Epilogo

19 4 0
                                        

POV. Damian

L'ho vista per la prima volta nei corridoi dell'università, aveva i capelli raccolti con una matita e una tuta troppo grande per essere sua. Stava correndo nella sua aula quando sono riuscito a vederle gli occhi acqua marina e da lì tutto è iniziato.

Continuavo a cercarla, non ero il solo era sempre piena di ragazzi e ragazze attorno a lei, tutti ad elogiarla, ma nessuno che davvero la volesse per ciò che era. Sono andato a vederla correre ogni gara e ogni trasferta, ma non mi sono mai fatto avanti. Ho picchiato tutti quelli che le hanno spezzato il cuore usandola per la sua bellezza e popolarità, senza mai capire che a lei non interessava.

Quando mi laureai, tre anni prima di lei, Chirone mi chiamò ad Athene e tutti i miei dubbi furono colmati e in me crebbe sempre di più l'animo combattivo di Ares, l'odio per non essermi preso ciò che mi spettava, la rabbia nel sapere che prima di me è stata di qualcun altro e ora l'odio per me stesso per averla lasciata da solo in quel fottuto tempio di Athena.

Le ho promesso che sarei cambiato per lei ed è quello che ho intenzione di fare, da oggi tutto cambierà e lei sarà la prima a saperlo. Entro in ateneo come una furia per trovarla, ma quando Nyx mi dice che non l'ha ancora vista penso al peggio e mi precipito nell'ufficio di Chirone.

-Lei sta bene? Nyx dice di non averla vista...Sta male?-

-Di chi parli Damian?-

-Di chi vuoi che parli secondo te di Selene o Achille o Aphrodite chiamala come vuoi.-

-Siediti ragazzo.-

Mi siedo non capendo e nella mia testa un campanello d'allarme si accende, ecco un'altra ramanzina dal mio pseudo padre su come non si trattano le ragazze, anche se mezze divinità.

-Selene è partita per Cambridge, non tonerà ha accettato una cattedra lì.-

-Perché... sono un coglione l'ho fatta scappare.-

-Mi spiace ragazzo, ti ha lasciato questa.-

Afferro la lettera che mi porge ed esco dal suo ufficio. Ho guidato come una furia fino ad arrivare in una località di mare, il posto che più me la ricorda, sono seduto sugli scogli a riva che mi rigiro fra le mani la lettera.

Sono andata via, tanto tempo abbiamo aspettato per stare insieme, ma forse è stato proprio il tempo a decidere le nostre sorti, non è più il nostro momento, credo che come la nostra storia anche lui sia sfumato e ormai è solo una storia parte del nostro mito.

Forse sarò incoerente, ma io so che dopo averti conosciuto non troverò mai più la stessa scintilla che ho visto nei tuoi occhi, ma ciò non toglie che io non sono il tuo giocattolo e non me ne starò in disparte senza vivere la mia vita, aspettando che tu inizi a volermi come una volta.

Vado a Cambridge mi hanno offerto un posto di lavoro ottimo, così posso migliorare anche le mie conoscenze sulla cultura britannica, ti auguro il meglio re della guerra, anche se io ho sempre amato la parte più debole e indifesa di te in entrambe le tue forme e anche questa volta non avrebbe fatto eccezione.

Addio Damian.

Firmato Selene.

Dentro di me qualcosa si spezza e un dolore lancinante mi trafigge il cuore, la consapevolezza di averla persa per colpa mia.

Passo un mese chiuso in casa, esco solo per lavorare e procurami qualcosa per non morire di fame. Nelle mie eterne giornate senza di lei ho ripreso a suonare come un tempo e anche a comporre musica, come segno di totale disperazione. Non ho più nulla in cui sperare se non che ritorni, ma è più che evidente che non lo farà. Passo così altre due settimane quando una sera al mio rientro da lavoro noto la presenza di qualcuno che cucina nel mio appartamento.

Figli dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora