RACCONTO VINCITORE DELLO HALLOWEEN STORY CONTEST 2022
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Era una settimana, o forse due, che vicino casa di Coraline si parlava di omicidi.
Ci pensava spesso, sdraiata sul suo letto, a cosa sarebbe successo se quegli omicidi si fossero spostati nella sua cittadina e non altrove. Nessuno intorno a lei sembrava davvero preoccupato per questo. Le dicevano che quelle persone erano lontane e che non c'era nulla di cui preoccuparsi, ma di certo lei non si preoccupava. In realtà non le faceva né caldo né freddo questa situazione; con ciò non voleva certo dire che era felice all'idea di potersi ritrovare davanti un serial killer, ma più che altro che, se fosse davvero accaduto, non gli avrebbe fatto effetto, sarebbe comunque dovuta morire prima o poi. Quindi se farlo in quel momento o a anni o settimane o mesi o anche poche ore di distanza non avrebbe certo fatto la differenza, non nella sua vita almeno. Pensando a questo, mentre un ragazzo alla radio cantava una dolce melodia, la madre la chiamò dal piano di sotto. Aprì gli occhi rendendosi conto di averli tenuti chiusi per tutto il tempo. Spense la musica mentre da sotto continuavano a chiamarla. Avrebbe preferito restare chiusa in camera sua a leggere un libro oppure a ascoltare qualche canzone invece di andare a mangiare ma mentre pensava questo si ritrovò in salotto a tavola. La madre le diceva qualcosa ma Coraline non la stava ascoltando. Ogni rumore era come ovattato. Era da settimane che, verso l'ora di cena, si sentiva così, ma non sapeva spiegare come, effettivamente, lei si sentiva. Sembrava che qualcuno le stesse prendendo la testa da dietro e gliela stesse sbattendo a un muro di cemento e lei semplicemente dimenticava tutto per poi risvegliarsi in posti senza neanche ricordare come lei ci fosse arrivata, però non ci faceva tanto caso, dava colpa alla scuola, al fatto che andava sempre a dormire tardi, decise che sarebbe andata a dormire presto quella sera, almeno il giorno seguente non avrebbe avuto questi problemi. Non ricordò come, però si ritrovò in camera e si mise a dormire, poi tutto buio fino alla mattina dopo. Quando si svegliò la testa le faceva ancora male ma sicuramente meno degli altri giorni dove il dolore era insopportabile. La sua camera era in disordine, come ogni altro giorno d'altronde. Dopo aver fissato un punto indefinito sul soffitto della sua camera decise di alzarsi, quindi si vestì e andò verso la macchina con la madre che l'avrebbe accompagnata a scuola. Come ogni mattina non parlarono, si diedero il buongiorno appena sveglie e quello per loro era più che sufficiente, gli andava bene, o almeno così credevano. Coraline si girò verso la madre ma questa non aveva espressione, o meglio si, la aveva, ma era stanca, contornata di nero e frustazione, era forse Coraline la ragione di questo? era forse per colpa sua che i suoi genitori stavano crollando piano piano? Nella loro intera vita avevano mai sorriso davvero oppure erano sempre stati così piatti e senza emozioni? probabilmente non lo avrebbe mai saputo, ma Coraline forse non lo voleva neanche sapere. Alla radio cantava un vecchio cantautore famoso ormai in "via d'estinzione", così disse l'uomo quando lo presentò e che, dalla voce, sembrò avere più vita di quanto ne avesse mai vista Coraline in tutta la sua intera esistenza, "magari anche lui, dall'altra parte, è spento, un po come mia madre o mio padre, si quasi sicuramente anche lui lo è" pensava Coraline