«È venuto in seno alla sua amata
Sorridendo a lui, lo porta nel più alto dei cieli
Con cuore struggente
Ti guardiamo
Oh, messaggero dalle ali d'oro di dei potenti»
Questa fu la frase col quale il coro accompagnò una coda infinita di persone che scortavano silenziosamente il risultato di un destino che qualcuno avrebbe di certo definito come "ingiusto".
Non c'erano mai state così tante persone al 1300 di Leslie St.
Non c'erano mai state così tante facce cupe in quel giardino.
Non c'erano mai state così tante lacrime in quella Chiesa.
Man mano tutti cominciarono a prendere posto tra i banconi, tra di loro c'era anche una ragazza.. vestita con una giacca e pantalone nero che si sposavano alla perfezione con il suo cappello e i suoi lunghi capelli biondi. Sembrava come se attorno a lei ci fosse un aura che la stesse isolando dal resto del mondo e che con il volto, nascosto dal copricapo e dalle sue dorate ciocche, accompagnava quella che agli occhi dei più era semplicemente un'amica verso il suo ultimo cammino.
«Tesoro... Dovresti venire a sederti ora..» disse una voce che proveniva alle sue spalle. Lei non rispose, si limitò ad alzare leggermente la testa e dirigersi verso il suo posto. Fu allora che capì che quella voce era quella di sua sorella Allison seguita dai suoi altri tre fratelli, che si ritrovavano a non voler perdere di vista Diana nemmeno per un secondo, cercando di rimanere ai suoi occhi come dei punti di conforto.
Non appena si sedette al suo posto la signora alla sua destra sbarrò gli occhi alla vista delle sue mani.. e come si poteva darle torto in fondo? Aveva delle fasciature ad entrambe le mani che le ricoprivano quasi completamente, lasciando scoperte tutte le dita tranne gli indici. Ma ormai niente era più rilevante in quel momento, il parroco stava per cominciare a dare l'ultimo saluto ad una giovane ragazza morta tragicamente in un incidente stradale: Vera Evans.
«Fratelli e sorelle, come potete immaginare è difficile trovare le parole per descrivere ciò che oggi in qualche modo dobbiamo raccontare. La cosa che ci viene da dire è sempre la stessa: "la vita è giusta?" Qualcuno potrebbe dire che è così, ma in realtà ci basta rinsavire da pensieri figli delle nostre emozioni. Ci basta riflettere su quello che è la parola del Signore, e di ciò che sono i suoi piani per ognuno di noi. Lui sa già quale sia il nostro destino e lo porta avanti secondo la sua volontà. Personalmente i miei ricordi di queste due persone e soprattutto di Vera è quello di una ragazza come molte, che viveva una vita difficile, ma non per questo si arrendeva al dolore ed era sempre pronta a dispensare sorrisi a chiunque ne avesse bisogno. Faceva parte del nostro coro e tutti qui presenti la ricordiamo perché era sempre lì tra quei banconi, vicina ai suoi amici.» Proprio mentre parlava di ciò si potevano scorgere anche tra i ragazzi del coro delle facce sofferte; ogni membro portava, per scelta personale, un accessorio di colore nero, in segno di lutto. Diana rimase colpita da quel gesto, d'altronde era abbastanza inaspettato visto che Vera aveva sempre descritto quel luogo come "la casa del menefreghismo". In tutta onestà non aveva gran voglia di farsi domande ed aspettò la fine del funerale, dopo che le vecchie signore passarono per raccogliere le donazioni, per avvicinarsi silenziosamente alla bara. Si inginocchiò ai suoi piedi, poggiando la mano destra sul legno e con la sinistra stringeva una collana a forma di chiave di Sol.
Tremava, e non riusciva a smettere di ricordare, avrebbe voluto con tutta se stessa non vedere e sentire più nulla ma non riusciva.
«Didi... ho preso questa cosa per noi. Sono due collane, una a forma di chiave di Violino e una di Basso... ad essere sincera le ho prese perché se ho notato che si capovolge quella di Violino e la metti vicino a quella di Basso hanno una forma simile ad un cuore. Ho pensato che ci rispecchiasse molto, d'altronde anche se dobbiamo nasconderci non vuol dire che la soluzione dell'intrigo non debba essere sotto gli occhi di tutti, no? Rende le cose più elettrizzanti!»
Diana iniziò a vederci doppio, ripensando a quel momento sentì la voce di Vera come se fosse lì di fronte a lei.. in effetti era così ma ormai non sapeva più cosa fosse meglio: se rinchiudersi nei ricordi o rimanere su quella dolorosa realtà. Si guardò attorno e vide le altre persone che man mano uscivano dalla Chiesa e poggiò delicatamente la testa su Vera e sussurrò:
«Chissà se anche questi qui hanno mai avuto rimpianti.. e tu che dici Vera?»
Con la coda dell'occhio vide i necrofori pronti a portare via le bare, e facendosi forza si alzò lentamente, alzando poco più la testa si accorse che un fascio di luce si infrangeva contro i vetri che si trovavano sulla destra, creando un arcobaleno immenso che illuminava il suo volto assieme all'altare.
Accompagnata, dai suoi fratelli e sua sorella, Diana assistette fino all'ultimo istante della sepoltura, fino a quando realizzò che stava per essere sepolta assieme a suo padre, il quale non resse il colpo di aver perso una figlia e decise di farla finita anzitempo senza aspettare che la malattia lo divorasse lentamente. Non riusciva a guardare in faccia sua madre e suo fratello, che viveva fuori città, i quali si ritrovarono tutto ad un tratto senza un marito o un padre e senza una figlia o una sorella.. andati via nei modi più impensabili.
Erano le 18:30 quando Diana rientrò a casa, andò nel suo bagno dove a prima vista si sentì come un pugno nello stomaco; c'erano vetri rotti, oggetti sparsi per tutta la stanza e tracce di sangue ai bordi del lavandino. Provò un senso di vergogna per ciò che aveva fatto, si sentì improvvisamente le guance e le orecchie così dannatamente calde e nel suo silenzio decise di risistemare il più possibile ciò che aveva fatto, per poi sdraiarsi davanti alla sua finestra a guardare quel panorama che mai cessava di risultare così bello. Indossava ancora l'abito nero al quale aveva sbottonato la giacca, mostrando così una Blusa elegante di colore bianco che trasmetteva uno strano senso di delicatezza. Non ricordava di preciso per quanto fosse rimasta lì, ogni volta si lasciava trascinare fino perdere la cognizione del tempo, ad un tratto si volto e vide a terra il suo zaino aperto, dove poteva scorgere un piccolo foglio che per qualche ragione la incuriosiva, lo prese e sul retro lesse «Per Balù»
Una sola persona al mondo la chiamava in quel modo, e aveva smesso di farlo da molto tempo. Fece un gran respiro e con le mani tremolanti e il viso inondato di lacrime lo lesse
«Ehi, ciao amore. Spero che non distruggerai questo foglio prima ancora di leggerlo tutto e ti chiedo scusa per questo ma ultimamente sei spesso assente a scuola e non so quando ci sarà occasione per parlarne, ad ogni modo vorrei che questa sia una sicurezza da parte mia, qualcosa che mi rassicuri che prima o poi riceverai queste parole. L'altro giorno nei bagni non sapevo minimamente cosa dire, i sensi di colpa mi stavano pietrificando e tutto quello che avrei voluto era un abbraccio, un qualcosa che potesse farmi stare bene. Ti ho ferita, ti ho tradita, non sono stata all'altezza di quello che ci siamo sempre promesse. Speravo di poter riavvolgere il nastro e di portare tutto a com'era prima, ma so di essere ingenua; come posso pensare che tu voglia anche solo lontanamente perdonarmi, l'ho fatta grossa e mi merito tutto questo. Però c'è un'ultima cosa che vorrei dirti, per quanto possano ormai valere le mie parole, ci tengo davvero tanto: questo ultimo periodo non è stato facile per te, dopo quello che hai passato fin da quando eri piccola ho sempre provato così tanta ammirazione in te, nonostante la perdita dei tuoi genitori ti sei fatta forza e sei andata avanti, hai dimostrato agli altri ma soprattutto a te stessa che niente è stato in grado di fermarti. Sei una persona straordinaria, ma come tutte le persone molte volte le cose devi sentirtele dire per crederci davvero. Con questo voglio solo dirti Grazie di esistere e di avermi dato l'onore di conoscerti e di arricchire in qualche modo la mia vita, perché tu sei la mia Vita. E se lo vorrai... non so dove, non so quando.. ma ci incontreremo di nuovo in qualche giornata di sole. Te lo prometto, lo faremo ancora. Per Amore della Vita.»
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Parallel Gate
General FictionUna storia come tante. Una storia come nessuna. Una ragazza cerca giorno dopo giorno di rendere la sua vita soddisfacente e per farlo dovrà necessariamente fronteggiare la realtà, anche quando quest'ultima sembra insormontabile. Parallel Gate raccon...