Capitolo 24

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P.O.V. HOPE

Io ed Axel siamo stati tutta la mattina a letto tra coccole, baci e sesso. Adesso che è ora di pranzo, stiamo tranquillamente mangiando seduti sull'isola della mia cucina totalmente senza vestiti ed è uno dei momenti più belli che abbia mai vissuto. Era talmente poca la nostra voglia di cucinare che a stento abbiamo buttato due uova in padella. Non appena finisco l'ultimo boccone sento il mio cellulare squillare dall'altra stanza.

"Chi ti chiama?" Domanda Axel.

"Sarà tua cugina." Dico sorridendogli.

Conosco Olly e di sicuro mi avrà dato per dispersa perche non ho risposto ai messaggi che mi ha inviato. Mi aspetterà una bella lavata di capo da parte sua. La sento già urlare dall'altro capo del telefono insulti e cattiverie ma, se le voglio bene, è sicuramente anche per il suo modo rumoroso che ha di preoccuparsi per me.

Scendo dallo sgabello e corro in camera mia per prendere il cellulare ma, con mia grande sorpresa, non appena lo afferro noto che il numero che lampeggia sullo schermo è quello di un telefono fisso che non è salvato tra i miei contatti.

"Pronto?" Rispondo tranquillamente.

"Signorina Hope Marie?" Si accerta un uomo dalla voce seria e profonda.

Da come mi ha chiamata percepisco subito che di sicuro è qualcuno legato a mia madre e la cosa non mi piace neanche un po'.

"Sì, chi è lei?" Domando iniziando ad irritarmi.

"Sono il legale di suo padre, mi ha affidato un compito da svolgere una volta che sarebbe passato a miglior vita."

Non capisco dove cavolo voglia arrivare questo tizio.

"Bene, quindi? Perche mi ha chiamata?" Dico bruscamente.

"C'è una parte che la riguarda." Sbuffa senza perdere però il tono rigido.

"Non capisco." Proferisco con tono stridulo.

"Non posso parlargliene al telefono, potremmo incontrarci domani e discuterne insieme." Continua risoluto.

Sono scioccata, è come se il tempo intorno a me si fosse fermato del tutto, non può essere. Non può avermi tenuta in considerazione per qualsiasi sia questa cosa, mi odiava. Da quando ho deciso di farmi una vita lontana da lui e dalle sue costrizioni mi ha sempre considerata una persona qualunque e, perfino nei momenti precedenti la sua morte, l'unico comportamento che è stato in grado di rivolgermi è stato di scherno, di disgusto. Tutta questa storia mi puzza. Sono in bilico tra l'incredulità e l'incazzatura e non so, tra le due, chi ha la meglio.

"Ci sarà anche mia madre?"

È l'unica cosa che riesco a chiedere, assorta.

"Dovrà presenziare all'incontro, insieme a sua sorella."

"Non può comunicarmi quello che deve al telefono?" Domando frustrata.

"Sono costernato signorina ma devo rispettare le procedure.

"Cazzo!" Poi mi rendo conto di quello che ho appena detto e aggiungo con qunata più minacciosità possibile: "Mi scusi, ci sarò ma non si azzardi a tendermi una trappola perché io non ho alcuna intenzione di avere ancora a che fare con la mia famiglia."

"Si rilassi. Allora, segno la sua presenza per domani?" Continua con quello che credo sia un tono di beffeggio.

"Sì, grazie."

Riaggancio e il mio stomaco è sottosopra. La testa minaccia di esplodermi dal momento che ho saputo che dovrò incontrare di nuovo mia madre. Ci avrei scommesso che, mio padre, sarebbe riuscito ad di intromettersi nella mia quotidianità. Mi sta praticamente costringendo a vedere mia madre e tutto a causa del suo fottutissimo cervello che ha sperimentato qualcosa per complicarmi la vita anche dall'aldilà. Sono talmente incazzata che sto tremando come se avessi freddo e fossi circondata da iceberg perché, in fondo, era un grande blocco di ghiaccio la persona che mi ha messa in questa situazione. Era l'unico che, anche da morto, poteva rendere complicata la mia vita che, già di per sé, lo è più di quanto lui abbia mai creduto.

"Hope?" Mi chiama Axel, che non ho neanche sentito arrivare, alle mie spalle.

Le lacrime iniziano a scendermi copiose sulle guance e le mie spalle sono scosse dai singhiozzi.

"Cos'è successo? Chi era?" Mi domanda con gli occhi sgranati ed impauriti.

"Olly sta bene? Aurora? Gli zii? Jason? Bryan?" Inizia a blaterare a raffica.

È talmente impaurito che penso che possa svenire da un momento all'altro e la colpa del suo malessere è sempre e solo mia ed ho una paura fottuta di dirgli cosa sta succedendo perché so che potrei spezzarlo di nuovo ma devo farlo perché, allo stesso modo, non posso tagliarlo fuori per l'ennesima volta, cosa che, sarebbe anche peggio, come opzione.

"N-no..." Riesco semplicemente a dire.

"Sei tu che stai male? Cosa succede piccola? Sto morendo di preoccupazione." Comincia a dirmi mentre mi sposta i capelli da davanti al viso, con dolcezza.

"I-io ... N-no." Balbetto sconnessa.

"Amore mio, calmati. Ci sono io con te." Mi dice non sapendo cos'altro fare.

Mi afferra e mi fa allacciare le gambe dietro la sua schiena fino a trascinarmi sul letto e continuando a tenermi allo stesso modo, si siede e mi abbraccia stretta. Io piango tutte le mie lacrime senza riuscire a spiccicare una parola mentre, sul suo volto, è dipinta un'espressione dolorosa che vorrei cancellare a suon di baci e carezze. Non ho ancora fiato per parlare e, per quanto non mi escano più lacrime, i singhiozzi non mi abbandonano, quindi, continuo a rimanere attaccata a lui come se fosse la mia unica ancora di salvezza e Axel, con infinita pazienza, cura il mio cuore, il mio stato d'animo e le mie ferite emotive con le sue fantastiche mani che accarezzano ogni parte accessibile del mio corpo. 


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Buongiorno! Cosa pensate che succederà dopo questo colpo di scena? ;)

P.S. Ringrazio sempre tutti coloro che mi leggono e supportano, siete meravigliosi.

XO

L'amore trionfa ...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora