Prologo

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Archer

Il sudore mi imperla la fronte, mi copro gli occhi per ripararmi dal sole cocente che in questi giorni sta battendo sulla contea di Clark in Nevada.
Niente in confronto al calore del fuoco che minacciava di bruciarmi mentre ero in missione in Algeria.
Posso sentire ancora la puzza di polvere da sparo e di carne bruciata dei miei compagni, mentre io in compenso mi sono guadagnato una bella ustione sul braccio destro, ma non me ne curo.
Mi ricorda il motivo per il quale mi sono arruolato: salvare chi è nato dalla parte sbagliata del mondo.

E' l'unico vero scopo della mia vita. L'unica cosa che mi fa sentire realmente vivo, umano e che mi permette di essere utile su questo mondo.

<<Archer dai vieni a rinfrescarti!>>
La voce di Lucian mi estirpa dai ricordi di guerra e mi rendo conto di esser rimasto su questo portico per troppo tempo.
<<Dai entra, ti presento un po' di gente.>>
Mi da una pacca sulla spalla e mi fa strada nel suo salone.
La stanza è illuminata, ci sono alcuni volti conosciuti ma con i quali non ho mai scambiato più di due parole.
Prendo un bicchiere di birra fresco e osservo un po' in giro, soffermandomi sulle foto di famiglia in corrispondenza delle scale che portano al piano di sopra ed è proprio in quel momento che la vedo scendere le scale.

Risalgo la sua figura sinuosa, le curve morbide dei suoi fianchi, la pelle diafana fino ad arrivare al suo viso.. uno dei più belli che abbia mai visto, contornato da una cascata di riccioli scuri che esaltano il verde dei suoi occhi.
Mi guarda per un attimo e mi sembra di stare di nuovo sul campo di guerra, solo che la granata mi è esplosa dentro.

Quando La Neve CadràDove le storie prendono vita. Scoprilo ora