- La figura del serial killer -
Alcuni termini antecedenti e simili a quello attuale di "serial killer" furono coniati negli anni cinquanta del secolo scorso; fu, però, negli anni settanta che si amalgamò alla lingua comune e ufficiale quello moderno, quando negli Stati Uniti divennero noti alcuni casi, come quelli di Ted Bundy e David Berkowitz (tanto per citarne qualcuno tra quelli più conosciuti). Il termine venne usato la prima volta dai "profiler", figure che incrementarono via via di numero tra i membri dell'F.B.I. con l'obiettivo di distinguere il comportamento di chi uccide ripetutamente nel tempo intervallato da pause, dagli omicidi plurimi che si rendono colpevoli per esempio di stragi. Vennero assunti per collaborare all'attività di ricerca e definizione dell'identità del colpevole, contribuendo a identificarne le condizioni psicologiche, il movente del reato e le strategie da seguire.
Il serial killer, o assassino seriale, è un pluriomicida di natura compulsiva, che sceglie le sue vittime spesso per tratti comuni, quali l'età, il sesso, la professione o con specifiche preferenze verso donne o uomini, con o senza regolarità temporale. Queste sue inclinazioni, aggiunte all'uso di una "firma" che lascia, o alle varie predilezioni a luoghi, armi o tecniche, costituiscono il suo "modus operandi" a indicare dunque comportamenti ricorrenti.
Il serial killer è colui che commette tre o più omicidi in località distinte, intervallati da un periodo di tempo, connotato da una fase di "raffreddamento emozionale" (periodo in cui sceglie la vita normale per riprendersi).
Possono essere suddivisi in serial killer "organizzati" e serial killer "disorganizzati": i primi sono lucidi, metodici nella pianificazione dei crimini, calcolatori e riescono a mantenere grande controllo. Spesso hanno conoscenze specifiche di base sui metodi della polizia, riuscendo a camuffare tracce e prove. Di solito hanno una vita sociale ordinaria, normale: amici, un lavoro e una famiglia.
L'esatto contrario è il tipo disorganizzato che, infatti, agisce impulsivamente quando se ne verifica l'occasione, senza pianificarlo prima. Non è metodico, non occulta le tracce; di solito privo di rapporti familiari e/o amici, senza lavoro e con un carente stato mentale, vive in solitudine.
Questa prima classificazione viene già fatta durante lo studio della scena del crimine, in cui le armi ne sono l'oggetto. Un serial killer organizzato ha portato la sua arma, lo ha previsto e, allo stesso modo, ha provveduto a farla sparire; quello disorganizzato ha usato ciò che ha trovato nell'immediate vicinanze e, probabilmente, ha pure lasciato l'arma sulla scena del delitto.
Difficilmente si trovano tracce o prove nel primo caso, in quanto si tratta di un individuo dotato di un quoziente intellettivo abbastanza alto, viene classificato dai profiler come "psicopatico"; quasi certamente nel secondo le prove invece emergono, infatti si fa riferimento a un soggetto affetto da "sociopatia" e solitamente con quoziente intellettivo inferiore alla media.La sua "compulsione", intesa come rabbia repressa, è uno dei caratteri più studiati dallo stesso profiler, in quanto su quello si basa la scelta delle vittime, sostitute spesso di un'altra persona, vero oggetto nella fantasia del killer. Le motivazioni psicologiche degli assassini seriali possono essere estremamente diverse: se ai primi - gli organizzati - possiamo associare il desiderio di "potere", "comando" (spesso di natura sessuale), di provare che la loro astuzia supera quella delle forze dell'ordine, ai secondi - i disorganizzati - vanno accostate motivazioni psicologiche completamente diverse: sensazione di inadeguatezza e un basso livello di autostima, legati talvolta a traumi infantili come umiliazioni, bullismo o abusi di vario genere. Motivo per cui all'avvocato non resta che invocare, più spesso del solito, l'infermità mentale!
L'argomento resta particolarmente delicato, ma cercheremo di renderlo meno d'impatto. Raccoglieremo informazioni e ve le riporteremo come i fatti e la storia ce li raccontano, senza mai andare oltre. Il nostro compito è spiegarvi cosa accade nella mente del serial killer tramite fatti conosciuti e condivisi da esperti in passato.
Benvenuti nella prima rubrica di Mistero sul profilo "Brivido", siete appena entrati "Nel cuore del male".
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Nel cuore del male
Mystery / ThrillerUna raccolta di articoli sul mistero, sul crimine, sulle vittime, i colpevoli e gli investigatori. Cosa pensa un serial killer? Cosa è un profiler e quale è il suo lavoro? Quali sono i più famosi casi e quali quelli ancora irrisolti? Entrate con no...