𝟐𝟗. 𝐋𝐚 𝐋𝐢𝐧𝐜𝐨𝐥𝐧 𝐠𝐫𝐢𝐠𝐢𝐚.

3.5K 186 98
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

I can't help this awful energy God damn right, you should be scared of me Who is in control?

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

I can't help this awful energy
God damn right, you should be scared of me
Who is in control?

Control - Halsey

♥♥♥

«Sono arrivate verso le sei del pomeriggio, io non ero a casa.» sorrido, guardando lo schermo del cellulare acceso e stringendomi nelle spalle mentre guardo la persona sullo schermo. Prendo il telefono, volto la fotocamera, e mostro sullo schermo i fiori sul vaso nella mia camera. «Eccoli, sistemati perfettamente sul comò. Sono bellissime, a proposito.»

«Sono contento che ti piacciano, anche se non avevo dubbi. Ti sono sempre piaciute le peonie, in particolare, piacevano anche a tua nonna.» mi dice, anche lui senza distogliere gli occhi dallo schermo per un secondo con un sorriso. «E dimmi, che hai fatto per il tuo compleanno?»

Alzo le spalle. «Siamo andati a bere qualcosa per la mezzanotte. E durante la giornata sono...» mi mordo la guancia, indecisa. «Sono stata in giro. Ti ricordi l'Imperial Beach Pire?» chiedo. Lui annuisce in risposta. «Ci sono stata per un po'. Mi sono tornati in mente i ricordi di quando mi ci portavi tu.»

Papà fa un gran sorriso, probabilmente ricordando anche lui quei momenti. «Sì, mi ricordo che ti piaceva quel posto. E anche la gelateria alla fine del molo. C'è ancora?»

«C'è ancora, ma ha cambiato gestione. Non fanno più il gelato al gusto di big bubble, solo i classici. E in più, robe a base di pesce.»

Quando papà mi portava all'Imperial Beach Pire, io e lui avevamo una specie di tradizione: non tornavamo a casa se non prima mangiavamo il gelato al gusto di big bubble. A quei tempi, il piccolo bar alla fine del moro era in realtà una gelateria che proponeva una vasta e stramba quantità di gusti di gelato. I proprietari erano i italiani, quindi non avevamo mai avuto dubbi sulla qualità del gelato, ed erano persone a cui piaceva sperimentare gusti di ogni tipo. Giurerei di aver visto, una volta, un gelato anche al gusto di prosciutto.

Non l'ho mai assaggiato, non avevo il coraggio.
Ad oggi, un po' me ne pento.
Magari era buono.

«Oh, peccato. Era carino quel posto.» commenta papà, dispiaciuto. Io faccio spallucce, sostenendomi con i gomiti sul tavolo. Papà è nella mia stessa posizione, presumo, poggiato al tavolo con i gomiti e il telefono sostenuto in piedi. «E come mai sei andata lì?»

La regola del caffèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora