Capitolo 18 (parte 2)

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P.O.V. HOPE

"Hope, perché piangi?" Mi domanda una volta arrivato a pochi centimetri da me, con tono allarmato.

"Oh, non me ne ero accorta. Non è nulla." Mi affretto a rispondere, mentendo.

Comincia dicendo: "Io ..." Ma poi si blocca.

"Cosa?" Incalzo.

"Credo di aver fatto un sogno." Confessa frustrato.

"Un sogno?" Chiedo stranita.

"Sì, c'eravamo entrambi." Continua guardandomi negli occhi.

"E cosa facevamo?" Domando curiosa.

Vedo la sua espressione titubante e noto che sta per dire qualcosa ma poi si blocca e dalle sue labbra esce solo:

"Forse è meglio che io non te lo dica." Proferisce con una nota di acidità nella voce.

"Perché? Cos'hai sognato di tanto orribile?" Insisto sconsolata.

"Non era orribile. Ho detto di aver fatto un sogno, non un incubo." Mi interrompe arrabbiato.

"Allora perché non puoi dirlo?" Domando incredula.

"Perché mi sembra stupido." Ringhia.

"Axel, dimmelo. Per favore." Lo imploro anche con lo sguardo.

"Va bene." Fa un respiro profondo e poi aggiunge: "Noi due facevamo più volte l'amore. Ma se era tutto un sogno come mai io ero nel tuo letto? Non ricordo che ..."

Ho gli occhi sbarrati e la bocca spalancata, non deve essere un bel vedere la mia espressione e deve averla notata anche lui perché non appena vede la mia espressione si affretta a dire:

"Era una cazzata, sapevo che non dovevo dirlo." Borbotta girandosi dalla parte opposta per sfuggire al mio sguardo.

Io sono semplicemente ... esterrefatta. Lui pensa che sia stato tutto un sogno e non si spiega come sia arrivato nel mio letto. Non so se essere lusingata dal fatto che lo riteneva un bel sogno o se incazzarmi per il fatto che per lui era una cosa talmente impossibile da pensare di essere una fantasia derivante dal suo sonno.

"Non era una cazzata." Dico quando ritrovo la voce e anche un minimo di autocontrollo.

"Che vuoi dire?" Domanda assottigliando lo sguardo. È

"È successo davvero."

Adesso l'espressione che avevo io è esattamente fotocopiata sul suo volto. E la cosa non fa che aumentare la mia ansia. Credo che sia sotto choc anche più di me, poco fa.

"Axel, va tutto bene?" Gracchio.

Indietreggia di due passi e altre due lacrime solitarie sfuggono al mio controllo accarezzandomi il viso. Mi sento ancora più disperata di prima. Non ho idea di cosa lui stia pensando.

Dopo un tempo che mi sembra infinito riesce a riprendersi e, a quel punto, io sto già singhiozzando consapevole che, probabilmente, tutto quello che abbiamo vissuto nelle ultime ore, seppur forte, non servirà a far cambiare la situazione in cui ci trovavamo prima che accadesse.

"Hope?" Mi richiama preoccupato.

Faccio segno di no con la testa e questa volta sono io ad indietreggiare fino ad appoggiarmi contro il bordo del top della cucina. Ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa prima di sgretolarmi del tutto. Non sono sicura di riuscire a sopportare di nuovo il distacco da lui e la sua perenne assenza. Sono stata io a rovinare tutto per prima e non posso biasimarlo se lui, adesso, non si fida di me e non ha intenzione di andare avanti con me.

"Non piangere, per favore." La sua espressione è di puro dolore.

Che derivi dal fatto che non sa come dirmi che per lui è stato uno sbaglio ricadere tra le mie lenzuola? O, più semplicemente, prova pena ne vedermi ridotta in questo stato?

"Stai tranquilla, se ti sei pentita ... non fa niente" Sputa fuori affranto.

Queste parole mi fanno bloccare i singhiozzi, che diventano sordi, in gola e la mia presa attorno al mobile diventa più salda. Lo guardo con gli occhi leggermente sgranati. Le parole non riescono ad uscirmi di bocca e l'unica cosa che mi esce fuori è una sonora risata.

"Tu credi che io mi sia pentita?!" Domando istericamente.

Lui mi guarda stranito e poi risponde: "Sì, altrimenti non mi spiego la tua reazione."

"Io ... Non è questo ... non sono io il problema." Borbotto, sconclusionatamente.

"E'di nuovo successo qualcosa con i tuoi?" Mi chiede allarmato con gli occhi pieni di paura.

"No ... Tu."

"Io, cosa? Hope, ti prego, sii più chiara." Dice con la tristezza stampata in volto.

"Tu ... Tu ti sei pentito?" Balbetto con gli occhi incollati al pavimento.

Il mio mento viene spinto all'insù dopo essere stato preso tra il suo pollice ed il suo indice, fino a far scontrare prepotentemente i nostri occhi.

"Guardami, quello che ti ho detto mentre eravamo a letto è tutto vero. Il fatto che io abbia pensato che non lo fosse è semplicemente perché è stato tutto troppo bello ed intenso, tanto da farmi venire il dubbio che fosse realmente accaduto. Quando mi sono svegliato e tu non c'eri è stato come se la terra mancasse sotto ai miei piedi. Ho avuto paura che tu fossi di nuovo andata via poi, quando sono venuto qui e ti ho trovata mi sono detto che forse mi ero immaginato tutto. Non volevo dire nulla di male, è solo stato talmente fantastico da sembrare surreale. Ma adesso non ho dubbi e noi ne siamo la prova schiacciante." Dice sicuro dolcemente.

La sua ultima frase mi lascia un po' interdetta però perché è ermetica e non capisco bene a cosa fa riferimento quindi prendo un bel respiro e chiedo:

"Di cosa?"

"Del fatto che l'amore trionfa sempre e nonostante tutto. Ho imparato che noi possiamo superare qualsiasi ostacolo insieme e che anche se tutto sembra perduto alla fine c'è sempre la luce in fondo al tunnel e che le cose, piuttosto che affrontarle separati, dobbiamo affrontarle insieme, mano nella mano. Ho capito che le nostre vite sono intrecciata a doppio filo e che l'uno senza l'altra non riusciamo ad andare da nessuna parte. Ho appurato che la vita è troppo breve per sprecare tempo a litigare o ad evitarci e che d'ora in poi, qualunque cosa accada, la prima persona a cui chiederò spiegazioni sarai tu e, se dovessi sparire di nuovo, ti cercherò anche in capo al mondo, ti troverò e ti riporterò da me senza pensarci due volte. Non ho più intenzione di impiegare neanche un solo minuto a stare lontano da te. Solo con te, tutto è al suo posto e tutto ha un senso." Afferma con gli occhi lucidi e carichi d'amore.

Il mio pianto è ricominciato ma, questa volta, è di felicità. Le sue parole si sono incise sul mio cuore e nulla riuscirà a cancellarle. Adesso so che siamo di nuovo io e lui contro il mondo e che nessuno potrà mai più fermarci. Siamo anime gemelle destinate a stare insieme.

Sgancio dolcemente la sua mano da sotto il mio mento e mi aggrappo a lui incrociando le gambe dietro la sua schiena, abbracciandolo stretto. Lui, in tutta risposta, mi tiene stretta a lui dalla vita e inspira un quantitativo esagerato d'aria come se, adesso che io gli sono vicina, avesse ripreso a a respirare tranquillamente.

"Ti amo, da sempre e per sempre." Sussurra nel mio orecchio.

"Anch'io, da sempre e per sempre."

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Buongiorno! Ecco la seconda parte, pensate che sarà un risvolto definitivo o che succederanno altri drammi?
Stay tuned 😘

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