CAPITOLO 1: BLACKOUT

22 1 0
                                    

"Sei serio?" Carabina non crede al livello di idiozia che sta raggiungendo Vandalo
"Ti viene in mente un'altra ditta che fa delle pulizie decenti? Mary non c'è la fa più, finché non trovi il modo di curare i malati terminali, abbiamo bisogno di qualcuno che pulisca questa casa."
"Non me ne vengono in mente, ma sono sicuro che esista qualche altra attività più vicino al Centro, magari non nello Yeastfast. Lo sai che quel posto è pieno di drogati ed emarginati, vorrei trovare le mutande nel cassetto quando mi sveglio." A furia di tenerlo in mano e a girarlo, Carabina ha scaldato così tanto il bicchiere che l'alcol è evaporato.
"Non abbiamo più 5 anni. Non c'è più la mamma a controllare tutto ciò che facciamo, di sicuro non vorrebbe che Mary sputasse sangue perché non abbiamo buon senso. Dobbiamo adattarci alla palude. Almeno accompagnami a fare una chiacchierata, cosa ti costa?" Vandalo ha finito la sigaretta e la sta spegnendo dentro un portacenere di giada.
"Sei da prendere a calci finché non vomiti le tue viscere quando dici certe cose. Prendi le chiavi del  bolide e non pretendere che ci parli io con questi.". Una porta si spalanca, e i due fratelli entrano nella macchina parcheggiata a bordo corsia, senza targa.

13/23/121x, 9:00. È rischioso presentarsi nella periferia della Nuova Città con certi gioielli di motori, è difficile sopprimere l'istinto di sopravvivenza e rinunciare all'opportunità di guadagnarsi un pasto rivendendo una Percy XV BTS, maggior ragione se hai perso tutto là fuori. Ma questi sanno difendersi. E anche molto bene.
"Vandalo, tutto ok? Hai bisogno di cambiare occhiali?"
"Non ci sono occhiali che tengano, non vedo nulla manco a piegarli. Aveva ragione quel tuttologo, 2 decimi di vista sono un po' pochini".
"11? MA SEI FUORI? POTEVI FAR GUIDARE A ME! COME FAI AD AVERE ANCORA LA PATENTE?!".
"Ma stai calmo, se non riuscissi a stare al mondo sarei già morto da tempo. Quando hai il terzo occhio non perdi nessun dettaglio per strada.".
"Vedi di controllare anche la terza gamba col terzo occhio, che oggi è già la terza volta che per sganciare mi ritrovo il culo bagnato dalla tavoletta del WC.".
"Dovremmo essere arrivati, a giudicare dalla insegna".  Sopra una vetrata, una insegna al neon giallo e azzurro:"BLACKOUT: puliamo qualsiasi cosa in un lampo!".
Vandalo e Carabina scendono dalla macchina con passo deciso, come dei veri e propri uomini d'affari. Attraversano le porte scorrevoli ed un giovanotto li accoglier con un sorriso.
"Bonjour, messeri, benvenuti da Blackout. Sono il responsabile di questa sede, come posso aiutarvi?"

Vengono scortati in un ufficio molto singolare: tutti i muri sono neri e non vi sono finestre, le uniche fonti di luce provengono da alcuni faretti, che adornano il pavimento e il soffito con motivi geometrici, e da una lampada più fine sul tavolo di vetro. Una targa d'oro dietro alla sedia moderna recita:
"[Sig. V. Kilov], co-fondatore & dirigente.".
Si siedono su poltroncine artistiche e Vandalo spiega il motivo della visita.
"2000 denari. Lavoro pulito. Rimborsiamo se necessario. Prendere o lasciare, signori.". Il responsabile li fissa nelle loro anime. Il messaggio è chiaro. Si fa alla sua maniera.
Vandalo non è bravo a maneggiare i soldi, quindi si consulta con Carabina:"È un affarone, normalmente per questa cifra è già tanto se ti lucidano le scarpe".
"Hai ragione. Potremmo dargli una chance, dato che i soldi li abbiamo.". Vandalo quindi accetta l'offerta, e vengono accompagnati fuori dopo essersi scambiati i dati con Kilov.

"È stato un piacere fare affari con voi, non ve ne pentirete, siamo i migliori della zona qui da Blackout. Au revoir!". Nonostante la cordialità di Volt, i due provano una grande fretta di entrare in macchina e tornare in Centro, senza alcun motivo apparente.
"Che strano sto tizio, ha dei gusti di arredamento proprio orrendi.", Carabina non riesce a ignorare i brividi sulla schiena, eppure ha visto molto in vita..
"Dai Carabina, non pensarci e godiamoci l'aria". Vandalo tira indietro il tettuccio della macchina premendo un pulsante e i due tornano a casa, tra una discussione e l'altra, mentre l'aria passa fra i loro capelli.
Il vento nella Città sta creando mini tornado dietro di loro, da quanto si è fatto forte: che stia cercando di far fuggire i fratelli dai guai?

13/23/121x, 13:00
Gli occhi sono chiusi. La luce è intensa, alta nel cielo, eppure piena di pudore. Preferirebbe che le tue retine prendessero fuoco piuttosto che farsi fissare. 48°, Sole ci tiene a toccarti senza che tu lo possa nemmeno percepire, accarezzare la tua cute e percepirti, un abbraccio da dietro a sorpresa. "~Elio c'è, e vuole solo te!". La radio ha dato gli ultimi segni di vita, prima di spegnersi assieme alla batteria dell'auto.
È ora di svegliarsi. Le sue palpebre rivelano lentamente un cielo azzurro sconfinato, nemmeno una nuvola a coprire l'infinito sopra le montagne in lontananza. La vita è tornata in Bourbonne.

Riesce ad alzare il capo e a vedere gli arti pieni di graffi e ferite aperte, la pelle seppellita nella polvere. Fili di cotone strappati. Un' emicrania che martella l'encefalo, come una campana. Si propaga nella schiena, vertebre e costole percosse e deliranti, mentre Bourbonne cerca di alzarsi dal proprio giaciglio di polvere. Con le mani afferra la terra per far presa e rimanere in equilibrio: è secca e sporca, pastorizzata sotto i bracieri celesti e umile pendolare del vento. Nemmeno lo 0.00001% dei batteri in superficie ha potuto resistere, certi livelli di pulizia la Sanità Cittadina se la sogna.

La vista ritorna ma vacillante a causa del trauma cranico. La luce non è più così forte adesso, riesce a vedere chiaramente i tagli sulle proprie mani seccarsi e formando croste scure. Si volta e riesce a vedere la sua ombra. Una ragazzina incurvata e tremante, come una foglia secca.
Alla sua destra, un rottame compresso lateralmente e affondato nella terra polverosa, circondato da un fossato di gomma sciolta. Come ha fatto a schiacciarsi? Gli elefanti sono estinti da un secolo, non vi è un briciolo di vita in questo deserto sconfinato. La strada qui vicino è troppo piccola per lasciare il passaggio ai camion.
Poi un flash, una scarica di adrenalina.

Bourbonne si precipita sulla macchina e cerca di aprire una delle portiere ancora integre, ma sono chiuse da dentro. Dal parabrezza non si vede niente, vi è una patina di polvere scarlatta. Cerca di tirare la portiera usando un piede e tutte le forze che ha, ma nulla vien fuori. Solo tante piccole gocce rosse che dalla fessura della portiera affluiscono in una pozzanghera scura ai piedi delle sue nuove Hyena bianche, mescolata con la gomma fusa delle ruote.
Un altra scarica di adrenalina, il cuore comincia a battere più veloce della luce e l'aria si fa densa, sta annegando. "Mamma e papà non possono essere morti" vuole l'attenzione di Bourbonne, cerca di distrarla, va tutto bene.

Il silenzio viene finalmente rotto da un pianto isterico proveniente dal rottame. Anche per Bud è ora di svegliarsi.
"BUD!!". Dall'altro lato la portiera dei passeggeri posteriori era stata scaraventata dal presunto urto almeno qualche passo più in là del fossato. Li giaceva Bud, ancora legato al seggiolino e con il piccolo capo viola. "Finalmente ti ho trovato". Slaccia le cinture del seggiolino e lo prende in braccio, con molta delicatezza.
"Ehi, non piangere, va tutto bene,
ti ho trovato, sei al sicuro..."
Si strappa un pezzo della manica per fasciare la testa del bimbo, che intanto non finisce di piangere. Il panico si è alleato alle frustate che l'emicrania da al collo della ragazza. È diventata un sacco da boxe. Le portiere sono bloccate e non ha le forze necessarie per aprirla.
Una sola scelta possibile. Camminare, verso la Città..

"Va tutto bene, stai ancora dormendo... è un brutto sogno..."
La sabbia comincia a muoversi sotto i loro piedi, mentre qualche auto passa a tutta velocità con i fari accesi,
"... passerà... quando ti svegli saremo arrivati alla Città, e andremo a comprare tanti giocattoli... "
Non si riesce a vedere niente, la sabbia sta formando una barriera davanti a loro,
"e il gelato... e le penne colorate... "
Tempesta di sabbia delle 15:00, tipica situazione nello Yeastfast.
"... ti prego... non... piangere..."
Bud non ha più nemmeno voce per piangere, emette un gemito costante. Bourbonne chiude gli occhi.
"Bud... ".
La terra crolla sotto i piedi di Bourbonne, inghiottita dalla disidratazione. Un cartello pubblicitario si eregge sopra i loro corpi sfiniti, abbracciati sulla banchina della strada. "[RAVE], Il Passato, dentro il Presente! Drink distillati come una volta, per rimanere per sempre idratati!"
"Guarda un po' queste pubblicità abusive. Per favore, dimmi che è uno scherzo! Per me scelgono i luoghi apposta..."
Un enorme veicolo inchioda derapando sulla strada sterrata, e da li due figure alte escono dalla macchina e si incamminano verso i pargoli.
"Nah fratello, te lo dico io come fanno a trovarsi qui. È letteralmente Di-" "Smettila con le tue frottole religiose e aiutami a tirarli su,.. che Lui sa benissimo che odio i bambini.".

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 22, 2023 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Cronache di un Mondo MiglioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora