capitolo 14

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Dee

<<Arrivo con l'ordinazione!>> Metto le patatine nel piatto accanto al panino ed esco in sala. Ho avuto giusto il tempo di farmi una doccia per lavare via lo schifo che mi sento addosso, insieme al trucco sbavato, dopo che sono stata quasi un'ora a piangere sul pavimento del bagno. Non faccio altro che piangere da giorni, attanagliata dai sensi di colpa per quello che ho fatto.

Non ho mai lottato così tanto con i miei stessi pensieri: un minuto penso ad Archer e mi sento pervadere da emozioni forti, coinvolgenti e il minuto dopo rivedo il volto di Adam.

E rigetto tutto. Non ho avuto nemmeno il coraggio di andarlo a trovare, di solito non passano più di cinque giorni.

Ho paura che se vado sulla sua tomba possa essere lì, deluso, triste per colpa mia.

Mia madre ha probabilmente finto di essersi accorta di niente, dato che mi ha parlato come se niente fosse, nonostante i miei occhi gonfi. A me, va bene così.

Mi guardo intorno e vedo Serena disperata, china sul pavimento intenta ad alzare, per la quarta volta, un piatto di patatine che un bambino si ostina a far cadere. Io devo trattenere l'irrefrenabile voglia di scaraventargliele addosso.

Bambini, che esseri adorabili.

<<Stiamo aspettando e i clienti non dovrebbero attendere!>> Una voce femminile, estremamente acuta per i miei timpani mi fa voltare.

<<Arrivo subito!>> Rispondo annoiata. Vorrei vedere la sua faccia se per sbaglio il contenitore delle salse le dovesse finire addosso ma per sua fortuna, oggi non ho voglia di discutere.

Mi allontano per pulire e preparare un altro tavolo, quando mi volto la voglia di volermi far inghiottire dal pavimento e finire nell'ignoto mi assale violenta.

<<Buon compleanno DeeDee!>> Brail e Kitty con dei ridicoli cappellini appuntiti e una ridicolissima torta di compleanno del supermercato, sorridono come se ci fosse un motivo per sorridere.

Assumo quella che credo sia un'espressione di disgusto, perché Kitty mi guarda dispiaciuta. <<So che non è il massimo e che non ti chiami Rupert ma c'era soltanto questa.>>

Sono talmente sconvolta che non ho fatto caso alla scritta sulla torta "Buon sessantesimo compleanno Rupert!!" Sicuramente questo tizio se li porta con dignità.

<<Perché non mi hai detto che è il tuo compleanno?>> E' arrivata Serena.

Cerchio chiuso, imbarazzo totale raggiunto, posso anche ritirarmi.

<<Deve essermi sfuggito di mente.>> Rispondo e ritorno a fare ciò che stavo facendo.

<<Lagnosa, odiosa bugiarda!>> Sembrava strana Brail senza i suoi commenti arcigni. Fingo di non sentirla.

<<Stasera serata tra donne, alcool e..>>

<<No!>> Interrompo questa cosa sul nascere. <<Stasera serata Dee a letto.>> Ritorno a pulire il tavolo, con molta veemenza.

<<Sei noiosa e deprimente, ragion per la quale ti servirebbe un orgasmo.>> Continuo ad ignorarla. <<Magari uno con un cazzo spaziale, enorme e magico.>>

Kitty diventa paonazza, mi allontano a testa alta. <<Già fatto, più di una settimana fa.>> Vorrei tanto voltarmi e vedere le loro facce, soprattutto quella di Bri ma la mia sicurezza potrebbe crollare, perché devo fingere di non provare nausea per me stessa.

Serena si avvicina a me con le mani congiunte. <<Ti prego, dimmi che è quell'adone dagli occhi viola che è entrato qui.>> Sta piagnucolando davvero?

Quando La Neve CadràDove le storie prendono vita. Scoprilo ora