Capitolo 2

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Viaggiarono per tutto il pomeriggio e tutta la notte fermandosi solo a giorno fatto. Sarebbero ripartiti a sera inoltrata con il fresco.
Il corvino adagiò il compagno nella tenda improvvisata e l'albino lo guardò stancamente con le labbra secche.
-A..a...pha- soffiò il minore completamente senza forze.
-Sono qui, tieni- disse aiutandolo a tirarsi su per bere una razione ben più grande di quella che avrebbe avuto normalmente. L'omega bevve avidamente afflosciandosi poi esausto.

Quando arrivarono al villaggio, ben due giorni dopo, Luxury era l'ombra di se stesso: la sua pelle era ancora troppo rossa e calda e non accennava a guarire, era dimagrito ancora per la mancanza di cibo e non riusciva più nemmeno a stare in piedi.
-Per tutti gli dei! Che cosa gli è capitato?- chiese allarmata la vecchia seggia pensando a tutti i possibili peggiori scenari non appena vide l'omega fuggiasco.
-La punizione per essere scappato- disse soltanto l'alpha spogliandosi e spogliando il minore per poterlo immergere nell'oasi attorno a cui sorgeva il villaggio.
Appena toccò il freddo dell'acqua, il più piccolo si svegliò di soprassalto per poi appoggiarsi esausto al maggiore.

-Come stai?- chiese sofficemente l'alpha per costruire un'atmosfera intima solo loro.
-Male- tagliò corto l'albino. Che senso aveva girarci intorno? Era senza forze ed era stanco di mostrarsi sempre più forte di quanto in realtà non fosse.
Per un po' cadde il silenzio.
-Qualche giorno fa mi hai chiamato alpha- riprese il corvino iniziando a muoversi placidamente nell'acqua.
-Davvero?- disse il minore chiudendo gli occhi e godendosi la fresca sensazione. In tutta onestà non se lo ricordava, non ricordava che pochi attimi di lucidità tra una sorsata d'acqua e l'altra durante le pause e il caldo cocente per tutto il resto del tempo.
L'alpha stava per ribattere quando la vecchia saggia lo richiamò a riva.
-Deve mangiare e riposare- disse fermamente strappando l'omega dalle braccia dell'uomo per consegnarlo ad alcuni suoi aiutanti. Fosse stato qualcun altro si sarebbe già trovato senza testa, ma la donna conosceva Karian da quando era nato e lo aveva praticamente cresciuto lei quindi l'uomo lasciò stare.
Luxury venne sdraiato su un lettino di paglia intrecciata e cosparso di una pappetta verdognola che avrebbe aiutato la sua pelle a guarire. Venne imboccato pazientemente e poté trascorrere qualche ora senza l'uomo che pretendeva di essere il suo alpha.

-Questa volta hai davvero esagerato! Cosa diavolo ti è venuto in mente? Lasciarlo senza protezione sotto il sole! Senza cibo! Hai idea di quanto potrebbe metterci a guarire? Settimane! Mesi se non riusciremo a tenere la pelle attaccata al corpo!- urlò l'anziana sorprendendo il corvino nella sua tenda.
-L'ho punito per essere scappato, ovviamente non gli ha fatto bene o non sarebbe stata una punizione- ribatté il lupo più giovane iniziando a scaldarsi.
-Nom capisci che è proprio a causa di queste punizioni che lui vuole continuamente a scappare? Non gli stai dando nessun motivo per restare al tuo fianco! Se continui così, compagno o non compagno, anche il suo lupo inizierà ad avere paura di te e a quel punto non potrai più fare niente, dovrai lasciarlo andare!- gli urlò contro la donna con una grinta tale da farlo sentire come un cucciolo sgridato per l'ennesima marachella. Solo che questa marachella aveva ferito gravemente una persona e ora metteva a rischio il legame con la sua anima gemella. Ma che colpa ne aveva lui? Era l'omega ad essersene andato, ad aver disobbedito all'ordine di restare nella tenda e aver costretto metà villaggio a mettersi in viaggio per cercarlo, la colpa era sua!

Quando dopo poche ore il corvino entrò nella capanna della vecchia, Luxury stava dormendo sulla pancia per fare riposare la schiena. La sua e aveva iniziato a sfaldarsi a piccoli pezzi, secca e disidratata nonostante l'intruglio oleoso spalmato addosso.
-Davvero non ti ho dato motivi per restare? Non basta sapere che sono il tuo mate?- sussurrò accarezzando la guancia estremamente arrossata.
Sì perse nei suoi pensieri continuando ad accarezzarlo e non si accorse che l'albino si era svegliato.
-Cosa stai facendo?- mormorò rannicchiandosi lontano da lui. La pelle si stirò dolorosamente, si spaccò e si divise in nuovi punti. Karian guardò l'epidermide staccarsi dal giaciglio e sentì di dover vomitare.
-Ti stavo coccolando- rispose rimanendo completamente fermo.
-Nom farlo più. Lasciami stare e vai via- disse il bianco tremando come una foglia, ma guardandolo con la furia di un incendio negli occhi.
-Non posso nemmeno toccarti?- chiese l'alpha ottenendo in cambio una negazione con la testa. Testardo, avvicinò una mano al ragazzo che, preso dal panico, si mise a urlare con tutto il suo fiato facendo accorrere la vecchia saggia e tutti i suoi aiutanti.
-Fuori di qui! Ora!-

Il lupo del desertoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora