Il lupo del deserto

Capitolo 5

Ad un tratto dagli alberi uscì una donna, vestita con abiti da caccia riccamente ornati e con due collari d'argento tra le mani. Aveva gli occhi azzurri come il cielo e capelli d'oro più chiari della sabbia. Solo Luxury aveva capelli più chiari di lei.
-Un alpha con il suo omega... Quale fortunato evento!- esclamò avanzando a grandi falcate.
Il corvino le ringhiò contro e si acquattò, pronto ad attaccare in qualsiasi momento.
-Non devi avere paura di me, capobranco, non voglio fare del male né a te, né al tuo Omega-3 mormorò la donna illuminando gli occhi di rosa e facendo rispondere i due lupi con i loro azzurri e rossi.
Procedette, tranquilla nella sua camminata, e infilò il collare all'alpha come se niente fosse. Sistemato il corvino, avanzò verso l'omega che, spaventato, fece un passo indietro. Lei gli sorrise dolcemente e il lupo si lasciò incatenare.

-Philus, dammi le catene- disse allargando il braccio verso uno dei suoi scagnozzi.
-Ne è sicura signora? Potrebbe essere ancora pericoloso- disse uno degli uomini eseguendo, però, quanto richiesto.
-So quello che sto facendo, queste sono solo per evitare che lui sbrani qualcuno indesideratamente- rispose agganciando una catena tra l'alpha e l'omega e una tra  l'alpha e il proprio polso- ora questi due sono puro istinto, se non c'è niente a tenerli vicini l'alpha attaccherà chiunque si avvicinerà troppo al suo compagno-
I due lupi la seguirono come cagnolini ben addestrati.
Appena fuori dall'oasi c'era una piccola carovana con una portantina riccamente decorata e ancuni uomini che custodivano cammelli e cavalli.
La bionda salì sulla portantina con i due lupi e li fece accucciare si suoi fianchi.

-È evidente che siete compagni, quindi perché non siete legati?- mormorò tra sé e sé accarezzando la testa dell'albino.
I suoi occhi si illuminarono di nuovo di rosa ed entrò nella testa del minore.
Era un'omega, ovviamente, ed era albino anche in forma umana. Aveva circa diciotto anni e il suo compagno, come già sapeva, era il lupo al suo fianco di nome Karian. Lui era Luxury. Provò ad andare oltre, ma venne bloccata da una specie di muro da cui sentiva provenire solo tristezza e sofferenza. Il motivo doveva essere lì dietro.
Uscì dalla mente del più piccolo ed entrò in quella del maggiore. Lui era abituato a comandare su tutti, un capobranco, come lei stessa aveva intuito, e aveva punito l'omega più volte, anche crudelmente, ma non era quello che lei stava cercando. Era un uomo d'onore e stava aspettando che il compagno gli si sottomettesse volontariamente. La donna scavò ancora ed arrivò al loro primo incontro.
La madre di Luxury glielo aveva venduto assieme al proprio corpo per salvarsi vita e patrimonio. Karian l'aveva sgozzata e poi si era preso il ragazzo trattandolo, all'inizio, come lo schiavo che era diventato alimentando le sue idee di fuga.

Soddisfatta la strega uscì dalla mentre del licantropo e continuò a coccolare amorevolmente il più giovane godendosi l'aria calda che muoveva sinuosamente le tende della portantina.
Dopo più di due ore di viaggio arrivarono ad un grande palazzo affacciato su un largo fiume dove alcune barche stavano attraccate sulla riva.
All'ingresso stava un servitore, veramente molto alto, dalla pelle scurissima e i muscoli ben scolpiti.
-Fraya, mi signora, ben tornata- disse porgendole la mano per aiutarla a scendere.
-Kamun, oggi è stata una giornata fortunata, loro saranno i miei lupi personali- disse facendo scendere i due. Luxury si mise ad annusare e il corvino lo seguì entro i limiti della catena.
-Due mia signora? Non sarebbe meglio venderne uno?- chiese stranito il servo seguendo la donna che stava entrando nel palazzo.
-Impossibile, anche se non sono legati sono compagni. Separati moriranno- spiegò levandosi i vestiti a mano a mano che si avvicinava alla propria stanza.
I lupi entrarono con lei mentre il servitore rimase all'esterno.

-Quello è il vostro letto ragazzi, fate pure come foste a casa vostra- disse la bionda, ormai completamente nuda, slegando i due dal suo polso.
Freya si infilò nella grande vasca interrata per fare il bagno mentre l'adolescente andò ad annusare il nuovo letto. Ci girò attorno un paio di volte poi, sentendo che mancava l'odore del suo alpha, prese l'orecchio del maggiore tra i denti e lo trascinò sul giaciglio così che lasciasse la propria traccia mentre l'omega zampettava allegramente per la stanza.
La donna sorrise intenerita immergendosi din sotto il pelo dell'acqua. Quei due erano tenerissimi anche se erano i lupi a interagire e non le forme umane.