'Cause sometimes I look in her eyes
And that's where I find a glimpse of usChiuse gli occhi e non appena li riaprì si ritrovò in una stanza. Si accasciò sul pavimento in preda ad un mal di testa terribile, e riuscì poco dopo a capire come stavano realmente le cose.
Era di nuovo viva, questo era certo.
Si massaggiò le tempie cercando di placare il dolore, mentre iniziava già a metteva a fuoco le prime cose.
Si trovava in una camera da letto dalle dimensioni normali con le pareti bianche e un letto a castello. La stanza era illuminata dalla luce del giorno che filtrava dalle finestre con le tendine grigie, e davanti a lei giaceva un grande armadio di un candido bianco.
Un tappeto soffice e morbido copriva il pavimento e c'era una scrivania color arancione davanti alla finestra sulla quale vi erano appoggiati libri e varie cartacce.
Le cose che trovò parecchio strane furono una scatola dei giochi e vari dipinti -presumibilmente disegnati da un bambino- attaccati al muro.
La maggior parte dei disegni ritraevano tramonti, paesaggi di montagna, fiori, animali, arcobaleni o unicorni. Ma c'era uno in particolare che ritraeva due persone, una più grande dell'altra, che si tenevano dolcemente per mano.
Quel dipinto le ricordò il rapporto che aveva avuto con Nico e per poco non iniziò a piangere.
Andò nel primo bagno che trovò e si sporse sul lavandino per guardarsi allo specchio: era una ragazza dall'invidiabile carnagione chiara con i denti bianchi come l'avorio e il sorriso attraente. Aveva le lentiggini sul viso e i suoi occhi erano rimasti di un marrone scuro, quasi nero. Erano degli occhi grandi e tenebrosi, quasi sembravano due pietre preziose.
Aveva dei bei capelli di un castano chiaro, mossi e corti fino alle spalle.
Il suo corpo era quello di un'adolescente: era magra e snella e indossava dei jeans strappati di colore nero e una maglietta bianca.
Uscì completamente dalla camera da letto e non appena raggiunse il salotto ne rimase colpita: in quella casa regnava un ordine assoluto.
Ogni mobile, ogni oggetto, sembrava essere stato disposto secondo un rigoroso criterio.
L'arredamento era in stile modernizzato, molto accogliente.«Luna, hai già finito di studiare?».
Bianca non si era accorta di quella dolce presenza nella cucina.
Era una donna dalla voce graziosa, raffinata.
Indossava un lungo e semplice abito blu scuro che le aderiva perfettamente al corpo.
Sul collo aveva una collana d'oro con un ciondolo a forma di farfalla. Era mora e teneva i capelli ben legati in una treccia.
Aveva un largo sorriso stampato in faccia che le stava benissimo addosso.«Si... cioè, nel senso...» balbettò confusa.
«Domani è il tuo primo giorno di scuola, ricordati di studiare. Tra poco dobbiamo prendere tua sorella dalle lezioni di danza classica. Non l'hai dimenticato, vero?».
Aveva una sorella? Quelle due persone raffigurate nel disegno erano lei e la sua sorellina?
«Si... volevo dire...no!» disse poi correggendosi.
«Va bene. Ho preparato i pancake, se li vuoi sono sul tavolo».
Bianca non poté di certo rifiutare: sentiva il proprio stomaco contorcersi per la fame. Avanzò dentro la cucina e si sedette su una sedia qualunque. Sul tavolo con la tovaglia rossa c'era un piatto con dei deliziosi pancake che le fecero subito venire l'acquolina in bocca.
Da quanto tempo non mangiava più dei pancake o qualunque altro cibo umano?
Da tanto.E se fosse mia madre?
pensò lei mentre divorava un pancake in preda alla fame.«Io vado a fare la spesa. Preparati, quando ritorno andiamo a prendere Avril».
«Va bene...».
La donna uscì di casa e Bianca colse il momento per rovistare in casa, cercando più informazioni.
Entrò nel salotto, l'ambiente più luminoso della casa, e aprì cassetti e sportelli un po' a casaccio.
Trovò un paio di documenti e li lesse.
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Bianca's other life
FanfictionBianca di Angelo è morta. Suo fratello, Nico, cerca di riportarla in vita ma ogni tentativo è invano e fallisce. Tuttavia, all'insaputa del figlio, Ade fa un'eccezione per Bianca: le offre una seconda vita nel corpo di un adolescente con la sola con...