3 Chi è Aron?

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Continuo ad essere ipnotizzata da quegli occhi rossi che non mi accorgo di quanto si sia avvicinato a me <<Di quale giorno parli?>> alla sua domanda è come se mi risvegliassi che metto un po' di spazio tra noi. Lui fermo, con le braccia conserte, continua a osservarmi aspettando una mia risposta <<Non penso ti interessi. Poi non hai risposto alle mie domande>> inizio a guardarlo male "Ma da dove esce sto tizio?" penso sperando di svegliarmi il prima possibile.

Stando vicino all'albero lo guardo, o meglio guardo quegli occhi che per cinque anni non fanno che tormentarmi ogni notte. Ancora aspetto una sua risposta <<Vuoi rispondere alle mie domande? Ancora non so leggere le menti ehh!>> alza un sopracciglio <<Riguardo a quale?>> sospiro per non mettermi a gridare come una matta, vorrei tanto tirargli cinque dita dritte in faccia ma resto ferma al mio posto, <<Ci sei o ci fai?! Cosa ci fai qui...cioè è il mio sogno e poi all'improvviso appari tu>> non so come interpretare questo cambiamento se in positivo o in negativo <<Sicura che sia un sogno?>> annuisco deglutendo a vuoto poiché me lo trovo di fronte, con pochi centimetri o millimetri che ci separano.

E' come se tutto si fosse fermato, che l'unica cosa che vorrei fare è continuare a guardare quei rubini che per anni mi hanno fatto compagnia quando il ricordo finiva e ricominciava all'infinito finché non mi sarei svegliata; adesso ho quei due occhi di fronte a me, sembrano tanto quelli forse per il colore, ma a farmi rinsanire è l'odore di bruciato "La mia tortura è arrivata" penso abbassando lo sguardo portandomi una mano sul viso. <<Ma quella non è la nube che ti aveva attaccato prima?>> lo guardo strano non riuscendo a capire le sue parole <<Ieri notte è successo....perciò non penso che "prima" vada bene come tempo, non credi?>> ci pensa su per poi annuire, ma lo stesso rimane a pochi millimetri da me.

L'odore di bruciato inizia ad essere più forte, sento quel ricordo che esce dalla scatola in cui l'ho sempre relegato e iniziare ad uscire e le mani del mio dolore danno un aiuto aprendo quel lucchetto che chiudeva la scatola. Stringo ciocche di capelli tra le mani, potrei addirittura strapparne alcune per la forza che sto usando; chiudo gli occhi come a non voler vedere, ma le immagini sono nella mia mente perciò le vedrò lo stesso con o senza i miei occhi. <<Hei! Stai bene?>> sento una mano che si posa sulla mia spalla destra scuotendomi leggermente, ma nego con la testa quando mi paralizzo a sentire l'odore troppo vicino a me che prego con tutta me stessa che non accada di nuovo. <<Dobbiamo allontanarci, quella nube non fa presagire nulla di buono>> rido a quelle parole, perché non sa quante volte ho provato a correre ma ella mi ha sempre raggiunto per poi non lasciarmi andare via. <<Perché stai ridendo? Guarda che non scherzo ragazzina>> continuo mentre apro gli occhi per notare il suo sguardo interrogativo verso di me <<Andare via? Tu non hai idea di quante volte ci abbia provato....e tutte le volte era INUTILE. Quella cosa mi ha sempre fermata....scappare è inutile>> mi libero dalla sua presa facendo dei passi indietro, quando mi accorgo solo in ritardo di essere più vicina a lei. Tremando giro lo sguardo verso quella nube con gli occhi spalancati dal terrore e col dolore che rafforza le sue catene <<Perché mi tormenti? Perché non mi lasci in pace?>> le parole vagano nel vento senza una riposta mentre io mi lascio cadere sulle ginocchia prendendo la testa tra le mani come a voler reprimere tutto.

Il ricordo ritorna ma sta volta è diverso, non sto solo rivedendo cosa accade ma sento anche il dolore che provai quel giorno. Il dolore per le ferite e la stanchezza seguita ad esse. <<Ragazzina svegliati>> ecco di nuovo la voce di quel ragazzo, sento anche una mano che mi accarezza il viso ma è solo il ricordo che mi fa sentire di nuovo quel tocco però adesso è più caldo come se fosse vero. L'incidente è accaduto e io guardo i miei genitori ormai morti, come allora, giro lo sguardo e quei rubini mi incantano mentre una mano mi accarezza il viso <<Devi svegliarti...SVEGLIATI!>> con quelle urla tutto attorno a me si sgretola e io riprendo fiato come se fossi uscita da sotto l'acqua dopo tanto tempo.

Inizio a tossire contro qualcuno, in effetti sono racchiusa in un abbraccio e osservando i vestiti capisco che si tratti del ragazzo di prima. Sento una mano che mi accarezza i capelli <<Stai bene?>> annuisco mentre vago con lo sguardo e non vedo più la nube, in più non capisco cosa sia successo che appena allenta la presa mi metto seduta e abbassando lo sguardo noto lui <<Che....che ci fai qui? Intendo steso a terra...e perché mi abbracciavi?>> faccio per alzarmi ma la testa gira leggermente che lui mi blocca con le mani sui miei fianchi per poi mettersi anche lui seduto facendomi restare sulle sue gambe "La cosa è altamente imbarazzante" penso scioccata cercando un modo per togliermi da questa situazione.

<<Ma tu solo domande sai fare? Piuttosto perché quella nube ti sta attorno...è una nube maledetta e non se ne vedono molte in giro>> piego la testa di lato alle sue parole <<Non hai idea di cosa stia dicendo, vero?>> annuisco incrociando le braccia aspettando una qualche spiegazione <<Io ancora vorrei capire cosa ci fa una....cioè tu qui>> più continua a parlare e più continuo a capire poco. <<Prima di tutto ho un nome che non è "tu"....secondo....MI DICI CHE CI FAI NEL MIO SOGNO PER LA CENTESIMA...vol..ta...>> mi tappa le labbra con una mano appena inizio a urlargli contro che gliela mordo per fargliela togliere <<Pure cannibale sei! Perché continui a dire sogno?>> mi copro il volto con le mani e sento di star per avere un esaurimento nervoso "Ma questo è idiota o fa finta di esserlo?" penso prendendo un grosso respiro prima di parlare.

<<Come te lo spiego....allora io adesso, in questo momento starei a casa mia e nel mio letto a dormire. Ogni notte mi risveglio in questo posto...anche se qualche giorno fa era pieno di vita. Ecco perché ti chiedo che ci fai nel mio sogno>> mentre parlo mi ha fatto alzare e si è alzato anche lui da terra <<In poche parole ti trovi qui e non sai neanche il come o il perché?>> annuisco semplicemente <<Prima non facevi questi "sogni"?>> scuoto la testa <<Sono iniziati la sera dell'incidente...la sera in cui vidi due occhi scarlatti come i tuoi. Ma non so altro....va avanti da cinque anni>> poso il mio sguardo su di lui che sembra sorpreso e un'altra cosa che non riesco a decifrare <<Hai visto il viso di chi aveva gli occhi rossi? Forse erano lenti>> scuoto la testa, mi avvicino a lui poggiano l'indice alla base del suo occhio destro <<Erano simili ai tuoi....veri e con una propria luce. Sono l'ultima cosa che ho visto prima....prima....non ricordo cosa accade dopo. I dottori mi dissero, che mi avevano trovata fuori la vettura che aveva preso fuoco...ma non ho idea di come sia uscita da li>>. Inizio a sentire la stanchezza che prende il sopravvento, senza rendermene conto mi tengo al suo braccio per non cadere <<Hei....Iris!>> sorrido <<Mi sto per svegliare...forse ci vedremo di nuovo domani notte...>> ride sussurrandomi un nome all'orecchio a cui non faccio molto caso che attorno a me tutto svanisce.

Mi sveglio di soprassalto stringendo le lenzuola tra le mani "Aron" è il nome che mi appare nella mente, ma non riesco a dargli un viso, scuoto la testa girandomi verso la sveglia che mostra l'una di mattina <<Ma che diavolo!>> esclamo scendendo dal letto solo che ricado seduta su di esso <<Perché mi sento così stanca>> sussurro stendendomi sul letto. Passano una decina di minuti che sento la porta dell'ingresso aprirsi e dei passi che si avvicinano <<Ti sei svegliata alla fine>> sorrido nel sentire la voce di Kyle <<Solo da poco, ma non riesco a reggermi in piedi....daresti una mano a questa povera sventurata?>> ride avvicinandosi; tenendomi per i fianchi mi aiuta ad arrivare in cucina dove trovo Nicolas intento a cucinare <<Ben svegliata Iris...ti va di mangiare? Ieri non hai mangiato e adesso stai così>> mi guarda male per poi mettersi a ridere e poggiarmi sul tavolo un piatto di pasta al forno <<Non dico mai di no alla pasta al forno fratellone>> ridiamo tutti mettendoci a pranzare.

Il pomeriggio lo passo in giro in paese e per tutto il tempo avevo in mente quel nome "Ma chi è questo Aron?" mi continuo a domandare. Sono così presa dai miei pensieri che vado a sbattere contro qualcuno, sarei caduta se non mi avessero presa per il polso <<Mi scusi...ero sovrappensiero>> alzo lo sguardo notando che è un ragazzo <<Non ti preoccupare, stai bene?>> annuisco mentre mi aiuta a mettermi dritta; lo ringrazio sorridendo e quando si alza di più il berretto che si era abbassato noto che è quello del supermercato, ma la cosa che mi attira come l'altra volta sono i suoi occhi che sembrano avere un colore che non coincide col vero nero.

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