CHAPTER 9 - L'ARROTINO

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Sono da poco tornato da un viaggio in Romania.
Una settimana piena e turbolenta, che mi ha permesso di interfacciarmi con persone di paesi e culture differenti dalle mie. E i paesi in questione erano Spagna, Turchia e naturalmente quelli del posto.
Della mia classe, io e Ludo, assieme ad altri due nostri compagni, venimmo scelti per intraprendere questa esperienza. E mamma mia, se ne è valsa la pena.
Ma perché vi sto parlando di questo, mi chiederete voi. Beh... c'era una ragazza.
Era una delle ragazze turche, il suo nome era Nisa. Lei era molto bella, e quando la conobbi a fondo, scoprì che era esattamente ciò che cercavo in una ragazza. Appassionata di storia e politica, dava quell'aria di intellettualità che a me faceva impazzire.
Ma le cose non andarono molto bene: lei apparteneva già a qualcun altro, quindi me ne feci una ragione e andai avanti. Se solo non mi fossi accorto che mi aveva bloccato su ogni social possibile.
Si può arrivare a tanto pur di non voler avere più a che fare con qualcuno? Io lo trovo solo infantile, se devo dirla tutta.
Tornato a casa, ho avuto modo di pensarci su, e divenni cosciente di una grande verità.
Lei mi piaceva perché mi ricordava estremamente Darling. E una situazione del genere mi era capitata anche con lei.
Ma andiamo piano, ho un po' di roba da dire.

Song: Innocent World - Dragon Ball Z Budokai Tenkaichi 3 OST

Come dicevo la scorsa volta, dovetti prendermi una pausa. Anche se breve e insignificativa... dovevo mettere in pausa ciò che stavo facendo.
Era fin troppo da gestire per la mia mente sensibile e soggetta a corruzioni altrui. Si sarebbe formato un Palazzo, lì dentro.
Quindi decisi di staccare da lei e tutto ciò che la riguardava... allenandomi in palestra.
La palestra è un posto magico ma spaventoso allo stesso tempo. Può essere la tua salvezza come può anche essere il peggiore dei tuoi incubi. Per me è stata la prima, fortunatamente.
Fu Cremino a suggerirmi di cominciare ad allenarmi assieme a lui, visto che cercava di costruirsi un fisico perlomeno accettabile. Non che fosse grasso.
Andai assieme a lui per le prime volte, ma subito cominciai ad ambientarmi per bene in questo nuovo contesto al quale non ero mai stato abituato. Sapete, ho passato 10 anni facendo vasche su vasche. Successivamente si sarebbe anche unito Meta.
Presto capì, però, che l'allenamento migliore avveniva quando rimanevo solo con le mie amate cuffie Bluetooth. Erano come una specie di barriera che mi proteggeva dal mondo esterno.
Macchina per le spalle, per i pettorali, per gli addominali, per le cosce e i polpacci... c'era una vasta gamma di opzioni tutte mirate ad allenare una specifica parte del proprio corpo. Inutile menzionare anche i manubri e i vari pesi presenti.
Passai tutta la settimana ad allenarmi dopo la scuola, e devo dire che è stato davvero un toccasana per me. Cominciavo ad essere più sicuro riguardo il mio fisico e la mia persona in generale.
Il 25 settembre la pausa ebbe inizio. Non vi nascondo quanto fu difficile per me resistere alla tentazione di scriverle un messaggio e farle sapere della mia esistenza. Anche perché dubitavo che si sarebbe ricordata di me, ai tempi.
Fu una settimana estenuante, ma alla fine i 7 giorni passarono, e arrivai al 2 ottobre. Ovvero il giorno in cui le avrei riscritto. E non ripartii nella migliore delle maniere.
Su questa nota si concluse per intero il mese di Settembre, definibile come il mese della "realizzazione". Ma non avete ancora visto nulla.

Ricordo che quando mi svegliai, quella mattina, sentivo come se tutti i miei Punti Vita si fossero rigenerati del tutto. Sicuramente avrà anche aiutato il fatto che fosse un Sabato, e sapete benissimo qual era l'appuntamento fisso del sabato.
"Pensa che combo se la pausa (che io definivo "sabbatica") finisce e Darling stasera esce..." pensai all'epoca. Non indugiai oltre: appena tornato da scuola ed essermi nutrito, presi il telefono in mano ed aprì immediatamente la chat con lei. E presi un gran respiro.
Io: "Yo, long time no see. Scusami se sono scomparso nel nulla per una settimana."
Darling: "Tranquillo, anche io sono sparita questa settimana, quindi ti capisco." Non era l'ultima.
Io: "Stasera ci si vede oppure sei impegnata? Punto sulla seconda."
Darling: "In realtà dovrei uscire ahahah."
Era seria. Lei sarebbe uscita quella sera. Non saprei nemmeno io come definire lei che mette piede fuori casa durante l'autunno o l'inverno. Pensatela come una seconda venuta del Signore, ma al suo posto c'è una gran figa.
Io: "Festa grande oggi ahahahah. Ci tenevo particolarmente stasera, scusa la reazione esagerata."
Darling: "Perché particolarmente stasera?"
Attenti qui, ragazzi. Dovete sapere una cosa. Io avevo un terribile vizio, che ancora oggi porto ancora insieme a me. Io vuoto il sacco troppe volte, dico fin troppo ciò che penso e ciò che mi accade attorno. E anche questo mi sarebbe costato.
Io: "Questa settimana me la sono presa come pausa. Le ansie e le paure mi stavano lentamente uccidendo. Ma il motivo principale è che volevo mostrarti una versione migliore di me, visto che ti ho sempre mostrato più i miei difetti che i miei pregi. Quindi ho voluto riflettere e pensare a me stesso per avere una chance per rifarmi, più per una questione personale che per altro."
Ero parecchio convinto di ciò che scrissi, pensavo che sarebbe stata la chiave di volta, quel qualcosa che avrebbe cambiato le carte in tavola. Beh...
Darling: "Sono molto felice che tu stia lavorando per te stesso, ma mi dispiace che lo stia facendo solo per me. Se non ti piace dovresti migliorare per te stesso."
Fossi stato il me attuale, avrei anche dato immediatamente ragione a lui e non mi sarebbe neanche sfiorata in mente l'idea di dirglielo. Ma ricordo che il me dell'epoca rimase amareggiato. E anche parecchio.
Non sapevo per nulla come "funzionassero" le ragazze, ed ero dell'idea che se le assecondi e fai tanti gesti ed azioni dedicate a loro, queste inizieranno ad amarti incondizionatamente tutt'un tratto. Ero solo un povero fesso.
Ma non potevo fare altro, se non assecondarla anche quella volta.
Io: "Ma sì, infatti la cosa è partita da te, ma si è anche estesa al resto delle cose che mi circondano." Paraculo.
Sentivo dentro di me come se avessi fallito per l'ennesima volta la mia missione. Semplicemente non riuscivo a capire nulla: cosa stavo sbagliando? E soprattutto, perché io non riuscivo a capire cosa?
Per la prima volta, sapendo che quella sera l'avrei rivista, cominciai a provare dei sentimenti contrastanti. Certo, ero molto contento di vederla, ma mi era anche stato inflitto lo status "Paura" dalla sua sola presenza.
In cuor mio già sapevo che il mio corpo sarebbe andato nuovamente in tilt appena l'avrei rivista. E mi portai questo sentimento anche durante l'intero viaggio in macchina che ci avrebbe portati a Matera quella sera.
Ci demmo appuntamento per le 21-21:30, ovvero il solito orario in cui potevi assistere alla sua comparsa.
Ma quella sera fu diversa. Portai assieme a me un alleato, che mi avrebbe aiutato a combattere la mia insicurezza e a mostrarmi molto più fiero e combattivo. Un oggetto da equipaggiare niente male, insomma, ma poi ci arrivo.

Non so narrarvi per bene cosa successe quella sera. Il tempo che trascorrevo in quel posto diventava sempre più monotono man mano che i giorni passavano.
Sicuramente avrei preso la solita roba chimica e marcia da Girotondo, probabilmente il classico Burger Roll che prendevo ogni sabato sera. Anche perché, dopo quella volta, imparai a non mangiare panzerotti quando vedevo lei, per evitare problemi.
Facciamo che passiamo direttamente al momento clou, che ne dite?
Ad un certo punto della serata, Donut e Magna si separarono dal nostro gruppo, per passare del tempo in intimità. Sapete già, no?
Il mio udito parecchio attento alla minima sciocchezza pronunciata da tali, origliò di come Magna chiamò Darling per sapere dove fosse, e che avrebbe raggiunto lei successivamente.
Quindi, prima di andarsene, presi Donut per il braccio e gli sussurrai all'orecchio:
Io: "Senti, se solo vedi arrivare o senti arrivare Darling, avvisami. Chiaro?"
Donut: "Sisi, certo. Tu però devi calmarti."
Io: "Sì, lo so..."
Dopo questo rapido check, i due piccioncini si allontanarono e noi continuammo la nostra serata cercando il classico posto dove ci saremmo accampati e avremmo concluso a suon di energy drink e sigarette. La bella vita, insomma.
Anche se questa volta la nostra meta non era lo Sboccoplace. Era, invece, un posto che avevamo già conosciuto in passato, ma del quale non ho mai avuto l'occasione di parlarvi.
La mappa di Matera comincia a schiarirsi sempre di più, perché oggi parleremo del cosiddetto "Quattroeventi". Anche detto un altro dei cunicoli dei Sassi dove la gente si accampava di solito. Non ricordo perché si chiamasse così, ma dal nome posso già immaginare che giro ci fosse lì.
Dopo aver bevuto una lattina di "Energia" assieme a Ludo, ognuno trovò il suo posto su quel muretto, e cominciammo a discutere del più e del meno. Notate anche voi una certa ridondanza?
E mi stupii di come comparivano altri personaggi di cui non sapevo la minima esistenza. E si dà il caso che anche questa volta fossero tutte proveniente dal liceo classico. Non la smetteranno mai di perseguitarmi, aiutatemi.
Ma all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, la fatidica chiamata arrivò:
Donut: "La donna è arrivata."
Io: "Ok, mi preparo psicologicamente. Ciao." Chiusi immediatamente la chiamata mentre un brivido mi percorreva tutta la spina dorsale. Non avevo idea di cosa mi sarebbe successo alla sua vista. Ma ero parecchio convinto di ciò che facevo.
Attesi e attesi ancora, ma alla fine eccola che scendeva quelle scale di pietra assieme a Magna, seguite da Donut dietro di loro. Sembrava lui la candela del gruppo, per una volta.
Come reagì il mio cervello a tale evento? "Scappa più velocemente che puoi e nasconditi!", mi disse. E fu ciò che feci appena vidi anche solo la sua sagoma.
Mi nascosi dietro un'impalcatura di legno poco distante dal gruppo, e aspettai che il mio battito diminuisse di velocità. Chiamai poi Donut per dirgli di raggiungermi, visto che non mi stavo sentendo bene.
A posteriori, mi vergogno parecchio di ciò che feci. Ma sapete, ero innamorato. Ew.Donut: "Devi veramente ridurti a questo ogni volta?"
Io: "Non ce la faccio, è più forte di me!"
Donut: "So che reagisci sempre così, ma cerca di darti una calmata. Lei non può farti nulla."
Io: "Uff..." ricominciai nuovamente a tremare come una foglia, come se mi avessero appena scongelato tipo Capitan America.
Donut: "Dai, rilassati e torniamo dal gruppo, ok?"
Io: "...ho gli occhiali."
Donut: "Quali occhiali?"
Io: "Adesso vedrai."
Quindi, con un guizzo rapido, sbucai fuori dall'impalcatura che mi copriva completamente, e lentamente tirai fuori dalla tasca del mio marsupio un paio di occhiali da sole.
Mentre mi avvicinavo lentamente a Darling e le altre, indossai gradualmente le lenti nere: prima aprendo una stanghetta, poi anche l'altra, per poi metterli sugli occhi per poi aggiustarli con il dito a contatto con il naso. Ero già arrivato davanti Darling.
Io: "...è arrivato l'Arrotino!"

Song: Klavier Gavin ~ Guilty Love - Apollo Justice: Ace Attorney

Qui c'è da aprire una grande parentesi. Vi sareste sicuramente chiedendo: ma chi è l'Arrotino? Beh, lasciate che vi spie-

Pardon me, Takumi!

...oddio, e tu che ci fai qui?

Beh, mi hai nominato. Didn't ya?

Sì, però non mi spiego come tu sia comparso all'improvviso, Arrotino.

Facciamo che lasci spiegare a me, ok? In fondo mi dovrei presentare da solo!

Lascio a te la parola, allora!

Nice to meet you, readers! Il mio nome è Arrotino, ovvero la seconda personalità di Takumi. Nessuno sa come sia la mia faccia perché è sempre coperta da dei fichissimi sunglasses, ovvero ciò che mi fa comparire ogni volta!Mi piace fin troppo fare un sacco di casino in discoteca, soprattutto quando parte Gimme! Gimme! Gimme! degli ABBA! I go totally nuts with that song, ya know?!Oh, e come potete notare, sono italo-americano. Born and raised in Arizona, livin' in Apulia! Route 66, ya know?

Ok, ok, penso che sia abbastanza, Arroto. Mi fai continuare la storia, adesso?

Awww, man! E va bene... see ya, folks!

Uff... pimpante come sempre... Stavo dicendo.

Darling: "Wooooh, eccolo qua!"
Mi tolsi gli occhiali da sole per poi riporli nel marsupio.
Io: "Eheh... ho sempre sognato di farlo, una volta."
Darling: "Va anche benissimo con il posto dove ci troviamo, fa atmosfera!"
Io: "Siiiì, esatto! Ahahah!"
Mi ritenevo molto soddisfatto della mia entrata in scena. Ci tenevo sempre a rendere il mio arrivo spettacolare e teatrale per chiunque si trovasse nel raggio di 10 metri da me.
Il problema è che quella scia di gloria e fama sarebbe durata solamente uno o due minuti, e sarei stato immediatamente censurato in diretta TV. Tradotto, la marmaglia di gente che mi circondava la coinvolsero con argomenti più interessati.
Ma ehi, almeno sa che esisto.
Ad esser onesti, mi sono scordato di tutto il resto della serata. E se mi scordo di qualche evento, non è un buon segno.
Ricordo che passai tutto il tempo a "rincorrere" Darling per avere un minimo di interazione con lei. Ma era come se fossi un fantasma, ai suoi occhi. Il mio modello era caricato, ma dava solo un'immagine di errore.
Fattore: "Brutta storia, eh? Lei sta lì."
Io: "Così vicina, eppur così lontana..." risposi a Fattore. Mi disse che ci provò anche lui con Darling, ma non andò bene nemmeno a lui. Un po' siamo simili, in questo.
Tornato a casa, le scrissi un messaggio. Tanto ormai mi ero abbonato.
Io: "Ti sono piaciuti gli occhiali da sole?"
Darling: "Moltissimo! A te è piaciuto il mio blazer giallo?"
Io: "Divino. Però mancava la borsetta oggi."
Darling: "In realtà c'era, sei tu che non l'hai notata ahahah."
Io: "Oddio, veramente? Dai, ero impegnato a guardare te, se permetti ahahah."
Darling: "Eh no, avresti dovuto guardare la borsetta."
Ciò che avete appena letto è una conversazione da cui potete dedurre parecchie cose, ma non starò io ad elencarvele. Un po' mi scoccia.
Dopo l'ennesimo fallimento nel convincerla a fare nottata con me, avrei passato il resto di quelle ore buie su YouTube, mentre riflettevo su cosa ne stavo facendo della mia vita.
Fu in questo periodo in cui cominciai a pormi delle domande serie. Non ho avuto un briciolo di attenzione, né da lei, né da nessun'altro: perché mi ostinavo ad andare in quel posto? Qual era il mio scopo, lì?
Effettivamente... mi voleva davvero qualcuno lì?
Questi furono dei quesiti che mi sarei portato nella testa per tutta la settimana successiva.
Sembravano tutti così contenti di come passavano la serata... ma perché ero io l'unico a rimanere con l'amaro in bocca?

Song: Gold and Oden - One Piece OST

Meta: "Takumi, tu non devi guardarla in quella maniera."
Io: "E come dovrei farlo, genio dell'amore?"
Meta: "Non devi pensare che esista solo lei. Ti faccio un esempio: paragona le ragazze di Matera come ad un campo fiorito. Non devi pensare a Darling come l'unica rosa in mezzo a delle brutte margherite. Pensa invece ad un grande campo di rose, ma dove tu sai che c'è una rosa più rossa delle altre."
Io: "...penso che sia una delle cose più intelligenti che tu abbia mai detto. Vedi che quando ti impegni ci riesci anche tu?"
Stavamo tornando da scuola assieme, quella mattina, quando Meta pronunciò questo mini discorso. Fu davvero stimolante, perché per la prima volta mi avrebbe fatto vedere il bicchiere mezzo pieno, in tutto quel gran casino.
Ma sono andato un po' troppo oltre, dobbiamo parlare di altro.
Probabilmente non mi scorderò mai della settimana che va dal 4 al 10 ottobre del 2021. Un po' come la nona stagione di How I Met Your Mother: molto bella, ma finisce nella maniera peggiore che possiate immaginare.
Qui fu dove il castello di vetro si sarebbe completamente distrutto su sé stesso, e di come sarei stato coinvolto fra le macerie.
Udite, udite. C'era una remota possibilità che alcuni del gruppo materano sarebbero potuti venire a Santeramo. Miracolo del portiere. Inutile dire come cercai anche di convincere l'innominabile a farsi viva nel paesino delle Murge.
A parte le solite chiacchiere che facevamo spesso e che sono abbastanza evitabili, sollecitai a prendersi un posto in macchina per Santeramo, visto che Fattore stava già organizzando una macchina.
Però lei replicò con l'elenco di tutti i compiti ed interrogazioni che avrebbe avuto per le prossime due settimane. Ragazzi, sono dei pazzi al classico. Mica Van Gogh.
Non dubito del fatto che le sue intenzioni di venire fossero serie al 100%, ma al me dell'epoca sembrava fin troppo esagerato come piano per evitarmi. Ma la mia mente afflitta dalle perenni trust issues, mi portò a pensare questo.
Infatti, pochi giorni dopo, avrei avuto la conferma ufficiale. E persi la testa, quella sera del 6 ottobre.
Dissi a Darling la gran parte dei pensieri che mi affliggeva in quel periodo. Di come avessi paura che tutto questo si sarebbe distrutto e di come avrei perso tutti da un momento all'altro.
Ma lei rispondeva sempre con quel suo atteggiamento freddo e distaccato che mi faceva venir voglia di strapparmi i pochi capelli corti che avevo al tempo. Cercai di calmarmi per un attimo, per poi tornar di nuovo a riscriverle.
Passiamo all'8 ottobre.
Io: "Ironico come al posto del miracolo sia accaduta una catastrofe, ora non verrà più nessuno a Santeramo ahahahah." Ridevo per non piangere.
Conversammo per un po', per poi ritrovarci al 9 ottobre. C'erano dei tempi di attesa parecchio lunghi nelle sue risposte, quindi passavano giorni per una conversazione.
Darling: "Scusami se ti rispondo ora ma ieri sera mi sono addormentata." Beh, almeno si scusava.
Io: "Stavo già temendo che mi avessi lasciato appeso per sempre ahahah."
Darling: "Non sono così cattiva."
Io: "Avrei i miei dubbi." Questo era un altro dei miei brutti vizi. Usavo l'ironia come escamotage per lamentarmi di ciò che non mi andava a genio. In questo caso, il suo atteggiamento che credevo provocatorio nei miei confronti.
Darling: "Pensi che io sia cattiva?"
Io: "Ti lascio libera interpretazione."
Darling: "Eh no, voglio una risposta."
Io: "Passo, domanda successiva."
Darling: "Non puoi dirmi che hai dubbi sul fatto che io non sia una cattiva persona e poi non vuoi spiegarti."
E fu qui. Che la feci davvero grossa. Ma tanto.
Ancora ritengo incredibile come una sola parola usata in un contesto sbagliato possa essere la mossa decisiva per la tua sconfitta.13 lettere. Sostantivo maschile e femminile. Persona dominata da una egoistica indifferenza nei confronti dei propri doveri o dei diritti altrui.
Io: "Menefreghista è forse un termine più corretto. A volte sembra davvero che tu te ne sbatta altamente di me, quindi diciamo che se mi lasciassi appeso, non mi stupirei, ecco."
Darling: "Se mi dai della menefreghista significa che hai parlato davvero con poche persone nella tua vita, perché penso di essere anche troppo gentile."
Io: "Intendevo nei miei confronti, non in generale. Io continuo a pensare che tu sia una persona fantastica, e non ho idea di come tu non mi abbia ancora mandato a fanculo. Ma posso solo basarmi su messaggio."
Darling: "Non credo ci sia un senso positivo del termine, ma okay.
Cosa cazzo stavo combinando. Le stavo dando della pusillanime direttamente in faccia. Ma io non volevo offenderla, per nulla. Capì poco dopo che avevo bisogno di fermarmi un attimo e di riflettere. Mi fermai, ma non a riflettere.
Io: "Ho fatto un'altra cazzata. Vorrei continuare a scriverti, ma non so se lo vorrai anche tu."
Darling: "Non è che non voglio più, ma mi sembra inutile continuare il rapporto, visto che probabilmente non ti sei mai fidato di me, tanto da ritenermi menefreghista."
Non avrei lasciato che tutto questo finisse in una maniera orribile per colpa mia. Non l'avrei mai permesso.
Io: "Mi sono fidato di me da quando ho detto di volerlo, lo giuro. Solo che a causa dei miei precedenti la fiducia crolla, oppure desidero sempre qualcosa di più che non posso ottenere. Qualunque offesa io riceva, io rimarrò sempre dalla tua parte. Quella che ti sto chiedendo è un'ultima possibilità, saprò dimostrartelo se uscirai stasera."
Ero diventato un disperato che cercava di aggrapparsi alla minima speranza che trovava dispersa in un mare di ombre.
Darling: "Stasera non posso uscire. Senti, penso che questo rapporto sia diventato un po' strano, non spontaneo. Secondo me dovremmo solo staccarci un po' e magari le cose andranno meglio."
E qui lasciai perdere ogni speranza, perché già sapevo a cosa portavano delle decisioni del genere. Quindi troncai tutto... e riposi le armi al loro posto.
Io: "Passeranno giorni, mesi ed anni e noi scompariremo dalle nostre vite. Ma se questo è quello che vuoi, allora non cercherò di fermarti. Non ci riuscirei. Until next time, stammi bene."
Chiusi la sua chat. Se non fosse che mezz'ora dopo mi sarebbe arrivata un'altra risposta.
Darling: "Mi dispiace che tu abbia interpretato male il mio messaggio, non volevo dirti questo. La colpa non è di nessuno di noi due, solo che le cose a volte vanno così. Sappi che io non ho nulla contro di te e spero che sia la stessa cosa anche da parte tua. Stammi bene anche tu."
Mi limitai a leggere, a quel messaggio non risposi.

Song: What I've Done - Linkin Park

Quel sabato sera pioveva. Quel sabato sera rispecchiava perfettamente come mi sentivo dentro di me. Tante piccole goccioline battevano sul mio cuore come se fossero migliaia di proiettili di mitragliatrice. Non so con quali forze e con quale voglia, ma andai comunque a Matera. Avevo bisogno di distrarmi da tutto lo stress psicologico che mi aveva portato quella conversazione.
Questo avrebbe inaugurato il primo scisma tra me e lei. Non ci saremmo più sentiti per quasi un mese intero.
Mi sentivo vuoto. Un guscio che camminava per i Sassi senza ormai più nessun motivo o scopo per essere in quel posto.
La mia mente avrebbe completamente rimosso ciò che successe quella sera, tranne per un piccolo dettaglio.
Verso la fine, mentre stavamo tutti tornando alla stazione, sentì una certa sensazione dentro di me. Come se dovessi fare un'ultima cosa prima di dover andare.
Io: "Donut, vado a farmi un giro. Dopo vengo alla stazione."
Dopo aver avvisato lui e gli altri, misi gli auricolari e avanzai a passo lento verso l'altro lato della strada. Raggiunsi lo Sboccoplace, un posto che racchiudeva tutti i miei ricordi dell'estate e tutti i miei ricordi con Darling.
Mi sedetti sugli scalini, come avevo già fatto decine di volte prima, e le scrissi. Erano quasi le 23 del 9 ottobre 2021.
Io: "Mi sento in dovere di chiederti scusa per prima, come anche per tutte le altre volte che ti ho mancato di rispetto. Mi dispiace per essere così. Ma passiamo al succo della questione: tempo fa ti avevo già detto cosa volevo da te, ma è una cosa irraggiungibile, ora come ora. Ma io ho sempre più intenzione di tenerti vicino a me nella mia vita. Spero che riuscirai a perdonarmi. Ti voglio bene."
E quel ti voglio bene lo intendevo con tutto il mio cuore, mai avrei detto una cosa così sincera a qualcuno. Fatto questo, tornai alla stazione dagli altri per poi tornare a casa. Avevo avuto abbastanza emozioni, per quella giornata.
Ma la dea bendata decise che con me non aveva ancora finito.
Dormì da Donut, assieme a Levìs, quella sera. Non volevo dormire da solo, dopo tutto quello che era successo. Ma a ridosso delle 2 di notte, Darling mi mandò un messaggio.
Darling: "Ti ringrazio per esserti scusato, ma non le voglio, perché come ho detto prima non è né colpa mia, né colpa tua, e tu vai benissimo così come sei. Penso ancora le cose che ti ho scritto, ma anch'io sono felice di averti conosciuto e mi farebbe piacere continuare a coltivare un rapporto di semplice amicizia. Ti voglio bene anch'io."
Ed era tutto ciò che mi bastava. Non risposi neanche, visto che non serviva più. Procedetti ad archiviare la sua chat per poi andarmene a letto.

E fu così che mi addentrai definitivamente all'interno del Buco Nero. Un eterno limbo nel quale sarei dovuto rimanere chissà quanti giorni per far tornar le cose com'erano prima.
Non forzate mai le amicizie. Attraverso la genuinità si costruirono dei rapporti duraturi, non attraverso degli inseguimenti e delle corse verso una persona per poi obbligarla ad avere a che fare con te.
Prendetevi il vostro tempo. E godetevi la vostra vita poco alla volta, senza accelerare le cose.
O altrimenti farete la fine del sottoscritto. Costretto a separarsi da una delle persone a cui teneva di più.
Sarebbe stato un Ottobre molto lungo.

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