Game of survival

54 6 3
                                    

There's no surrender
And there's no escape
Are we the hunters?
Or are we the prey?

Era successo tutto in una frazione di pochi secondi.
Bianca per poco non subì un infarto quando vide il ragazzo voltarsi verso l'intera classe.
Nico era cambiato dall'ultima volta che lo aveva visto. Sembrava un'altro ragazzo e non il "Nico" che aveva sempre conosciuto.
Aveva la carnagione bianca latte, era bassino -ma non troppo- e magro.
I lineamenti del suo viso si erano fatti più cupi nel tempo, e due occhi di un nero profondo sembravano brillare. L'espressione facciale del ragazzo era seria, inespressiva, quasi pareva non volesse mostrare nessun'emozione.
I suoi capelli neri, lunghi fino alle spalle, erano arruffati e spettinati e gli arrivavano fino alla fronte. Teneva le mani saldamente nelle tasche dei jeans neri e la testa bassa.
Sembrava quel tipo di ragazzo freddo senza sentimenti, misterioso e tenebroso, amante della solitudine.

«... e quindi vuoi parlarci di te?» finì di dire la professoressa.

Bianca era così concentrata su Nico che quasi si dimenticò della realtà.

«Ehm... mi chiamo Nico e ho quindici anni.
Suono la chitarra elettrica e pratico Kickboxing» disse con disinteresse.

«Va bene! Siediti pure accanto a Luna, la ragazza con le lentiggini».

Il moro avanzò a passi lenti verso il proprio banco. Si tolse lo zaino dalle spalle e lo posizionò vicino alla sedia, per poi sedersi.

Il cuore di Bianca batteva all'impazzata.
Avrebbe voluto saltargli addosso, abbracciarlo, piangere, sfogarsi con lui...eppure se ne stava immobile al proprio posto, senza muovere nessun muscolo del corpo, con gli occhi fissi sulla lavagna, dove poco prima c'era Nico.
Ora lui era accanto a lei.

"Ciao" scrisse su un bigliettino, per poi lanciarlo sul banco del moro.
Non ricevette nessun altro bigliettino, nessuna risposta.
Gli mandò un'altro foglio di carta con scritto "Ciao, perché non mi rispondi?" ma anche questa volta non ricevette nessuna risposta.

Perché si comporta in questo modo?
pensò lei.

Dov'era finito il bambino felice e vivace che conosceva? Era sicura che quello fosse davvero Nico?

Spostò lo sguardo sul ragazzo tenebroso e ne ebbe la conferma guardando la sua mano destra: portava un anello argentato a forma di teschio, lo stesso anello che lei gli aveva regalato prima di morire nella sua prima vita.

***

Inutile dire che le lezioni sembrarono non avere mai fine.
A mezzogiorno Bianca poté finalmente recarsi in mensa, con una fame terribile che le faceva brontolare lo stomaco.
Il cibo della scuola non era così buono, ma bastava per porre fine alla fame.
Vide Nico seduto ad un tavolo, da solo, in un angolo della mensa.Alcune persone gli si avvicinavano per parlargli e per conoscerlo meglio ma lui rifiutava tutti, chiedendo di essere lasciato in pace.
Decise di fare un tentativo e ci andò a parlare.

«Hey Nico...» cercò di smascherare la propria voce tremante e nel frattempo si sedette davanti a lui.

«Vattene.»

Per la prima volta dopo tanto tempo risentì la sua voce. Era cambiata, sì, ma riusciva a riconoscerla. La sua era una voce profonda e autoritaria. Ma era anche malinconica.

Perché sei triste, fratellino?
Si chiese.

Improvvisamente le venne il solito istinto da sorella maggiore, quello di mostrarsi protettiva nei confronti nel proprio fratello.

«Voglio solo fare amicizia...».

«Con me? Fra tutte le persone nella mensa proprio con me

Bianca's other lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora