CAPITOLO 15

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Una volta che se ne sono andati via tutti, dopo che Steve mi ha presa da parte consigliandomi di "non fidarmi un'altra volta di quello svitato" perchè "c'ero io quando, dopo che ti ha mollata, sei scoppiata a piangere durante il funerale della signora Starbs, e di certo non era perchè le volevi bene, a quella strega", io e Eddie restiamo da soli. 

Avevo delle coperte in macchina che sono solita acquistare ogni volta che faccio la spesa settimanale, per darle poi ai senzatetto: le ho usate per crearmi una specie di letto e ne ho data una a Eddie, che dice di voler dormire nella barca. La stessa barca che sicuramente è lì da anni e che sicuramente contiene creature ancora non scoperte dalla scienza. Tuttavia, non faccio obiezioni. 

Non so come comportarmi o cosa dire, e ho la netta sensazione che restare qui sia stato un grave errore: sarà una notte di silenzio imbarazzante, o ancora peggio, small talk. Eddie fa avanti e indietro lungo la parete opposta a dove sono io. E' ancora visibilmente scosso da ciò che è accaduto la notte scorsa.

<<Tu... Ci credi? A quello che dicono? A quello che ho visto?>> mi chiede poi dal nulla, facendomi spaventare. Mormora delle scuse nel vedermi colta alla sprovvista. <<Emh... si... cioè, devo. Sinceramente non credo si siano inventati tutto su due piedi e non penso tu abbia la creatività necessaria per inventare una cosa simile. Se ti credessi un assassino non sarei qui, giusto?>> gli dico mentre lo osservo sedersi di fianco a me, per terra. <<Perchè sei rimasta?>> mi domanda. Non so cosa rispondergli, non lo so nemmeno io perchè sono qui. 

<<Non... Non lo so. Immagino che se fossi nella tua stessa situazione non vorrei restare sola.>> gli dico, e un po' di verità c'è. <<E se... se fossi stato io, in qualche modo, a causare la morte di Chrissy? Involontariamente? Se fossi... che ne so... posseduto?>> mi chiede. Non mi era neanche passato per la testa che potesse essere stato lui la causa di tutto, senza volerlo. 

<<Non... ci avevo pensato. Da quello che raccontano Dustin e gli altri, in teoria è stato qualcuno, qualcosa dal Sottosopra. Non credo che potresti uccidermi. Non un'altra volta, comunque.>> gli rispondo con un filo di divertimento. <<Ucciderti un'altra volta?>> mi chiede, confuso. <<Uccidere. Uccidere un'altra volta.>> mento. Credo sia troppo presto per parlare della nostra separazione, anche se sono passati anni.  Lui fa per ribattere, ma poi ci ripensa. <<D'accordo... Per quanto possa valere, sono contento che ci sia tu. Credevo mi odiassi.>> mi dice, facendomi voltare per osservarlo meglio. <<Oh, ma io ti odio, Munson. Odio la versione di te che non è rimasta traumatizzata meno di ventiquattro ore fa.>> gli rispondo, un po' acida. Che questa sia la verità o meno, non lo so neppure io. Odio lui oppure odio il fatto che non riesco ad odiarlo, nemmeno provandoci?

 <<Giusto.>> si limita a ribattere. Dopo questa conversazione, cala il silenzio: stranamente, non è un silenzio imbarazzante. Credo che entrambi abbiamo bisogno di un po' di tempo per riflettere sulle informazioni che ci sono state date, sul Mondo nascosto di cui abbiamo imparato qualcosa, non tutto, nelle ultime ore. E' un boccone difficile da mandare giù. 

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Non so a che punto della notte io mi sia addormentata, ma so solo che mi risveglio tra le braccia di Eddie. Quando realizzo completamente dove sono e ne ricordo il perchè, lo trovo sveglio e intento ad accarezzarmi i capelli mentre con lo sguardo osserva il vuoto. Mi sono svegliata diverse volte in questa stessa posizione: dicevo a mia madre che andavo a dormire da un'amica, e invece incontravo Eddie al trailer park. Passavamo la notte insieme e la mattina dopo mi accompagnava a casa, dopo aver fatto colazione al mio caffè preferito, lasciandomi ad almeno un isolato di distanza. Nel momento in cui si accorge che non sto più dormendo, ritrae la mano dalla mia testa, imbarazzato. 

<<Scusami.>> si limita a dirmi quasi in un sussurro. <<Non ti scusare. E' ok.> gli rispondo, abbozzando un sorriso. Lui ricambia. 

Pochi secondi dopo, il rumore di un'auto che frena di colpo ci fa sussultare. Eddie corre verso la finestra, guardandosi intorno. <<Chi credi che possa essere? E' la polizia, non è vero? O qualcuno che mi vuole morto.>> dice, iniziando ad imprecare. <<Eddie, calmati. Potrebbero essere gli altri con le provviste e un piano. Spero che siano loro, almeno.>> gli rispondo. Non faccio quasi in tempo a finire la frase che la porta del casotto si spalanca con un calcio, rivelando Dustin, Steve, Max e Robin. Io ed Eddie reagiamo con diverse parolacce, prima di rilassare le spalle e sospirare. 

<<Room Service!>> dice Dustin, sorridente. 

SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutt*!
Eccomi anche oggi con un nuovo capitolo. Spero che questa storia vi stia piacendo, fatemelo sapere VOTANDO e COMMENTANDO! In questo modo mi aiutereste veramente molto. 

Un bacio e buona domenica,

Feda <3



Ancora tu || Eddie Munson ST4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora