21. Cosa Sei Disposto A Perdere?

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Quando tornò nella zona animata dell'arena, lo show era già iniziato da mezz'ora e i primi match della serata si erano consumati sotto lo sguardo entusiasta del pubblico, che riempiva lo stadio di urla, applausi o fischi a seconda di chi ne usciva vincitore. Se aveva pianto, non ne era rimasta traccia sul suo viso.

B. la trovò che marciava per i corridoi.

«Oi, eccoti! Ti ho cercata ovunque» esclamò, posandole una mano sul braccio.

Lydia si girò a guardarla, i suoi occhi assenti. Forzò un sorriso, che non le illuminò alcuna parte del viso. «Mi hai trovata.»

«Che cosa è successo? Quando Daryl ha raggiunto di nuovo me e i ragazzi, era...»

«Sai cosa? Non mi interessa» la bloccò subito Lydia, afferrandole la mano che l'amica aveva poggiato sul suo braccio. La scostò e riprese a camminare.

B. le andò dietro. «Aspetta... che significa che non ti interessa?»

«È finita, B. Questa volta davvero. Voglio solo concludere questa storia una volta per tutta e tornarmene a casa.»

Bijoux l'afferrò di nuovo per una spalla e la costrinse a fermarsi e a voltarsi verso di lei. «Ma di che stai parlando? Questa è la tua nuova casa.»

«No!» sbottò lei, liberandosi di nuovo della presa. «Questa era la casa di una persona che non esiste, che non sarebbe mai dovuta esistere! Quindi, rimetto le cose al loro posto.» Si girò ancora e riprese a marciare.

«Ma si può sapere dove diavolo stai andando?»

«Nell'ufficio di Samantha Miller.»

«Aspetta... fermati un attimo! Parliamone!» tentò B., ma Lydia non si fermò e l'altra fu costretta a seguirla.

Arrivata di fronte alla porta con su appeso il cartello "Direzione", Lydia bussò senza nemmeno attendere che B. l'avesse raggiunta.

«Aspetta...» disse ancora quella, col fiatone. «Rimettiti almeno...» tentò, ma la porta si aprì su un uomo della sicurezza, che le scrutò dall'alto con un'occhiata scura.

B. deglutì, non abituata a quel mondo pazzo e frenetico in cui si era lasciata trascinare dalla sua migliore amica e dal suo nuovo fidanzato, ma Lydia, che aveva appena affrontato un furioso Daryl Ashton, non ebbe alcun timore reverenziale nei confronti di quell'energumeno che sbarrava loro l'accesso alla stanza.

«Ho bisogno di vedere la signora Miller.»

Sentendo la sua voce dall'interno, Samantha si alzò dalla sua scrivania e raggiunse la porta. Il suono dei suoi tacchi sul pavimento anticipò di poco il suo volto ben truccato, che spuntava accanto al braccio dell'uomo della security.

«Lydia» disse, col sorriso da gatta che le arricciava il naso, «mi sembrava di aver sentito la tua voce. Prego, entra.» A un suo cenno, l'omone si spostò, lasciando l'accesso libero.

Lydia varcò la soglia, ma B. rimase indietro, indecisa. Poi, mandò al diavolo le sue remore e la seguì, una Converse nera stretta nervosamente tra le mani.

Samantha le riservò uno sguardo incuriosito, domandandosi con buone probabilità chi fosse, ma poi i suoi occhi caddero sul cartellino che portava appeso al collo e il suo sorriso si allargò. «Vedo che sempre più lottatori si stanno prendendo la libertà di invitare gente nel backstage» commentò e B. non seppe decifrare se fosse divertita o infastidita.

«Devi lasciarmi andare sul ring» disse Lydia, senza mezze parole, mentre Samantha si sedeva di nuovo alla sua scrivania.

«Come?»

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐍𝐨𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora