"Bene"

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2 Ottobre

La sveglia suona, il vento freddo sbatte sulla finestra e la flebile luce del sole coperto dalle nubi grigiastre segnano l'inizio di una nuova giornata. Mi alzo lentamente, guardo l'orario e vado a preparare la colazione; nel corridoio incontro mio padre:
"Buongiorno papà"
lui mi sorride e contraccambia il mio buongiorno
" buongiorno Mario, ti saluta la mamma"
e gli rispondo dicendo
" va bene, dille che le voglio un mondo di bene"
"sisì, glielo dirò"
mi incammino in cucina. Dopo aver fatto colazione, mi sono vestito e sono uscito; per strada ci sono persone che si lamentano per il freddo, bambini che giocano con il fango e ragazzi come me con la musica ad alto volume pronti , chi più e chi meno, ad entrare a scuola. Arrivato al cancello della scuola vedo una figura familiare che sta alzando il braccio per fare cenno di avvicinarmi, è Elisa, la mia unica amica con cui posso confidarmi senza sentirmi in imbarazzo.
"Hey Mario, vieni qua!" urla indicandomi
io guardo Elisa in imbarazzo e mi dirigo verso di lei con il capo chinato per la figuraccia che mi ha fatto fare
"alla buon ora"
sospiro e le do un pugno sulla fronte
"ahi! Mi hai fatto male"
"te lo meriti!"
ci mettiamo a ridere e dopo un po' lei mi prende le spalle
"lo sai una cosa?!?!"
"cosa?" la guardo confuso
"Dario mi ha sorriso!"
" wow. Ed io che pensavo fosse qualcosa di grande"
"Hey!..."
tolgo lo sguardo da Elisa e vedo lui, Daniele, il ragazzo più temuto della scuola, per lo meno di tutte le terze. È un ragazzo aggressivo che prende di mira gli studenti più deboli e sfoga la sua evidente rabbia repressa verso i ragazzi più piccoli. Senza accorgermene Daniele si è avvicinato a me e ad Elisa e ci ha spinto con forza
"Spostatevi che devo passare"
" Ugh, dovevi per forza spingerci per passare?!" urla Elisa
"Onestamente no, ma è stato comunque divertente" le risponde per poi mettersi a ridere. I due iniziano ad urlarsi contro insultandosi finquando Elisa urla contro Daniele
" Ma non ti chiedi il perché non hai una ragazza? No? Perché la risposta è evidente"
"Io-" Daniele non riuscendo a dare una risposta entra nell'edificio infuriato e imbarazzato.
"ma come hai fatto?" le chiedo stupito
"non lo so, ma è stata la sensazione più bella che abbia mai vissuto"
dopo questa scena la campanella suona e le lezioni iniziano.

*a fine lezioni*

Mi incammino verso l'uscita, ma poco prima di arrivare al portone una voce chiama il mio nome
"Mario" per poi mettersi a ridere
mi giro e rivedo quella chioma bionda
"D-D..." lui mi interrompe imitandomi
"D-D-Daniele" per poi prendermi in giro per la mia felpa, io l'ho ignorato e pian piano mi sono allonato finché Daniele non se n'è accorto
"Dove credi di andare? Non ho finito con te" mi prende per il braccio per poi darmi un pugno sullo stomaco.
Stavo per mettermi a piangere ma al pensiero di essere preso in giro per la mia fragilità emotiva ho trattenuto le lacrime. Per tutto il tragitto verso casa pensavo a lui
" Come può una persona essere così crudele?"
" Cosa gli ho fatto di male?"
questi pensieri si ripetono nella mia testa fin quando non sono arrivato a casa; non c'è nessuno e le tapparelle sono chiuse, poggio lo zaino e lreparo la tavola. Passano 20 minuti ed arriva mio padre
" Ciao Mario"
" Ciao pa'!"
" Com'è andata a scuola?"
"Bene"


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