Redenzione

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Erano più o meno le dieci e mezza. Il telefono di Alya squillò e la mora, che stava rincasando dopo un appuntamento con Nino, lesse il messaggio ricevuto. 'Ho bisogno del tuo aiuto' diceva la scritta sul telefono 'Guarda dove tu sai'. Preoccupata da quanto letto, la giornalista cambiò direzione e svoltò a destra, arrivando davanti all'ingresso secondario di casa Dupain-Cheng. Si fermò e spostò lo zerbino messo sotto la porta, prese la chiave nascosta ed entrò. Salì poi le scale in silenzio e si ritrovò nella camera dell'amica, dove, trovata la Miracle Box, vide la spilla del Pavone. La prese, e davanti a lei apparve una piccola creatura blu.

«Duusuu.» mormorò stupita, ricordandosi come lo aveva chiamato una volta Trixx riferendosi al kwami del pavone «Cosa sta succedendo?» Come aveva fatto Marinette a ritrovare uno dei gioielli di Papillombre? Era a combattere contro di lui adesso? «Dov'è la Guardiana?»

«Nella casa del mio ex-portatore.»

Alya si fermò vicino al cancello di villa Agreste: il kwami le aveva spiegato che i due eroi avevano provato a tendere un agguato a Papillon, ma erano caduti in una sua trappola. Si guardò intorno per cercare un punto di accesso: doveva trovarli il prima possibile.
Vide qualcuno muoversi sospettosamente vicino all'ingresso e lei decise di seguirlo, ma quello la sentì e si fermò di scatto.

«Chi sei?» Si domandarono a vicenda i due.

«Adrien?» lo chiamò perplessa la reporter «Cosa ci fai qui?» Non poteva avere a che fare con il nemico di Parigi, vero?

«Pardon? Non credo di poterti conoscere.» Chi diamine era quella lì? Di sicuro non Ladybug, il suo travestimento era completamente diverso. Eccome se lo era: delle calze indaco, decisamente molto aderenti, fasciavano le snelle gambe della giovane e un tessuto simile copriva anche le sue mani fino al gomito, dove terminavano invece le maniche in simil-pelliccia blu scura di una veste a collo alto del medesimo colore, che arrivava sulle gambe con una gonna spaccata da un lato sopra al ginocchio. Il viso della sua interlocutrice era coperto da una  e di una sfumatura tra il marrone e il rosso. I suoi capelli infine, tenuti sciolti e ricadenti poco sotto le spalle, erano celesti sulle punte, ma colore notte nell'attaccatura alla testa; occhi e pelle erano piuttosto scuri.

«Comunque tu saresti...?» Domandò l'inglese dopo averla fissata per un minuto abbondante.

«Una tra i protettori di Parigi.» Se fosse stato inviato dal genitore per controllare l'arrivo di eventuali alleati degli eroi? Le conveniva renderlo subito inoffensivo, anche se ciò significava attaccare un suo amico? «Tuo padre ti fa girare a quest'ora della notte?» Chiese aprendo il ventaglio ed estraendo una piuma. Richiamò poi a sé il potere del Miraculous del pavone .

«C-cosa significa tutto ciò?» Balbettò percependo la sua aurea. Poteva davvero quello davanti a lei essere un senti-mostro? Marinette le aveva parlato una volta di Senti-bug, ma lei aveva sempre dubitato che quel gioiello potesse creare esseri così simili a persone vere: probabilmente era solo rimasta suggestionata dalla cosa. No, quello non poteva essere un sentimostro era troppo... reale.

«Che le cose non sono quasi mai quelle che sembrano.» Rispose l'altro, muovendosi all'improvviso e sganciando la spilla alla giornalista, presa allo sprovvisto dalla sua mossa «E se vuoi aiutare la tua amica super eroina ti conviene sbrigarti, Alya Cesaire.» Dichiarò seccato aprendo il cancello.

«Perché fai tutto questo Adrien? Stai supportando da sempre tuo padre o è una follia dell'ultimo minuto? E se dietro le maschere degli eroi di Parigi ci fosse qualcuno che tu conosci?» Gabriel doveva sicuramente averlo soggiogato in qualche maniera, l'Adrien che lei conosceva non era così, e doveva ancora trovare il modo di salvare Marinette «Devi essere una persona senza cuore per fare una cosa simile, sei come tuo padre.» A meno che non fosse veramente un sentimostro con le sembianze dell'amico. In quel caso, parlargli sarebbe stato inutile. Che invece il vero modello fosse una creazione del Miraculous del pavone le pareva un'ipotesi così assurda e priva di senso che non le era nemmeno passata per la mente.

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