#19 Lavoretti in famiglia

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«Ecchiú!»

«Salute caro.» La donna gli passò un fazzoletto.

«Grazie m'lady.»

«Ancora allergia?»

«Temo di sì. Questa polvere mi sta facendo ammattire. Sono sicuro che però ne varrà la pena.»

«Anche io.» Fece per prendere alcuni scatoloni, ma il biondo la superò in velocità.

«A questo ci penso io.» Affermò prendendolo al suo posto.

«Ma...»

«I medici ti hanno detto di non sforzarti troppo, Insettina.»

«Era leggera.»

«Non è vero.»

«Invece sì.»

«Da grande cavaliere quale io sono, ho voluto risparmiare questo grande sforzo alla mia dama.»

«Cosa ti avevo detto riguardo alla storia del cavaliere?»

«Che l'adoravi?»

«Che non tutte le principesse devono essere salvate.»

«E il cavaliere allora a cosa serve, amore mio?»

«Ah, bho, non lo so.» Scrollò le spalle, facendo mettere su un finto broncio al compagno «Bé, ora che ci ripenso ci sono molte sfide con cui si può misurare un cavaliere.» Gli passò una scopa «La prima è "la traversata della sporcizia"; solo pochi prodi e valorosi riescono a superare indenni i misteriosi ostacoli posti su questo cammino.» Declamò con solennità.

«Vedi, io infatti ho sempre detto che quella messa meglio è la principessa. Il cavaliere fa tutto il lavoro sporco e lei se ne sta al castello a guardare. Altro che maschilismo, dovremmo essere noi eroi a ribellarci!»

«Eppure non lo fa nessuno.» Osservò la corvina.

«Non si dice che la magia più forte di tutte è l'amore?» Domandò retorico il marito.

«Come siamo arrivati a parlare di dame e cavalieri?»

«Mh, non me lo ricordo.»

«Pazienza.» Rise lui.

«La vernice è già su?»

«Certo, è già qui.» Le indicó dei barattoli.

«Allora partiamo a dipingere!» Esclamò lei afferrando un pennello e agitandolo in aria.

«Sono sicuro che la cameretta di Emma sarà stupenda.»

«Sará bellissima.»

«Prima però dobbiamo sistemare i teli per non macchiare.»

«Giusto!» Confermò lei prendendone uno e stendendolo a terra.

«Et voilà!»

«Pensavo che potremmo l'armadio a ponte qua.» Indicó un punto vicino alla porta «E da questa parte non ci starebbe male un armadio» Si voltò dal lato opposto «Potrebbero starci bene anche due letti, se Emma avrà un fratellino.»

«Mi sembra una buona idea.»

«Intanto provvediamo alla vernice.» Si legò i capelli in una crocchia disordinata con un elastico.

«E con calma, mancano ancora sei mesi, cara.»

«Lo so.» Affermò accarezzandosi il ventre «Devo anche dirlo ai miei.»

«E io a Nathalie e mia zia.» Aprì il barattolo e intinse il pennello.

«Chissà cosa dirà Alya.»

«Che non hai passato la luna di miele a giocare a carte. E poi ripartirà con le domande a raffica.»

«In ogni caso, è una questione che sistemi tu.» Salì su uno scalo e incominciò a dare la prima mano.

«Aspetta, vuoi lasciarmi da sola nelle sue grinfie?»

«Detta in questo modo sembra una cosa brutta.» Riprese a fissare il liquido bianco che colava sul soffitto con fin troppo entusiasmo e interesse.

«E tuo padre? Pensi di dirglielo?»

«No, non voglio che nostra figlia abbia qualcosa a che fare con lui.» Disse facendo sentire della rabbia nella sua voce.

«Scusa, mi era venuta spontanea come domanda.»

«Mica ce l'ho con te, amore mio.» Affermò scendendo «Semplicemente ho paura per te, e per lei. Meno sa, meglio è, non voglio mettervi in pericolo.» Dichiarò tenendo la mano della moglie «Quando ti ho sposata, ti ho giurato che avrei fatto di tutto per renderti felice, che ti sarei stato di supporto e ti avrei protetta e mio padre... non voglio correre alcun rischio.»

«Ti capisco.» Gli passò una mano sui capelli e gli stampó un bacio sulle labbra «Lo so perché fai così.»

«E quando tu fai così, invece mi ricordo perché ti amo.» Ribatté lui sorridendole dolcemente.

615 parole, Polvere, pumpINK

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