Come dopo ogni tempesta, torna sempre il sole. È l'unica cosa di cui si può essere certi: non importa per quanto tempo pioverà o quanti fulmini cadranno, quante strade si allagheranno o quanti alberi cadranno. Il sole tornerà a splendere nel più brillante dei cieli azzurri e sarà più bello di quanto non sia mai stato, più caldo e più accogliente in un tiepido abbraccio.Harry sentì quando Louis iniziò a svegliarsi. Percepì i suoi movimenti sul materasso morbido, un sospiro soffocato e un braccio che lo sfiorava nel poco spazio che doveva separarli, poi lentamente scivolò dalla parte opposta e un'ondata di aria fredda lo investì quando toccò lui il pavimento coi piedi. Ascoltò i passi leggeri sul tappeto, diretti al bagno. Tirò lo sciacquone e aprì l'acqua nella doccia.
Solo a quel punto socchiuse gli occhi. La luce lo accecò facendolo mugolare infastidito, si coprì gli occhi con un braccio e sospirò girandosi a pancia in su. Aprì solo un occhio, allora. Le vetrate non erano più appannate e si erano asciugate. Le sedie sul balcone avevano ancora qualche gocciolina ad adornarle.
Le palme erano ancora più verdi di prima.
Non ricordava cosa fosse programmato per quella giornata. Era piuttosto certo che il matrimonio sarebbe stato il giorno successivo, ma non aveva idea di cosa l'avrebbe atteso quella mattina, e quel pomeriggio. Sul comodino aveva lasciato la mappa regalata da Tilly.
«Buongiorno» grugnì Louis, con la voce roca di chi non parla da ore.
Harry si voltò a guardarlo e sorrise. Un lieve cipiglio gli separava le sopracciglia e i capelli lasciati asciugare nella notte erano spettinati come se avessero ancora la forma del cuscino addosso. Un asciugamano gli copriva i fianchi, la pelle asciutta profumava del bagnoschiuma alla vaniglia in dotazione alla camera.
«'Giorno» salutò Harry, con la stessa flemma.
Louis ricadde sul letto in un sospiro. «Non sono mattiniero e non parlo prima del caffè».
«Nessun problema».
Harry si alzò dal letto, siccome era abbastanza convinto di puzzare ancora di sesso. Si diresse al bagno nello stesso modo in cui aveva fatto Louis, in piccoli passi silenziosi attutiti dai tappeti e dal pavimento fresco. Entrò in doccia e lasciò che l'acqua lavasse via le preoccupazioni e la tensione. Rilassò i muscoli, appoggiandosi con le mani alla parete. Il getto gli accarezzò la nuca e gli sfiorò le guance.
Uscì dopo qualche minuto, si asciugò rapidamente i capelli scompigliati e il corpo, ma la sua attenzione fu catturata da una macchia rossa che spiccava sulla sua pelle pallida proprio al centro del petto. Si avvicinò meglio allo specchio per guardarsi con più attenzione, sfiorò il rossore con la punta delle dita, ma niente cambiò. Era un enorme succhiotto tra le rondini tatuate. Si guardò allora meglio e ne trovò un altro nell'interno coscia destro. Gli sfuggì un sospiro. Sarebbe voluto essere arrabbiato per quei segni degni di un ragazzino in calore, ma se pensava alla notte precedente gli crescevano solo dei piacevoli brividi lungo la schiena.
STAI LEGGENDO
PARADISE LOST
FanfictionUn matrimonio ai Caraibi, cinque giorni, due invitati, un pizzico di cuore spezzato e piña colada quanto basta. È così che Harry si trova incastrato in un viaggio per coppie, ma single. «Dov'è tuo marito?» Il sangue gli si gelò nelle vene. Louis dov...