Gita notturna; Rivelazione

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Una volta ch'entrambi furono addosso alla balconata, senz'attesa si diedero ad adocchiare tutt'intorno.

La diffrazione delle fosche luci selenitiche attraverso le copiose gocce di pioggia contribuì ad appannare ulteriormente la concezione sensoriale del paesaggio, già di se stesso intrinsecamente spettrale.

L'assoluta neutralità, il grigiore congiunto dal suono sinusoidale puro e metallico proveniente dall'inferriata d'accesso alla metropoli silente catturò ogni loro attenzione, e se non proprio d'ambedue, d'Alfred certamente.

«Minchione! Ti pigliasse il cacasangue!»

Il custode avea ben deciso d'andare, rinchiudendo B. e A. nel luttuoso champ de repos.

«E tu che m'avevi pur rassicurato, - rivolgendosi ora verso Bruce - che il piscio delle cagne t'ingorghi quella maledetta boccaccia!»

«Poiché ritieni opportuno ingiuriare qualunque cosa ti si porga davanti, lascia che ti spieghi il motivo delle nostre peripezie.» insistette il più sicuro tra i due, a voler quasi apparir solenne.

«Essendo solito porgere personalmente i miei saluti e le mie preghiere ai cari defunti, non è raro trovarmi, come ben saprai, in questo luogo di eterno riposo.

Settimane addietro, nei pressi di un loculo, che m'aveva incuriosito non poco a causa di una balordaggine incisa per epitaffio, mi ritrovai, e non di mia intenzione, nel raggio d'azione di certe discussioni private che stavano giustappunto avvenendo tra un paio d'impettiti vestiti da operai, proprio oltre una staccionata neppure tanto elevata da occultarmi. Giacché non diedero importanza alcuna alla mia presenza, né facendomi cenno, né spostandosi, né abbassando il tono delle voci, né prendendo altre tipiche precauzioni, ma continuando piuttosto nei loro discorsi, mi concessi la libertà di partecipare passivamente alla discussione.»

Il peculiare verso di una civetta particolarmente agitata incombette, accompagnando lo scroscio della pioggia e del vento.

Per quanto vi abbia rovinato la sorpresa, ai due non fu concesso il privilegio di tale informazione, sussultando a ogni urlo del rapace, che alle loro orecchie ricordò più verosimilmente gli insopportabili lamenti di uno sciagurato durante l'impalamento. Dopo aver sostenuto diverse ondate di quelle grida stravagantemente spaventose, Bruce si spostò in un'area della balaustra che affacciava a sud del sepolcreto, appropriatamente al riparo dall'acquazzone, facendo segno all'amico di avvicinarsi, per poter procedere nella sua delucidazione.

«Se in cuor tuo stai domandandoti cosa i due uomini stessero tanto privatamente dicendosi, ebbene te ne darò subito atto: essi discutevano di un magniloquente tesoro. Ingenti quantità di beni preziosi sepolti col proprietario, ultimo ereditiere delle ricchezze di una nobile casata, tumulato all'interno di un'imponente struttura mortuaria.

Purtroppo, più loro proferivano certe informazioni, più il mio vivido interesse si manifestava persino ai loro occhi, avvicinandomi al punto da poter chiaramente distinguere le differenze tra punti neri e peli incarnati dalle facce di entrambi e, peggio ancora, il calibro delle armi da fuoco portate alla cintura. Ovviamente un simile coinvolgimento da parte mia non fu visto di buon grado, giungendo con inaspettata celerità ai soprusi verbali e al repentino allontanamento dei due, ancor prima ch'io potessi capire a chi, precisamente, si stessero riferendo.

Ma ciò mi diede di che riflettere.

Nel tempo in cui, rimasto da poco orfano, per sostentarmi mi adoperavo come apprendista tombarolo, rammento di quanto mai si stancassero gli impresari nostri datori nel ripeterci di star alla larga da specifiche aree, tutte, o quasi, sfavillanti e curate da ditte private. Ora io tengo ben a memoria la motivazione che pensai per quelle imposizioni, e cioè che un'intrusione nei lavori di terze società appartenenti a losche associazioni private avrebbe comportato una perentoria sentenza di morte, o per lo meno questo mi hanno sempre fatto credere le opere di fantasia che in qualche modo trattassero di una certa tipologia di criminalità organizzata. Quelli che da vicino apparvero come un paio di semplici scagnozzi mi diedero però da riflettere su dettagli che, da giovane, non ritenni opportuno valutare. Era perciò possibile che gli obblighi di restrizione in precise zone del camposanto potessero più probabilmente essere una sorta di assicurazione su eventuali trafugamenti di oggetti di valore, data la poca fiducia riposta nella figura di noi becchini? Poiché ricordo con lucidità il denigratorio trattamento intellettuale da noi subito e a malincuore accettato. E se così fosse stato, ragionai, di quanti furti in un cimitero si è mai sentito parlare? In un posto che nei secoli riesce ad accogliere i patrimoni di ricchi possidenti defunti, dovranno pur esservi immense quantità di tesori, possibilmente a lungo dimenticati e facili prede per l'impavido estumulatore.»

Compagni di criptaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora