14. Rumore Bianco

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Il cielo, fuori dall'arena, era puntinato di stelle. Gli ultimi raggi del sole estivo erano sfumati via all'orizzonte ormai più di mezz'ora prima.

Lydia si rigirò tra le dita il pacchetto di sigarette, che aveva contemporaneamente voluto e non voluto fumare. Nell'indecisione di capire chi fosse adesso, con tutti quei ricordi dentro la sua testa, dentro la sua anima, dentro al suo cuore, aveva aperto e chiuso la scatola, giocherellato con le sigarette, ne aveva tirata fuori una, poi l'aveva rimessa dentro e aveva passato il pacchetto da una mano all'altra. Ed era andata avanti così per tutto il tempo in cui lei e Mel avevano parlato.

E avevano parlato tanto, di tutto. Quando erano usciti all'aperto, il sole colorava ancora di rosa la volta lontana.

«Hai freddo?» le domandò lui, quando Lydia alla fine decise di riporre il pacchetto nel giacchetto e se lo strinse addosso.

«No. Sto bene.» Si girò verso Melvin e gli sorrise. «Davvero.»

Lui sospirò, quindi allungò una mano e le depositò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Le sue dita indugiarono poi qualche secondo sulla sua guancia, prima di riportare la mano al proprio fianco. «È successo tutto così in fretta che... non lo so, mi sembra quasi di non conoscerti davvero.»

«Pensa quanto è strano per me, avere tutti questi ricordi confusi che si intrecciano e cercano di trovare un senso e una collocazione, in due versioni di me che adesso tentano di coesistere.» Lydia si passò le dita tra i capelli e li scombinò.

Mel sorrise con tenerezza. «Pensi di dirglielo?»

«A chi?»

«A tutti.» Piccola pausa. «A Daryl Ashton» soffiò poi.

Lei prese un profondo respiro e non rispose per un lungo momento. Poi lo rilasciò e sorrise mesta. «Ma che ne so... credo di aver bisogno di un po' di tempo, per riflettere, capire, riordinare le idee.» Alzò lo sguardo verso il cielo. «Credo che, per adesso, lo terrò per me.» Lo guardò di traverso. «Puoi mantenere il mio segreto?»

«Ma certo, Lydia. Neanche a chiederlo.»

Lei sorrise. «Grazie.»

Rimasero in silenzio, di nuovo a lungo.

«Il concerto...»

«Tranquillo, si farà.»

«No, io non...»

«Mel. Il fatto che abbia riacquistato la memoria, non cambia davvero nulla. Per lo meno da quel punto di vista. Fare la cantante è ancora il mio sogno, non manderò all'aria quello per il quale abbiamo lavorato così duramente negli ultimi anni.» Si girò verso di lui e gli prese una mano tra le sue. «Non sarò più la tua ragazza... ma sono ancora la tua cantante. E tu sei ancora il mio manager.»

Melvin sollevò anche l'altra mano e la posò su quelle di lei. La guardò, in quei suoi occhi verdi e sinceri e bellissimi, e sorrise, anche se i suoi erano ora lucidi e un po' tristi. Annuì.

Lydia si avvicinò e gli lasciò un bacio all'angolo delle labbra. «Ci vediamo presto, Mel.»

«A presto, Lydia.»

Strinse un'ultima volta le sue mani, poi la lasciò andare e scivolò via.

Lydia lo guardò allontanarsi con una sensazione di disagio e leggerezza nel cuore.

Afferrò di nuovo il pacchetto di sigarette e rimase a fissarlo a lungo. Poi si girò verso il cestino e lo gettò.

*

«Lydia!»

«Eccoti, finalmente! Ti abbiamo cercata...»

«...DAPPERTUTTO!»

𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐧𝐞 𝐍𝐨𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora