciondolo prima di sospirare e girarsi verso Hermione - cosa vuol dire la scritta e come si pronuncia? -

La riccia inarcò un sopracciglio ma prima che potesse rispondere, Pansy fece capolino nella conversazione - Choisissez entre l’amour et le pouvoir. Scegli tra l'amore e il potere.. Glielo sentivo ripetere tante volte quando eravamo in sala comune-

-non parliamone.. Sembrava parlasse con qualcuno che non c'era.. A volte era inquietante e mi faceva anche preoccupare- aggiunse Blaise, scuotendo la testa e ripercorrendo tutti i momenti del migliore amico in cui parlava da solo.  Si sentì così in colpa del non essersene accorto. Pansy gli accennò un sorriso prima di avvicinarsi a lui e stringergli la mano con forza. Le sorrise di ricambio.

Harry guardò i professori, Silente non c'era, era impegnato nel portare a termine una ricerca che avrebbe poi riguardato anche il Prescelto che si sentiva molto in ansia riguardo il suo intervento.

What if.. //Drarry Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora