CAPITOLO 13:

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~ E le diverse creature si odiano?~ chiesi quasi certa della risposta.
~ Non è odio... Ci si ignora a vicenda.~ disse Faith facendo spallucce.
~ Ci siamo quasi.~ annunciò North.
Un forte senso di attesa mi si espanse dentro appena recepii quelle parole. Non vedevo l'ora di raggiungere Petra Vitris e scoprire tutto su quel luogo che dava l'impressione di essere al dir poco magico.
Per non parlare della crescente curiosità riguardo alla scuola.
Presi a guardare fuori dai finestrini con insistenza, cercando qualsiasi cosa non fosse foglie o tronchi, ma questo era ciò che ci circondava e nulla di più. Sapevo solo che stavamo salendo da parecchio tempo, il che non era granché.
Trascorsi i seguenti venti minuti nell'attesa più totale, quando vidi qualcosa davanti a noi. Era come il tetto di una vasta cupola lucente, ma con le cime degli alberi non riuscivo a vedere altro.
Anche North sembrava ansiosa di arrivare, poiché aumentò la velocità e presto la macchina tornò da inclinata a orizzontale.
Cominciai a fremere per l'attesa di scendere, cosa che avvenne pochi attimi dopo. North spense il motore e tutti iniziammo a scendere dalla macchina.
Io, personalmente, mi fiondai fuori dalla portiera in un lampo e feci qualche passo indietro per ammirare quell'enorme meraviglia architettonica.
Era una grandissima cupola con otto ampi fori a intervalli regolari, come le gallerie dell'autostrada, attraverso i quali poteva anche passare un camion.
Il tetto, al centro, risplendeva come il sole al culmine della lucentezza mentre lungo i contorni dei fori era nera quanto la notte, come i bordi della carta bruciacchiata. I colori opposti si allungavano l'uno verso l'altro come dita di amanti che si cercano nel letto, componendo una sfumatura che stranamente arrivava a toccare colori come il dorato dell'alba e il rosa del tramonto.
Sopra gli archi e le colonne che li dividevano c'erano dei bassorilievi raffiguranti gli Enko e gli Entros, insieme.
Rimasi incantata dalla bellezza di quelle figure. Seppur piccole, si vedeva che rappresentavano un tempo di festa e pace. Un tempo che sentivo dolorosamente lontano.
Avvertii qualcosa prendermi il gomito e tirarmi in avanti.
Voltandomi, riconobbi Faith che mi incitava con delicatezza ad entrare all'interno di quel luogo magico.
Camminai sotto l'arcata scura, diretta come tutti gli altri al centro della cupola.
~ Questa, Angy, è Petra Vitris. Il passaggio tra il mondo degli umani e il nostro.~ mi disse Faith.
Alzai la testa verso il soffitto e restai a bocca aperta vedendo il dipinto che si estendeva sopra tutti noi. Come nei bassorilievi, c'erano tutte le creature insieme, intente a danzare felici creando un forte contrasto di colori e forme.
Quando riabbassai lo sguardo notai davanti a me un cerchio di pietra sul quale, in corrispondenza dei fori, c'erano otto cristalli posti su piedistalli dorati.
Mi sentivo come attirata da essi e dalla loro bellezza.
Camminai verso destra osservando il cristallo e la scritta sulla parte di cerchio sotto di esso.
Sentii dei passi dietro di me e mi accorsi che Xavier mi stava seguendo, affrettandosi per farmi fermare.
Mi misi a osservare il cristallo color cenere davanti a me e poi la scritta.
Werewolves.
~ Questo è il cristallo dei licantropi. Con esso si accede al loro mondo.~ mi spiegò.
~ Quindi i mondi sono separati. E questa è come una grande stazione.~ dedussi io.
~ Be', si può dire così.~
Ero un po' delusa. Non credevo che anche tra gli Entros i mondi fossero divisi. Speravo che almeno le Creature del Buio vivessero a contatto tra loro e che quelle della Luce facessero altrettanto.
Proseguii il mio cammino giungendo davanti al cristallo dalla sfumatura verde acqua.
La scritta diceva Spectra.
~ Questo è degli spettri, vero?~
~ Esatto.~
Continuai a camminare, soffermandomi davanti a ogni cristallo.
Quello rosso sangue apparteneva ai Lamia, i vampiri; quello bianco perlaceo agli Angeli e la scritta riportava la medesima parola; quello ambrato alle Facere, le fate; quello verde muschio agli Elvis, ovvero gli elfi e infine quello color ocra apparteneva agli Spiritus, gli spiriti.
Tornai al punto di partenza e, alzando lo sguardo, mi trovai davanti al cristallo dei Daemones, i demoni, prevedibilmente nero come la pece.
Tutte quante le pietre brillavano come avessero avuto un faro puntato contro eppure il sole non arrivava direttamente su nessuna di loro.
~ Cosa facciamo ora? Per arrivare alla scuola?~ chiesi guardando North.
~ Vedi, ogni creatura ha le sue diverse caratteristiche. Ovviamente ti verrà spiegato tutto a scuola, ma devi sapere che ogni specie ha un <<rito>> da compiere.~ disse Damien.
~ Un...rito?~
~ Sì. Non è niente di che, ma è l'unica cosa che permette al cristallo di riconoscerci e di permetterci l'accesso al nostro mondo.~
~ E che dobbiamo fare?~
~ Vieni.~ fece Faith conducendomi davanti alla scritta. ~ Si dice che noi demoni siamo nati quando il troppo dolore delle persone ha cominciato a prendere vita, a diventare qualcosa di diverso, di concreto. Quello che dobbiamo fare è trovare il dolore dentro di noi e donarlo al cristallo.~
Il dolore?
Non riuscivo a capire quanto mi era appena stato detto. In che senso il dolore? Come può qualcosa essere composto dal dolore?
~ Be' a parole è difficile. Pensa a un ricordo doloroso e basta. Il cristallo farà il resto.~ mi mormorò Nate con un fare incoraggiante.
~ Ma non porti con te la macchina?~ domandai a North, ricordandomi dell'auto probabilmente piena dei bagagli dei ragazzi.
Mi sembrava che fosse molto attaccata alla sua splendida auto, quindi ero stupita dal fatto che non se la portasse dietro.
~ Certo che la porto. Ci ho fatto sopra la Runa del Contatto.~
Spalancai lievemente le pupille senza capire ciò che mi diceva. Sembrò accorgersene, perché subito dopo aggiunse spiegazioni.
~ Quella runa, disegnata sugli oggetti, permette ad essi di seguirti negli spostamenti. Elija ti ha detto che noi demoni possiamo sparire da un luogo e riapparire in un altro, no?~
~ Sì.~
~ La Runa del Contatto viene utilizzata appunto per potersi portare dietro gli oggetti durante spostamenti di questo tipo.~ concluse.
~ Ah. Forte.~
~ Adesso dobbiamo iniziare con il rito.~ ci ricordò Xavier.
Annuendo, cercai nella mia mente, scavando a fondo nei ricordi e mi tornò in testa quando al centro commerciale avevo perso Alina e non riuscivo più a trovarla.
Ero piena di paura, angoscia ma anche di dolore. Molto dolore.
Chiusi gli occhi, lasciando che quel ricordo mi invadesse completamente, riportandomi a quel giorno.
Qualcuno mi prese la mano. Non sapevo né chi fosse né perché l'avesse fatto ma non smisi di pensare al terrore di aver perso mia sorella.
Sentii come una leggera pressione sulla fronte e quando essa sparì, aprii gli occhi.
~ Benvenuta alla Highsbury School!~ esclamò Faith con uno smagliante sorriso prima ancora che riuscissi a capacitarmi di ciò che mi si trovava davanti.
Davanti a me c'era un edificio enorme, talmente alto che dovetti alzare la testa fino a sentire dolore al collo.
Sembrava un castello medievale. I muri grigi come la fuliggine, le colonne chiare dai capitelli decorati a sostenere il colosso di pietra sopra di esse, le guglie appuntite che parevano forare il cielo, la moltitudine di finestre ad arco pulitissime disposte regolarmente.
Il tutto era circondato da un'alta recinzione le quali sbarre erano avvolte da fitti cespugli di rose di ogni tipo esistente.
Il cancello di fronte a noi era molto più alto, nero e lucido.
Sentii una pressione sul palmo della mano e, abbassando lo sguardo, mi resi conto che chi me l'aveva presa e continuava a tenerla era Nate.
Lasciammo la presa l'uno sull'altra contemporaneamente, guardandoci.
~ Per arrivare alla scuola da Petra Vitris dovevi pensare a questo posto e non avendolo mai visto chissà dove saresti finita.~ mi spiegò alzando le spalle.
Annuii e riportai gli occhi sulla Highsbury.
Ero incantata da quanto quel luogo sembrasse magico e misterioso. La miglior scuola che avessi mai visto.
Mai in genere gli orrori di una scuola sono al suo interno.
~ Strano che i Guardiani non le abbiano detto niente.~ commentò Faith rivolgendosi a Xavier.
~ Sì... In effetti è vero.~
~ Chi sono i Guardiani?~ domandai curiosa.
~ Proteggono i cristalli. Nulla può ucciderli perché attingono il loro potere dai cristalli stessi, che non possono essere distrutti.~ mi rispose Damien.
~ E perché avrebbero dovuto farmi problemi?~
~ Be', perché non ti hanno mai vista ed è la prima volta che attraversi il cristallo. Comunque meglio così. Sono strani quei tipi.~ fece North con aria pensierosa.
~ Entriamo o pensi di restare qui con quell'aria da ebete?~ mi chiese Xavier.
Lo guardai e contenni a fatica l'istinto di rompergli il naso.
"Idiota arrogante" pensai roteando gli occhi.
Il demone dagli occhi gialli mi anticipò e si mise davanti al cancello.
La sua schiena mi copriva la vista di quello che stava facendo ma comunque lo vidi alzare il braccio destro e premere il polso sulla scritta "Daemones".
Con un sonoro CLACK il cancello di aprì da solo, spalancandosi davanti a noi.
~ Io vado a parcheggiare la macchina.~ ci disse North prendendo la direzione opposta alla nostra, verso l'auto nera che non avevo notato.
Allora quella runa funzionava sul serio.
Non che ne dubitassi, ma comunque era una cosa piuttosto strana.
Varcammo il cancello, camminando lentamente come in un atto religioso e giungemmo davanti alla porta che si trovava sotto alla scritta recante il nome della scuola sopra il muro.
~ Dove andiamo?~ chiesi a Nate.
~ Dal preside. Immagino che voglia sapere che sei arrivata.~
"Fantastico. Neanche cinque minuti che sono qui e già mi portano dal preside."
Oltre la porta mi si presentò davanti uno spettacolo impressionante.
Un'immensa scalinata si diramava in quattro parti più strette, due a destra e due a sinistra, mentre quella principale proseguiva fino ad interrompersi davanti ad un'altra porta di legno scuro.
C'erano già degli studenti che passeggiavano in quello che immaginai fosse l'atrio. Spuntavano fuori lungo le scale dai corridoi dentro i quali conducevano, in gruppo o da soli.
~ Muoviamoci. Non voglio nessuno che rompa.~ sussurrò Faith spingendoci tutti verso la scala principale.
Damien spalancò la porta nera e in pochi secondi entrammo tutti.
Davanti mi trovai una scrivania con una donna seduta dietro intenta a riordinare mucchi e mucchi di fogli.
Le pareti erano tutte coperte da raffinate librerie stracolme di volumi alte quasi quanto il soffitto.
~ Scusi...~ esordì Xavier parlando alla donna che probabilmente era la segretaria. ~ Dovremmo vedere il preside.~
Lei alzò il naso dai fogli sparsi e osservò Xavier come fosse uno strano alieno. Aveva il naso eccessivamente all'insù, gli occhi ingranditi dalle spesse lenti che portava su di esso e i grumi del fard fin troppo evidenti sulle guance incavate.
Era così esile e sottile che pareva sul punto di spezzarsi un paio di ossa al minimo movimento.
~ Il preside?~ fece quella con voce nasale.
~ Sì. Il preside.~ ripeté Xavier.
Cercavo di tenerlo d'occhio. Sembrava sul punto di urlare "la ragazza, qui, è la nuova mezz'essere!!" e non doveva assolutamente accadere. L'avrei appeso per i capelli da qualche parte.
~ E perché?~ gracchiò.
~ Scusa Angy.~ mi sussurrò voltandosi appena. ~ Perché lei è la nuova mezz'essere, ecco perché. Ora possiamo vederlo?~
~ Merda!~ esclamai per lo stupore. ~ Ti odio, sei un vero idiota!~
~ Ah oh! Non potevo fare altrimenti!~ protestò lui.
~ La nuova mezz'essere! Oh, che piacevole sorpresa!~ fece la donna quasi con isteria.
~ Anche riuscire a vedere il preside prima di domani sarebbe una sorpresa...~ sbuffò Xavier roteando gli occhi gialli.
~ Certo, certo, venite con me.~ si riscosse lei.
Si diresse verso una porta sulla destra e bussò tre volte, attendendo la risposta dell'uomo all'interno.
~ Avanti.~
~ Andate pure.~
Uno alla volta attraversammo la porta simile a quella in cima alle scale ma più sottile e a una sola anta e ci trovammo così davanti al preside.
Jonatan Marwell lessi sulla targhetta d'oro davanti a lui.
Sembrava alto e aveva un viso gentile. I capelli erano leggermente riccioluti, corti e castani come le basette e la sottile barba che gli copriva il viso.
Avrà avuto almeno quarant'anni.
~ Salve ragazzi. Chi abbiamo qui?~ chiese in tono educato e tranquillo.
~ Salve a lei, preside. Lei è Angel. È una...~
~ Una mezz'essere, certo.~ lo interruppe.
~ Come lo sa?~ esclamò Faith, come me con gli occhi sbarrati.
~ Sarò più vecchio di voi, ma gli strilli della signorina Nexwille ancora li sento dietro la porta.~ ribatté con un sorriso pacato. ~ E la professoressa Dyulig mi aveva già parlato di lei, signorina Denely.~ aggiunse rivolgendo gli occhi castani su di me.
~ È un onore averla qui nella mia scuola.~ disse porgendomi la mano.
Allungai il braccio e ci stringemmo le mani.
~ Grazie, signore.~
~ Fra circa un'ora ci saranno le prove di selezione per dare un grado ai nuovi arrivati lei compresa. Dunque, successivamente, le verrà assegnata la sua stanza.~ mi spiegò.
Annuii sorridendo e ansiosa di sapere in quale anno sarei finita.
~ Nel frattempo i suoi amici potrebbero farle fare un giro della scuola.~ suggerì il preside.
~ Certo. Ora andiamo. Arrivederci, signore.~ disse pronto Damien.
Uscimmo di nuovo e ci ritrovammo all'ingresso, pronti per il tour della scuola.

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