Eppure mi hai cambiato la vita.

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Nelson Mandela diceva più o meno così:

Nella vita di qualunque nazione viene sempre il momento in cui restano solo due opzioni:
Arrendersi o combattere.

Forse di me, non se ne sarebbe mai parlato. Avrei vissuto una vita sempre sull'asticella del mediocre, schivando opportunità per rincorrere sensazioni, che mi facessero sentire viva.
E se una di quelle sensazioni, anche la più stupida comprendeva lui, io ero nazione e non mi sarei arresa. Dicono che la notte porta consiglio, ma forse sono persone che non hanno mai guardato l'alba sorgere. Dicono che l'amore trova un modo di parlare suo, ed io non sapevo fino a che punto fosse vero. Dicono anche, che se guardi il cielo e pensi a un desiderio, il cielo te lo porterà come dono.

-E allora, cielo... Facciamo un patto io e te. Adesso.- Pensai con gli occhi volti alle nuvole. -Se tra me e lui, non ci sarà nulla... Fa' che io abbia la risposta positiva per quella cosa. Fammi andare via di qua.- Pensai in un sospiro, per poi sedermi a terra.
L'aria che mi scompigliava i capelli era fredda, e a me serviva più di ogni cosa.

"Sapevo che eri ancora qui." Maya si mise seduta al mio fianco, adoravo quando non parlava e posava solo la sua mano sulla mia gamba, a darmi coraggio. A promettere che anche se mi sentivo sola, non lo ero. Non lo ero affatto.

"Dormono?" Domandai accettando la sigaretta.

"No, stanno salendo. Qualsiasi cosa ti stia mangiando dentro, non devi dirla a me per forza, ma buttala fuori."

"Guarda May..." Le passai il cellulare con il video appena concluso.

"Non perché sei mia amica, ma tu sei nata per questo." Sussurrò stupita.

"Già... due mesi fa ho fatto domanda per la compagnia a Tokyo... C'era il 90% di possibilità che fosse un sì."

"Dimmi che non ti hanno scartato." Maya mi guardò implorante.

"Sto aspettando l'esito... entro oggi devo avere la risposta."

"Mi dispiace se te ne vai, ma è questo che devi fare. Tu devi afferrare tutto e combattere per ciò che vale."

"Vale solo questo." Sussurrai con la voce rotta. Non era vero, valeva anche come mi faceva sentire Fabrizio, valeva per chi ero io con lui.

"La festa si è spostata qui?" Federica e Michele mi abbracciarono.

"Oh... la mail... Maya... leggi tu." Le tirai il cellulare e lei sorrise leggendo. Poi il suo volto diventò serio.

"Non sei stata presa Nicks." Il lamento di dolore che uscì dalla sua bocca, mi fece tirare un sospiro.

"Avrò altro, e questa sigaretta fa schifo." Sbuffai gettandola nel posacenere a terra.

Ecco, precisamente fino a quel momento, non mi ero mai accorta di quanto fossero importanti loro; di come con loro non serviva espatriare, ce l'avrei fatta comunque. In un modo o nell'altro.

"Per favore non prendermi in giro." Entrai nella sala prove come un fulmine. Lanciando la borsa da palestra in un angolo.

"Buongiorno anche a te, raggio di sole." Rise Roberto.

"Perché dovrei prenderti in giro?" Fabrizio si avvicinò con le mani sui fianchi, era già pronto a farlo.

"Sono andata al bar a prendere un caffè, c'era una... ha cominciato a piangere che la bambina non sa come crescerla, il suo fidanzato l'ha menata... e io ho aperto il portafoglio; volevo darle qualcosa... me l'ha rubato." Spalancai le braccia, dondolando sulle punte dei piedi.

"Mi avevi alzato le aspettative... ora come faccio a prenderti in giro... avevi fatto un bel gesto." Però rise.

"Ma stai ridendo." Lo indicai frustrata.

Un amore è reale quando torna-Fabrizio Moro- L'inizio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora