EPILOGUE (1 OF 3) - DESTINY IS MINE

66 0 0
                                    

Song: Just Monika. - Doki Doki Literature Club! OST

Continuavo a cadere senza sosta, in un vuoto interminabile.
Probabilmente ero già precipitato per decine di metri, ma risultava difficile percepire qualsivoglia forza di gravità.
Continuai a procedere verso il basso senza meta... finché una forte botta alla testa mi ricordò della mia situazione.
Io: "Ouch! Che male... ma dove mi trovo? Non si vede niente... è così buio..."
Ed era davvero buio, quel posto. Non riuscivo a vedere assolutamente nulla di distinguibile.
Mi chiedevo come mai fossi finito dalla scrivania fino in questo... buco? pozzo? Non riuscivo a capire in cosa fossi precipitato precisamente.
Sapevo solo che stavo scrivendo fino ad un momento, ma all'improvviso puff! Ed eccomi quaggiù.
Ma quel posto mi sembrava sconosciuto e familiare allo stesso tempo. Avevo come la sensazione di conoscere anche fin troppo bene quel posto.
Diedi un rapido sguardo verso quello che credevo fosse il pavimento, cercando di procedere a piccoli passi per investigare su quel buio pesto.
Dopodiché diedi un'occhiata a ciò che sembrava il soffitto di quella scatola nera, cercando di scorgere il seppur piccolo ciglio di un'uscita o di un posto dal quale sono arrivato. Ma niente, tutto nero come la pece.
Mentre camminavo, cominciai a chiedermi qualcosa: cosa staranno pensando ora i miei genitori? Spero che non abbiano letto nessun capitolo... o almeno, spero che fossi da solo a casa così nulla sarebbe trapelato. Sicuramente mia madre era fuori a fare compere e mio padre era chissà dove con il suo capo... spero non stiano troppo in pensiero per me.
19 capitoli sono un gran bel traguardo, sapete? Sono mesi che scrivo inesorabilmente cercando di mettere la parole fine a questo mio progetto. Vero, un po' sono io un procrastinatore, ma sono sinceramente soddisfatto del mio risultato. Ora mi serve solo tornare nel mondo dei vivi per completare la mia opera.
Ma fu proprio quando cominciai a riflette su ciò che avevo lasciato, che all'improvviso l'accensione di una lampada alle mie spalle da quello stesso soffitto che mi sembrava infinito mi prese di sorpresa, tanto da farmi sobbalzare immediatamente. Sembrava una di quelle luci della ribalta che si vedono nei teatri e nelle discoteche.
Mi girai di soppiatto, per poi osservare l'unico oggetto distinguibile in quella grande massa di nero... ovvero una specie di pannello di controllo con diversi tasti. Il mio cervello stava facendo parecchia fatica nel processare quell'unica palette di colori a me disponibile, ma per fortuna quella luce fece svanire la mia emicrania che si stava creando lentamente.
Raggiunsi a passo sostenuto la suddetta console, esaminandola immediatamente da vicino. Pensavo che sarebbe stata più elaborata... ma invece erano presenti solo 3 tasti rossi: Corrente, Accensione, e Portali.

Song: Chozo Ruins - Metroid Prime OST

Mentre cercavo di capire il significato di quei pulsanti, sentii una debole e sottile voce femminile che produceva un enorme eco nell'oscurità.
?: Prendi... le carte...
Io: "Uh? Chi sei?! Chi mi sta parlando?!"
?: "Le carte... prendile... falle tue..."
Io: "Sì va bene, ma puoi dirmi come sono finito qui?!?!"
Provai a comunicare con l'ignota voce, ma l'unica cosa che sapeva dire era di cercare queste carte, e io non sapevo manco di cosa stesse parlando. Forse voleva le carte da poker... o quelle napoletane.
Senza indugiare oltre, premetti il primo tasto da sinistra, ovvero Corrente.
Il nero a cui mi ero abituato qualche secondo prima si tramutò in una lieve nebbia grigio chiaro, segno che premere quel bottone fosse probabilmente la cosa corretta da fare. Anche perché finalmente riuscivo ad intravedere ciò che mi circondava.
Diedi di nuovo un'occhiata al soffitto, e qualcosa era cambiato.
Prima di tutto, scoprii che quel posto era a forma circolare, come se fosse una grande cupola di una chiesa, ma rimpiazzate i soffitti affrescati di figure bibliche con una enorme scheda madre piegata sui lati.
Era costellata di processori e di ventole, adibiti a far funzionare qualcosa lì dentro, ma non avevo ancora idea di che cosa.
Affamato di ulteriore conoscenza, spostai lo mio sguardo sul tasto con la scritta "Accensione" e lo premetti immediatamente, immaginando cosa sarebbe successo.
Ci avevo preso. Il silenzio che prima regnava in quel lugubre cerchio ora era stato rimpiazzato da un forte baccano di ventole ed elettricità che scorreva all'interno di tutti quei processori.
L'intera motherboard riprese il suo normale color verde smeraldo, ma qualcosa non andava ancora. Si potevano notare tantissima polvere, segni di corrosione e qualche microchip che penzolava dal soffitto. Sembrava una specie di scenario post apocalittico, come se si fosse consumato un grande conflitto.
E la situazione non migliorava guardando il pavimento. Era una grande distesa di mattonelle rosa carne, di cui non riuscivo a vedere cosa ci fosse alla fine dell'orizzonte. Ma molte mattonelle presentavano crepe e altre non c'erano proprio.
Era sicuramente successo qualcosa in quel posto, prima che io ci arrivassi. E non era un caso che io fossi proprio lì, in quel momento. Qualcosa voleva che io fossi proprio nel posto giusto e nel momento giusto.
Ma cosa... oppure chi? Sembrava come se qualcuno mi avesse posto su una strada prefissata che non potevo alterare in alcuna maniera. Ma già che c'ero, tanto vale andare fino in fondo a questa storia.
Dopo aver osservato l'enorme complesso attivarsi, il tasto più a destra era l'unico rimanente. Ed era anche l'unico di cui non riuscivo ad immaginare la funzione, ma il mio istinto da giocatore di ruolo mi diceva che quel tasto avrebbe attivato una scena importante.
Feci prima un respiro, come per controllare se circolasse ancora aria dentro il mio corpo, e con una certa riluttanza premetti l'ultimo tasto rimasto, ovvero "Portali".
Per i primi 5 secondi sembrò non succedere nulla, come se il tempo si fosse improvvisamente bloccato, ma ecco che tutt'un tratto l'intera stanza cominciò a tremare.
Cascai a terra a causa del terremoto improvviso, ma da dietro la console dei comandi riuscii a scorgere qualcosa di... surreale, ma magnifico allo stesso tempo.
Dal terreno, cominciarono a sbucare fuori tantissime nicchie sparse per l'intero perimetro circolare, ognuna di essere recante una statua al suo interno.
Rimasi allibito da ciò che mi si creò davanti. Una vera e propria Stonehenge ma dove al posto dei megaliti e degli architravi c'erano solamente tante nicchie poste tutte a cerchio.
La scossa si assestò lentamente, e la console dei comandi svanì. Non tornando nel terreno o roba del genere... semplicemente si dissolse davanti ai miei occhi, ma questo mi andava una visuale molto più ampia sull'enorme complesso di pietra che si era formato.
Stavano accadendo cose così strane tutte insieme. Perché io stavo vedendo questo? Cosa voleva dirmi tutto ciò?
Ancora pieno di quesiti, mi addentrai nella nuova costruzione che si era venuta a creare.

Song: Cavern of Remembrance - Kingdom Hearts II Final Mix+ OST

Project DelicatamenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora