CHAPTER 12 - TWO SOLITUDES

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Rimane la certezza
Ciò che è stato non torna





Quanto tempo passò prima che il corpo
Trovasse il coraggio di staccarsi dalla tomba
Il turbinio di emozioni era sì forte e aspro
Che il Tempo stesso aveva perso il senso
Ricordo solo che voltai le membra stanche
Appoggiandomi sulla fredda pietra funebre
Quella volta fu io ad appoggiarmi sulla farfalla
Anche se tra noi due la terra ci separava



Alzai lo sguardo nel cielo azzurro e sereno
Tante volte lo avevo visto rispecchiato negli occhi
Di colui che ora non poteva più rispondermi
La mente era così confusa e si poneva domande
Non riusciva bene a comprendere cosa accadde
Mai avrò delle risposte certe ma ecco come spiegai
Il crudelissimo miracolo a cui avevo assistito
Il dolcissimo martirio di un amore innocente



Lui era morto oramai svariati decenni addietro
Di età così giovane, un fiore colto troppo in fretta
Non ebbi mai modo di sapere cosa gli accadde
Sicché mai riuscii a rincontrare quell'anziana persona
Dove il destino gli avesse condotto la sua anima
Era un posto in cui gli venne accordato di tornare
Tre mesi in questo mondo per poi andarsene via
Lontano dal turbinio di questa strana esistenza



Cosa cercava così tanto da tornare qui in Terra
Probabilmente la stessa cosa che cercavo io
Una felicità che mai nessuno mi aveva concesso
E forse nemmeno a lui era riuscita a trovarla
Del resto come poteva essere un amore sbocciato
In nemmeno un solo giorno di conoscenza
Se non una maniera per poterlo provarlo prima
Che ti venga tolto quella possibilità per l'eternità?



Noi eravamo due solitudini che si stavano cercando
Forse nemmeno senza rendersi conto si avvicinavano
Ciascuno teneva in mano la chiave della felicità
Col lucchetto posto nel cuore dell'altra malinconia
Forse fu davvero un colpo del destino a farci incontrare
Magari quel filo rosso non esiste solo come metafora
Oppure semplicemente la Dea Fortuna ha tirato un dado
Di milioni di possibilità è uscita proprio quella nostra



La più somma delle domande rimarrà sempre una
"Amore mio, ma tu dove trovavi la felicità in me?"
Di tutti gli individui con cui passare tre mesi sì intensi
Io ero di certo tra le meno adatte a tal nobile scopo
Non ebbi mai io l'occasione di rispondere alla domanda
"Amore mio, in cosa in me ti rende così felice?"
Tale risposta è troppo lunga per essere riassunta
E troppo profonda e privata per poterla rivelare



E se i moti della pietà delle divine celesti faranno sì
Che un giorno io e la farfalla ci rincontreremo di nuovo
Allora gli dirò tutto quello che lui è stato per me
Angelo o demone in terra per una reciproca salvezza
Sicché non passa un giorno in cui nei cieli limpidi
Del giorno e nelle notti in cui il firmamento brilla
In cui non veda il suo splendido sorriso avvolgermi
Da quella primavera di un amore proibito



Addio o arrivederci allora, mia leggiadra farfalla
Angelo che vivrai per sempre nella mia memoria
E se davvero tu eri una qualche sorta di demone
Allora narrerò a tutti della assurda bellezza del vizio
Della purezza trovata nel proibito di una carezza
Di come anche la dannazione sappia sorridere
Forse persino l'Inferno conosce la tenerezza
In te la trovai tutta, mio peccato più innocente

BUTTERFLY - AN INNOCENT SIN STORY -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora