Suonare una nota sbagliata è insignificante.
Suonare senza passione è imperdonabile.
-BEETHOVEN«No, no, no e no!»
Emma mi trascinava furiosamente, tenendo il braccio sinistro avvinghiato al mio polso.«Mi stai facendo mal...»
«Tu sei fuori! Come potresti perderti l'esibizione dei pianisti? Insomma, hai sopportato quella specie di lagna che hanno suonato le spilungone con l'arpa e ora non vuoi presentarti da noi?»
Sospirai, lasciando la mia migliore amica continuare il suo monologo infuriato.
«E poi, dove diamine avevi intenzione di andare? A fare una passeggiata sotto la luce del crepuscolo?! Dopo è anche il vostro turno, fra l'altro, Dio!»
Stavolta non mi limitai a sospirare soltanto: gonfiai il petto, impostando la voce in modo ironico.
«Miravo a prendere una boccata d'aria fresca e rilassante nell'ala ovest dell'Accademia, cara compagna. Sai com'è, quando hai tante cose per la testa, quando devi esibirti...?»
«Appunto, devi esibirti!»
Cercai di svincolarmi dalla presa della mia migliore amica; aumentò la stretta.
«Insomma Emma, dove sarei potuta andare? In camera mia a vedere cosa ci fosse nel pacco di mia nonna. Te ne avevo già parlato. E so camminare anche da sola, comunque, grazie!»
Schioccò la lingua sarcasticamente.
«Nell'ala ovest, questa mi è nuova...»Sbuffai.
«È inutile che fai l'annoiata, Dafne. Non possiamo fare queste figure, proprio con Evans, fra l'altro! Ti rendi conto che è l'unico gentile con noi, in questa Accademia? Cosa penserebbe!?»
«Anche la maestra Smith è gentile. Poi, conosci meglio di me Evans e sai che non se la prenderebbe per queste sciocchezze.»
Emma scosse la testa.
«Non c'entra.»Dopo una lunga corsa, faticosa e veloce, arrivammo alle scale.
Emma ansimò.
«Dio mio...»Mi trascinò su per la prima rampa, mentre note di una melodia in lontananza, si facevano man mano più chiare alle nostre orecchie.
«Hanno già iniziato, lo sapevo, diamine!»
«Emma, dovresti calmarti. Lo dico per il tuo bene»
Queste furono le ultime parole che riuscii rivolgerle.
Aumentò il passo, lasciando finalmente il mio polso, per poi mettersi a correre su per gli scalini mentre le sfuggiva qualche imprecazione.
Mio malgrado dovetti fare lo stesso: la seguii, mentre il tessuto del vestito di Kitri svolazzava sulle mie ginocchia.
Arrivammo a destinazione ansimanti a causa della corsa.
Facendomi silenziosamente spazio fra la folla accatastata davanti l'uscio della porta d'entrata, riuscii a raggiungere la prima fila solo grazie a Emma, che chiedeva scavalcava insegnanti e allievi giustificandosi con un sonoro "sono una pianista..."
Con quasi tutti gli occhi puntati addosso per la rumorosa irruzione, individuammo una posizione strategica, che ci permetteva di osservare tutto senza coprire la visuale a chi era arrivato prima di noi.
Una ragazza si stava già esibendo, anzi, molto probabilmente stava quasi terminando; non prestai fin troppa attenzione alla musica, bensì al posto in cui mi trovavo.
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Quello che Sussurrano le Stelle Cadenti
RomanceLa notte, custode di sogni e domande, cela un tesoro prezioso soprattutto per chi sa ascoltarla. Dafne, fin da piccola, si perdeva nelle affascinanti storie raccontate da sua nonna, Selene, che l'avevano accompagnata sin dai suoi primi passi nel mon...